UNA INDISCREZIONE AL GIORNO… CASA MERKEL

Angela-Merkel«Angela Merkel ancora oggi vive in un appartamento in affitto di 90 metri quadrati nel centro di Berlino, quando va in vacanza a Ischia, in Alto Adige o in Svizzera sceglie regolarmente alberghi famigliari di tre stelle e la spesa quando può la fa ancora di persona in un supermercato lungo la Friedrichstrasse. La sua pietanza preferita è la minestra di patate e speck» (Rauhe, La Stampa)

 

OGGI VI DICO CHE… CASA MIA!

“Una casa senza libri è come un giardino senza fiori.” (Edmondo De Amicis)

“Mi sembrava davvero che quella casa ci stesse aspettando. Però anche le case aspettano i loro inquilini, sopravvivono anni lontano da noi e poi aprono le loro braccia di porte e di persiane a una giovane coppia, a due scemi che tremano di felicità.” (Margaret Mazzantini)

“Il privilegio di trovarsi dappertutto a casa propria appartiene solo ai re, alle puttane e ai ladri.” (Honorè de Balzac)

“Dalla conchiglia si può capire il mollusco, dalla casa l’inquilino.” (Victor Hugo)

“Perché in casa mia non ci sono appesi miei dipinti? È perché non posso permettermeli.” (Pablo Picasso)

ATTUALIZZANDO… LE FESTE A CASA

Arrivederci alla Befana: più precisamente, subito dopo la Befana. Salvo casi di eccezionale emergenza, sospendo questo diario per tutte le festività. Forse, e sottolineo forse, sto per realizzare un sogno di sempre. Non vado da nessuna parte, non affronto viaggi e disagi per festeggiare le vacanze (non c’è niente da festeggiare e detesto la parola vacanza). Resto a casa, casa mia, riposo, scrittura e lettura; figli e nipoti: ghiottonerie, riflessioni da vegliardo senza rompere le palle a nessuno e cercando di fare in modo che nessuno le rompa a me. Ho dedicato il 2018 alla lotta contro un tumore, quindi ho lavorato la metà di quanto avrei dovuto. Mi riprometto quindi di chiudere quattro libri, che sto scrivendo da tempo. È un traguardo per sopravvivere. Non ve ne parlo, ve ne darò conto tra venti giorni. Non mi piace fare e ricevere auguri convenzionali. Però, provate a essere felici: è difficile, ma non impossibile. Ci vediamo.

LA CASA DI MATTEO MARZOTTO, CHE FU DI MARTA

Matteo Marzotto, a Milano, vive nella casa della madre Marta. «“Mi disse che avrebbe voluto stare di più a Roma e mi chiese se c’era qualcosa della sua casa di Milano che mi piaceva. Abitavo in un piccolo appartamento di corso Vittorio Emanuele, risposi che sì, mi erano sempre piaciuti i due tavoli rettangolari in pasta di lapislazzuli. Finì che quando se ne andò davvero a Roma mi propose ‘ma perché non ti trasferisci tu, nella mia casa di Milano?’. Così eccomi qui nella sua tenda berbera nel cuore di Milano: e dire che all’inizio l’appartamento era tutto stucchi e colori pastello. La prima volta entrai cercando la mamma e mi ritrovai nel mezzo di un party di 150 persone! Poi lei attraversò la stagione di Marrakesh… e questa casa si coprì di velluti. Anni fa la chiese in prestito Anna Wintour di Vogue Usa, per una cena, Il giorno del mio quarantesimo compleanno mamma Marta non rinunciò a far comparire una maxi torta con 40 candeline, e gli ospiti del mondo moda non capivano perché”. Fra velluti e lampade marocchine ecco sbucare le passioni di Matteo: la fusoliera di un modellino d’aereo, un volume del calendario Pirelli diventato un tavolino. Velocità e mondo del fashion. Su un divano immenso – come quello di un harem – veglia un “guerriero”. Accanto, un quadro dedicato a Marta, da Guttuso. Alla parete un olio del 1933 di Ernesto Quarti Marchiò. Sugli scaffali, fiammanti caschi rossi da moto»(Roddolo, Corriere della Sera)

UNA RICETTA PER LE FESTE A CASA

Il 13 dicembre si festeggia Santa Lucia. La leggenda racconta che, intorno al 1600, Palermo venne colpita da una carestia. Il popolo iniziò a pregare la santa affinché terminasse, fin quando, il 13 dicembre, non arrivò via nave un bastimento carico di grano. Miracolo! La fame era tanta grande che la gente non aspettò nemmeno che venisse trasformato in farina, ma lo divorò semplicemente bollito. Da quel giorno, l’usanza vuole che ci si astenga da pane e pasta, e così le arancine di riso (o arancini per la Sicilia orientale), entrano di tradizione sulle tavole dei palermitani.

CAMILLERI IN CUCINA, A CASA CON NOI

Camilleri, nel romanzo – protagonista Montalbano – che porta il titolo di queste delizie, spiega passo passo la ricetta, condendola di consigli. ingredienti per 16 arancini:
per il ragù: 150 gr di carne di vitello e 150 di maiale, cipolla, carota, sedano, prezzemolo e basilico, 400 gr di passata di pomodoro, concentrato di pomodoro, olio, sale.
Preparazione:  soffriggete il trito, unite i pezzi di carne e rosolateli, aggiungete la passata di pomodoro e il concentrato, salate e fate cuocere. Unite il prezzemolo e il basilico.
Per gli arancini: 500 gr di riso, 1 cipolla, 1 bicchiere di vino bianco, brodo di carne, olio, 2 uova, 80 gr di piselli, 80 gr di salame, besciamella, sale, farina, albumi, pangrattato, olio per friggere.
Preparazione: Preparate un risotto (Camilleri ha premura di scrivere di non usare lo zafferano, per colorare il riso “senza zafferano, pi’ carità!”. Quando il riso è cotto, versatelo su un vassoio e conditelo con un po’ di sugo. Lasciatelo raffreddare. Nel frattempo, lessate i piselli, tritate la carne e mescolatela al sugo; tagliate anche il salame e unitelo al ragù e aggiungete la besciamella. Il giorno dopo prendete un po’ di riso e, tenendolo nel palmo della mano, fate una ‘conca’, mettete al centro un cucchiaino di ragù e chiudete con dell’altro riso. Fate una palla, passate gli arancini nella farina, poi nell’albume e infine nel pangrattato. Friggeteli nell’olio e scolate l’eccesso su un foglio di carta assorbente. Vi propongo questa ricetta, per rallegrare uno dei tanti giorni di festa. Camilleri e Montalbano per un paio d’ore saranno con noi.

cesare@lamescolanza.com