OGGI VI DICO CHE… DESTRA E SINISTRA

“Per me destra e sinistra si equivalgono in stupidità.” (Giorgio Bocca)
“Destra e sinistra? Roba vecchia. Oggi la differenza è tra i POCHI potenti che comandano e guadagnano (lobby, multinazionali, banchieri, finanza) e i MOLTI a cui questa Europa di folli ha rubato lavoro e futuro.” (Matteo Salvini)
“Mi sembra che la politica per anni, e certo non per un periodo corto, si sia occupata di destra e sinistra, dritta e manca piuttosto che di diritto e di torto.” (Richard Armor, poeta americano)
“Anni fa le fiabe iniziavano con “C’era una volta…”. Oggi sappiamo che iniziano tutte con “Se sarò eletto…” (Carolyn Warner, politico americano – ex sovrintendente dell’istruzione pubblica per lo stato dell’Arizona)

ATTUALIZZANDO… LA GRAN VOGLIA DI CENTRO

La (cosiddetta) sinistra, quella del pd, è destinata a sbriciolarsi e a diventare un partito di centro, non dissimile dalla vecchia democrazia cristiana o da Forza Italia. I risultati delle elezioni amministrative danno un’indicazione chiara: c’è una gran voglia di centro, le numerose liste civiche si affermano con gli apporti e il compattamento di alleanze, si fa per dire, a destra e sinistra – parole di tradizione logora, con valori sciupati e disattesi.

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LA SINISTRA E L’ESPRESSO

Mi soffermo sulla liste civiche: lo spunto mi è stato dato da un amico, che si dichiara “di sinistra” e mi ha invitato a leggere con attenzione l’ultimo numero dell’Espresso. Non conosco, ma apprezzo il direttore del settimanale, Tommaso Cerno. Anzi, mi piace, visto in tivu: sia quando propone con autoironia la sua omosessualità (“È noto che io le donne non le tocco neanche con un dito…”, una irresistibile battuta durante l’eterno dibattito sui diritti femminili), sia quando si infiamma e alza la voce, sia quando propone gelide e lucide analisi. Ebbene, l’ultimo Espresso racconta (e piange, direi) la crisi della sinistra. Titolo di copertina: “Brutta ciao“, con parole durissime: “Divisioni, liti e tradimenti. E lo spettro del patto con Berlusconi. Così la sinistra in Italia muore. Dizionario per salvare l’idea politica che sogna un Paese migliore.”

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MA LA SINISTRA È MORTA, CON RENZI

Sarò crudo e sintetico: la sinistra di Renzi non muore, è morta. Ho letto gli articoli del settimanale: intrisi di passione, malinconia, nostalgie e sogni. Uno storico De Profundis. Penso che Renzi, se ne avesse le qualità, dovrebbe fare come Emmanuel Macron, che in Francia si è creato, in nove mesi, un partito “suo”, con un successo imprevisto. Ma non credo che sia possibile, per questi motivi: Renzi ha perso lo smalto che aveva e che Macron – non so fino a quando – esibisce; comunque Matteo non ha il curriculum di Emmanuel e la sua ingegnosa preparazione; le condizioni politiche italiane sono in apparenza simili, ma in realtà ben diverse da quelle francesi, e fondamentale è la diversità tra i sistemi elettorali.

SONO CAMBIATE LE CATEGORIE POLITICHE…

Del resto il triste (ma importante) evento, la fine della sinistra, riguarda tutto il quadro politico. Non esistono più i vecchi partiti (che addirittura si sono nascosti, nelle elezioni amministrative, intruppandosi nelle liste civiche). Le categorie in scena sono diverse: chi vota e chi no. Europeisti e anti europeisti, straricchi e poveri o poverissimi, élite e Casta o popolo strizzato da troppe tagliole, chi è favorevole all’accoglienza per i migranti e chi li vuole respingere; e soprattutto chi lavora e chi è disoccupato… Su questa radicale trasformazione della società tutti faranno bene a riflettere, in vista delle elezioni politiche.

cesare@lamescolanza.com

13/06/2017