RICORRENZE… NATI L’11 SETTEMBRE

Theodor W. Adorno,Franz Beckenbauer,Brian De Palma, Alberto e Marcello Dell’Utri,Luciana Lamorgese,David Herbert Lawrence,Nicola Pietrangeli, Pupo.
Morti l’11 settembre: Salvador Allende, Beatrice Cenci, Jimmy Fontana, Nikita Kruscev.
(Non posso non citare – anche se qui si parla solo di personaggi famosi – i tremila morti provocati, nel 2001, dall’attentato alle Torri Gemelle).

 

OGGI VI DICO CHE… LA GIUSTIZIA

“A questo mondo si sa che la giustizia si compra e si vende come l’anima di Giuda.” (Giovanni Verga)

“Se noi riconosciamo che errare è dell’uomo, non è crudeltà sovrumana la giustizia?” (Luigi Pirandello)

“La giustizia è la stella centrale che governa la società, il polo intorno al quale ruota il mondo politico, il principio e la regola di tutte le transazioni. Nulla avviene fra gli uomini che non sia in nome del diritto, nulla senza invocare la giustizia.” (Pierre-Joseph Proudhon)

“Giustizia ritardata è giustizia negata.” (Montesquieu)

“Giustizia. Un articolo che lo stato vende, in condizioni più o meno adulterate, al cittadino, in ricompensa della sua fedeltà, delle tasse e dei servizi resi.” (Ambrose Bierce)

ATTUALIZZANDO… UNA GENTILE LETTERA

Ho ricevuto questa lettera, particolarmente cortese, da un’insegnante di Reggio Emilia, Attilia Corbucci: “Penso che il funzionamento della giustizia sia di importanza centrale nel nostro Paese. Seguendola ogni giorno (e quasi sempre condivido ciò che dice), ho notato, se non sbaglio, che lei non si occupa di giustizia… Perché? Sono curiosa. Mi dice perché? E soprattutto cosa farebbe se fosse ministro della giustizia?”.

 

È PREVALENTE IL MIO PESSIMISMO

Rispondo volentieri: non scrivo con frequenza di giustizia perché sono pessimista (vorrei dire razionale, concreto, ma sinceramente ammetto che il pessimismo prevale). I problemi sono enormi, difficilmente sarà possibile realizzare una riforma popolare, equa e di stabile soddisfazione.

 

 

INDISPENSABILE LA RAPIDITÀ

Le mie idee? Cosa farei, quali modifiche mi augurerei, per la giustizia? Ecco, schematicamente, le mie indicazioni. Per prima cosa, la certezza, che può derivare solo da una giustizia puntuale ed efficiente. Negli Stati Uniti sono stato testimone di questo episodio: ho visto impallidire un manager, quando si è sentito dire “ti faccio causa”. Perché sapeva che la sentenza del magistrato sarebbe arrivata entro pochi giorni. Viceversa, in Italia, dire “ti porto in tribunale, facciamo causa” significa dare sollievo a chi sia responsabile di un torto. Perché la sentenza arriverà chissà quando, forse mai, e chissà come.

A SEGUIRE, VIA LA POLITICA

Sogno un sistema giudiziario in cui gli impegni politici siano tenuti lontani dalle attività, nel loro lavoro, dei magistrati. Primo provvedimento: vietare il girotondo dei magistrati che si dimettono per fare politica e poi, se credono, rientrare nei ranghi, come e quando vogliono. Come minimo, andrebbe stabilito, per l’andata e ritorno, un lungo termine di tempo: minimo dieci anni. Un magistrato dev’essere e apparire oggettivo, super partes; nessuno dovrebbe sospettare che sia influenzabile da opinioni politiche personali, o peggio di vicinanza e frequentazioni di partiti e gruppi politici.

RIGORE E SEVERITÀ NELL’APPLICAZIONE DELLA LEGGE

Infine, andrebbero rivisti – grazie a studiosi e tecnici ineccepibili – criteri di rigore e di applicazione di norme e di leggi. È di questi giorni la notizia di un giovane, condannato per aver assassinato ferocemente (a bastonate) un uomo che si ribellava a una rapina, e presto premiato con un permesso per festeggiare a casa il suo diciottesimo compleanno. Mi associo alla straziante protesta della figlia della vittima. E i lettori sanno quanto spesso vari criminali (ladri, rapinatori, perfino assassini) vengono rimessi in libertà il giorno dopo essere stati arrestati. Ci sono leggi sbagliate, cavilli assurdi? Bisognerebbe, con urgenza, rimettere le cose a posto, secondo elementare buon senso.

LE RIFORME? MOLTO DA FARE…

Mi fermo qui, anche per ragioni di spazio. Ma ci sarebbe molto, moltissimo altro da fare. Come ho scritto, sono pessimista: le riforme non si faranno, o si faranno e saranno confuse, contraddittorie, pasticciate. E la gente sarà sempre più esasperata.

 

 

 

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