OGGI VI DICO CHE…

“In un mondo di arrivisti, generic buona regola è non partire” (Gesualdo Bufalino).

 

 

ATTUALIZZANDO…

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Dedico lo splendente pensiero di Bufalino a tutti gli italiani che corrono puntualmente per saltare sul carro dei vincitori. Meglio stare fermi, e osservare. O no? Dedico l’aforisma anche a tutti coloro che immobilizzano la loro vita, anziché nel legittimo desiderio di valorizzare se stessi, per concentrarsi all’inseguimento di un solo obiettivo. Diventare Presidente del Consiglio dei ministri. Far fuori in un’aula giudiziaria Berlusconi. Diventare direttori del Corriere della Sera. Puntare tenacemente sul cardinale che entra Papa in conclave e cardinale ogni volta ne esce… Quante energie, quante vite sprecate; e quante frustrazioni. A questi signori saggiamente dico: del destino non vi interessa niente, ma proprio niente? Appio Claudio scriveva che ogni uomo è l’architetto del proprio destino; Ennio Flaiano, al contrario, era convinto che colui che crede in se stesso, vive coi piedi fortemente appoggiati su una nuvola. E dal momento che oggi sparo sentenze concludo con Margaret Mitchell e con Luis Sepulveda. Mitchell: la vita non ha alcun obbligo di darci quella felicità che ci aspettiamo da lei. Sepulveda, meraviglioso, vi lascia una possibilità: “Vola solo chi osa farlo”.

 

 

 

LA MAGISTRATURA? CONGRATULAZIONI A FABIO CALI’

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Si dibatte tanto sul ruolo dei magistrati, molto spesso le fazioni pro e contro si accapigliano. Correttamente, come preambolo, desidero dire la mia opinione. Non credo che ci siano complotti da parte di squadre di magistrati, intestarditi nel voler castigare questo o quello. Penso, come succede per qualsiasi professione, che ci siano magistrati bravi e altri impreparati, equilibrati e altri impulsivi, maestri di diritto e altri forse neanche accettabilmente apprendisti. Succede dovunque e non è del tutto vero che solo un magistrato può cambiarti la vita. Provate a dirlo, ad esempio, alle vittime della Eternit (imprenditori e gestione); o a quello che entra in ospedale per un’appendicite e ne esce con un bisturi dimenticato nella pancia.

Tutto ciò premesso, ed è solo l’ultima notizia di cronaca, desidero congratularmi con il finanziere catanese Fabio Calì. E’ stato tormentato per otto anni, a partire dal 2005, da una serie di indagini e provvedimenti giudiziari, e poi faticosissime udienze, con l’accusa di aver partecipato a una presunta truffa da 93 milioni di euro, ai danni della Banca di Roma. Pochi giorni fa, è stato assolto con formula piena, dissequestrato il suo patrimonio, bloccato dal giudice a garanzia. Insomma, pienamente innocente. Il tribunale ha ritenuto che le operazioni finanziarie rientrassero in una normale attività di investimenti. E gli avvocati Massimo Krogh e Filippo Dinacci, commentano con evidente soddisfazione: “E’ una sentenza che ricostruirà nei modi più opportuni una vicenda che ha costretto diverse persone ad una ingiusta detenzione”.

Caro Fabio, insomma: sei entrato sano in ospedale, non per volontà tua, e non avevi neanche l’appendice in fiamme; nella pancia ti hanno lasciato un bisturi, per qualche anno, e poi hanno rimediato. Anche questa è vita. E alla vita, per fortuna, ti hanno restituito come nuovo.

ILVA: GRANDE, GRANDISSIMO ENRICO BONDI…

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Una notizia molto importante è la conferma che il commissario straordinario all’Ilva, nominato dal governo, sarà Enrico Bondi. E’ un super mago, onesto, efficiente e incorruttibile, nel risanamento e nella gestione di aziende valide e anche di quelle disastrate e/o in piena crisi. Lo definisco mago proprio per i miracoli compiuti nel suo curriculum, ultimo in ordine di tempo quello a Parmalat. Bondi è attentissimo, in maniera maniacale, ai particolari (e sapete bene che nei particolari si vede l’esistenza di Dio). Vi divertirà sapere che è autentica l’indiscrezione, che sembrava una diceria: in una delle sue aziende, il temibile Enrico verificava (rammaricato di poterlo fare solo ai piani alti, per questione di tempo) il consumo di carta igienica da parte dei suoi dirigenti. Temeva sprechi o, risum teneatis, furtarelli. Un’altra volta, osservò che in cortile, durante l’orario di lavoro, un gruppetto di dipendenti parlottava oziosamente… scese in cortile, ascoltò rapidamente, identificò i malcapitati, fece in modo che fossero ammoniti o sanzionati. Vi urta tutto ciò? Immaginate però come sarebbe l’Italia se ci fossero, a capo delle aziende, e specialmente di quelle utili per i servizi pubblici, tanti uomini come Bondi.

LAMENTO DI UN GENOANO, PREZIOSI AGGREDISCE UN CRONISTA

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Piena solidarietà a Valerio Arrichiello, un reporter de “Il Secolo XIX” impegnato a raccogliere notizie sul futuro del Genoa, mio club adorato. Enrico Preziosi, presidente, lo ha aggredito, gli ha strappato di mano la telecamera, distruggendola.

Preziosi non mi è mai piaciuto. La sua astuzia non mi ha mai incantato. E’ arrivato al nostro Grifo, da tifoso napoletano, avendo alle spalle il tracollo del Como e, se ricordo bene, di un’altra squadra lombarda. Non ho mai capito perché avesse acquistato tanta popolarità, presso la nostra difficilissima tifoseria. Perfino quando, con un improvvido intervento corruttivo che purtroppo non ha punito solo lui, ma anche il club, perfino – dico – quando ha mandato in serie C il Genoa, appena approdato in serie A. Sì, era l’idolo dei tifosi, era riuscito a strumentalizzare il ragionevole sdegno dei genoani, mortificati dall’ingiusta retrocessione: dimenticavano, tanti miei amici, che il responsabile era stato proprio lui!

Successivamente, con tanti amici, ho avuto discussioni e anche litigate sul fatto che avevo individuato il limite di Preziosi: vendere puntualmente i migliori calciatori (indubbiamente, il giocattolaio ha avuto fiuto nell’individuare molti campioni)… I miei amici mi rispondevano: meglio così, a patto di restare in serie A. Intanto, il Genoa diventava una sorta di albergo con porta girevole: ogni anno, decine e decine di acquisti e cessioni. A beneficio di chi? Non certo del nostro Grifo! Vi ricordo la formazione che potremmo avere, se Preziosi avesse trattenuto da noi i migliori: Perin; Konkò, Ranocchia, Bonucci, Bocchetti; Thiago Motta, Kucka, Boateng; Milito, Gilardino, El Shaarawy. Quanto alle punte, abbiamo avuto, visti e ceduti, i migliori della serie A tranne Ibra. Via via, l’entusiasmo di noi della Nord, e anche dei più moderati, si è affievolito, e scomparso. Nell’ultima stagione, proprio a causa del Prez, abbiamo lottato fino all’ultimo per evitare la retrocessione.

Sapete cosa ha detto il nostro presidente, pluri squalificato? E’ disposto a risarcire Valerio Arrichiello per la telecamera fracassata. Ma dice che, nelle stesse condizioni, rifarebbe il suo gesto. Coazione a ripetere, come per la compravendita dei calciatori. Ebbene, signor presidente: vuol capire o no che il denaro, per la più antica società di calcio, non è tutto? E poi, ne abbiamo visto d’ogni colore: presidenti, giocatori passano; il Grifo resta.

MADRON E IL BEBE’ DI MAURO CRIPPA

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Girandola all’informazione Mediaset: Mario Giordano da Tgcom24 a Videonews. Al suo posto, Alessandro Banfi. Claudio Brachino allo sport, non si sa quale sarà il ruolo di Ettore Rognoni, storico direttore, famoso anche come “er Penombra”, ai tempi di una memorabile polemica con Paolo Bonolis. Infine Alessandra Ragusa alla direzione di News Mediaset. Il bello è che Paolo Madron – ovvero Lettera 43 – reduce dal trionfale debutto in libreria con la sua intervista a Luigi Bisignani, racconta a modo suo il risiko delle nomine: “Mauro Crippa, onnipotente e longevo direttore dell’informazione di Cologno Monzese, ha irresistibile nostalgia di un bebè.” E chi è il pargolo? E’ il figlioletto neonato, da mamma spagnola residente dalle parti di Barcellona, figlio di Crippa. Da qui un’illazione, al momento non confermata, di Madron insuperabile, o quasi, cacciatore di tartufi. Mauro vorrebbe trasferirsi in Spagna, Giovanni Toti lo sostituirebbe: è un suo fedelissimo. Al posto di Toti, Giorgio Mulè, stanco di Panorama. Una giostra. Sempre secondo Madron, un solo intoccabile: Clemente J. Mimun, direttore del Tg5.

E se la mammina del bebè di Crippa decidesse di venire in Italia? Intanto, a Mauro, al piccolo e alla mamma mandiamo i migliori auguri.

 

 

 

05-6-2013

 

cesare@lamescolanza.com