UNA INDISCREZIONE AL GIORNO… GIO EVAN

Elisa Isoardi, nell’annunciare la fine del suo rapporto sentimentale con Matteo Salvini, si congeda con questa citazione: “Non è quello che ci siamo dati a mancarmi ma quello che avremmo dovuto darci ancora. Gio Evan”. E chi è, questo Gio? Ce lo dice Anteprima di Giorgio Dell’Arti: è Giovanni Giancaspro, classe ’88, scrittore, poeta e artista di strada molto seguito sui social (oltre 400.000 follower su Instagram e 200.000 su Facebook).

 

OGGI VI DICO CHE… IL DIBATTITO

“È facilissimo rintuzzare le argomentazioni di un avversario, ma contrapporne di migliori non è semplice e costa fatica.” (Plutarco)

“Succede a volte che si discuta perché non si arriva a comprendere quello che vuole dimostrare il nostro interlocutore.” (Lev Tolstoj)

“Io amo le discussioni, io amo dibattere. Io non mi aspetto che tutti siano d’accordo con me, non è quello il loro lavoro.” (Margaret Thatcher)

“Quando dibattiamo un argomento, essere leali significa che tu mi dai la tua onesta opinione, sia che tu pensi che mi piaccia oppure no. Il disaccordo, in questa fase, mi stimola. Ma una volta che la decisione viene presa, il dibattito finisce. Da quel momento in poi, lealtà significa eseguire la decisione come se fosse la tua propria.” (Colin Powell)

“Detesto le discussioni di qualsiasi tipo. Sono sempre volgari e spesso convincenti.” (Oscar Wilde)

“Nessun dibattito è possibile se affrontato con intolleranza e odio. ” (Jacques Chirac)

 

 

ATTUALIZZANDO… NO ALLA PENA DI MORTE?

Un lettore mi contesta, con una riflessione educata e una proposta precisa. Si può discutere con serenità, e ragionare con rispetto reciproco, anche se sono contrapposte opinioni totalmente diverse. Ho ricevuto dal signor Aurelio Scuppa una bella lettera sulla sua contrarietà alla pena di morte (mentre io, in casi estremi, sono oggi favorevole).

 

 

 

ALTERAZIONI NEUROLOGICHE

“Caro Cesare Lanza, è sempre più accertato dalla neurologia ( PET, analisi ormonali e di endorfine) che i più gravi delitti causati dall’aggressività (omicidi, violenze in genere, stragi), puniti in alcune nazioni con la pena di morte, sono dovuti ad alterazioni neurologiche temporanee o congenite. Le chiedo: la giustizia deve essere punitiva o difensiva?…”

 

UCCIDERE IN NOME DELLA GIUSTIZIA?

“Se una persona uccide, perché deve essere ucciso dalla giustizia? La società potrebbe difendersi da questi individui, isolandoli in comunità dove possano vivere insieme a persone simili a loro, dove debbano lavorare per sopravvivere…”

 

 

 

INFINE UNA PROPOSTA PARTICOLARE

Con questa conclusione: “Forse potrebbe sembrare una pena peggiore della pena di morte… Forse potrebbe provocare una carneficina, forse gli interessati morirebbero contenti oppure arriverebbero ad una convivenza equilibrata e rispettosa.”

 

 

 

 

UN SALUTO FINALE… SONO UN BURBERO BENEFICO?

“Con quel viso da burbero benefico – mi saluta il lettore – la leggo sempre con simpatia. Ps: è stato provato che tanti potenziali delinquenti in guerra sono diventati eroi. Ci ragioni sopra e vediamo a quali conclusioni arriverà.”
Ringrazio per la cortesia e confesso che vorrei chiudere qui. Ma non sarà possibile, comunque non sarà facile: ho molte altre lettere nel cassetto. Un solo lettore mi ha insultato, gli ho dato la precedenza, ma non sono masochista e non gli rispondo più: gli insulti non sono un linguaggio civile, per confrontarsi. La maggior parte dei lettori che mi seguono mi danno ragione, altri, come il signor Scuppa, sono contrari a ripristinare la pena di morte e mi hanno scritto con esemplare correttezza. Li ringrazio.

LA MIA OPINIONE, ANCORA UNA VOLTA

Sarei un burbero benefico? L’espressione mi piace, ma credo (comunque vorrei) essere solo un uomo sincero, che desidera esprimersi con il proprio cervello. E, come giornalista, non mi va di farmi influenzare da moralismi, buonismi, e di evitare argomenti difficili, controversi. Come in questo caso. In gioventù ero contrario alla pena di morte, ora, a 76 anni, ho cambiato idea. Nell’ultimo mezzo secolo ho visto orrendi delitti, di crescente crudeltà: senza pur minime attenuanti. Ho pensato che fosse corretto informare i lettori che mi seguono: ho cambiato idea. Se le responsabilità sono accertate in modo totale, indiscutibile; se non è concepibile la pur minima attenuante.. Se esistono queste due condizioni, penso che per alcuni atroci delitti la pena di morte sarebbe giustificata, necessaria e utile. Ma è solo una mia opinione intima, personale, vorrei che fosse considerata con lo stesso rispetto, con cui accolgo e rispetto le altre.

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