UNA INDISCREZIONE AL GIORNO… LA FARINA DI QUASIMODO

Salvatore Quasimodo non è il vero traduttore dei lirici greci, benché avesse vinto il premio Nobel anche per questa splendida traduzione. Che non è però farina del suo sacco: carte conservate al Centro Manoscritti di Pavia e studiate da Elena Villanova, che ci ha scritto su un saggio (“Nell’ombra del poeta. Quasimodo traduttore dell’Antologia Palatina”, dal 17 gennaio in libreria per Carocci, pp. 220, € 33) mostrano che la vera traduttrice di quei versi è stata Caterina Vassalini, professoressa di greco e latino al liceo Maffei di Verona. In pratica: Quasimodo, alla maniera di Vincenzo Monti («gran traduttor de’ traduttor d’Omero», secondo Ugo Foscolo), è stato solo il traduttore di una traduttrice [Bossina, La Stampa].

OGGI VI DICO CHE… IL SUCCESSO DI SCRITTORI E POETI

“Ho paura del successo. Aver avuto successo è aver terminato la propria avventura sulla terra, come il mantide maschio, che viene ucciso dalla femmina nel momento in cui è riuscito a corteggiarla. Mi piace uno stato di continuo divenire, con un obiettivo che è davanti e non dietro di me.”
(George Bernard Shaw)

“Il successo è una cosa piuttosto lurida; la sua falsa somiglianza col merito inganna gli uomini.”
(Victor Hugo)

“Il più grande oratore del mondo è il successo.”
(Honoré de Balzac)

“L’ottanta per cento del successo è nel saper apparire.”
(Woody Allen)

“C’è un successo che si fonda sul merito e uno sulla fortuna. Il primo dura di più; il secondo costa di meno.”
(Roberto Gervaso)

ATTUALIZZANDO… CHE FINE HA FATTO MORAVIA?

Alberto Moravia, cocco della sinistra, ieri era molto (troppo) esaltato e oggi è assurdamente dimenticato. Voglio dire che il successo di Alberto Moravia fu esagerato almeno quanto è, oggi, esagerata la sua decadenza. E i motivi sono, con evidenza, politici.

 

 

LA NOSTALGIA DI BERNARDO VALLI

Parto da lontano. Ricordo di aver letto alcuni mesi fa una nota di un ottimo giornalista e scrittore, Bernardo Valli. Era un ricordo nostalgico della Roma letteraria che fu e oggi non esiste più. Valli scriveva di Moravia e di Elsa Morante (a suo parere, se ricordo bene, più importante e profonda di Moravia), di Pier Paolo Pasolini e di Attilio Bertolucci, padre di Bernardo, e di Natalia Ginzburg…

 

I LIBRI DI MORAVIA NON SI VENDONO PIÙ

Mi venne da riflettere su Moravia, oggi scomparso dalle cronache culturali: i suoi libri non si vendono più e non ci sono iniziative per ricordare lo scrittore. Perché? Per me Moravia è stato uno scrittore molto importante della sua epoca, più apprezzabile di Elsa Morante (di cui non sopporto – problema solo mio? – lo snobismo elitario, per non dire la saccenteria). Ma penso che Moravia ebbe un successo costante e dilagante grazie soprattutto al sostegno del partito comunista, a cui fu quasi sempre rispettosamente vicino.

 

RENATO GUTTUSO, UNA STORIA SIMILE

Moravia ha avuto un destino simile a quello di Renato Guttuso, certamente un buon pittore, ma celebrato senza ritegno, promosso dalla sua appartenenza alla imperante sinistra. Moravia e Guttuso: tutti e due celebrati senza misura, tutti e due (ingiustamente) oggi finiti nell’ombra. Perché? Non c’è più quella Roma letteraria, ma per fortuna non c’è neanche più il comunismo di una volta. Del comunismo ci sono i cascami, Per dire: la sinistra sbracata di oggi, i salotti, gli ottusi conformisti esaltano uno scrittore arrogantello e mediocre come Roberto Saviano, di cui fra qualche anno non si ricorderà neanche il nome. Oggi Saviano, ieri Moravia: la nostalgia è inevitabile. Del resto, a quali considerazioni ci porterebbe il confronto tra il pci dell’epoca e i suoi eredi di oggi? Ieri Berlinguer, oggi Renzi…

I NOMI DI DODICI SCRITTORI…

Lo spazio di oggi è finito. Ma, se interessa, un’altra volta vi dirò quali furono gli scrittori di valore più alto (almeno una dozzina!) rispetto a Moravia, ma di minor successo perché non erano schierati nel gregge sinistrorso. Un nome solo, il primo: Leonardo Sciascia. Ma, a differenza di Moravia, non era “allineato”.

 

 

cesare@lamescolanza.com