RICORRENZE. NATI IL16 NOVEMBRE

Hector Cuper, Joaquín Navarro Valls, Tazio Nuvolari, Totò Riina, Josè Saramago, Mario Soldati.
MORTI: Milton Friedman, Clark Gable.

 

 

 

 

CITAZIONI…. PROUST BAMBINO

“La mia sola consolazione, quando salivo per coricarmi, era che la mamma venisse a darmi un bacio non appena fossi stato a letto.” (Marcel Proust)

 

 

 

NOMI VIETATI AI FIGLI

In Italia una delle norme che regolano il nome è stata aggiornata nel 2000 da un precedente provvedimento del 1939. Non si può imporre a un bambino lo stesso nome del padre (in America sì, con il “Jr.”), come anche di fratelli o sorelle viventi. È invece decaduto il divieto per i termini geografici, anche se c’era tolleranza, ad esempio, per Italia. E Asia era accettata in quanto nome della ninfa greca figlia di Oceano e Teti, madre di Prometeo.
Ecco alcuni dei nomi vietati in tutto il mondo. La Francia non permette un nome che porterebbe a una vita di derisioni. Esempi di nomi vietati: Nutella, Fragola, Demonio, Principe William, Mini Cooper.
La Germania è rigorosa: nessun nome di genere neutro, nessun cognome, no a nomi di oggetti o nomi di prodotti; e nessun nome che potrebbe influire negativamente sul benessere del bambino o portare all’umiliazione. Esempi di nomi: Osama Bin Laden, Kohl, Merkel, Adolf Hitler. Nomi vietati: Giuda, Chanel, Parigi, Schmidt, Mercedes.

IL SORRISO… IL MENU DELLA MAMMA

“Il menu di mia madre aveva due scelte: prendere o lasciare” (Anonimo)

 

 

 

OGGI VI DICO… L’INFANZIA

“Quanto più un uomo invecchia, tanto più si riavvicina alla fanciullezza, finché lascia questo mondo in tutto come un bambino al di là del tedio della vita e al di là del senso della morte.”
(Erasmo da Rotterdam)

“Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano.”
(Antoine De Saint-Exupery)

“Peter Pan non invecchia affatto, ma muore in tenera età nell’immaginazione dei giovani che si sentono già vecchi e dei vecchi che si sentono già morti e sepolti.”  (Jean-Paul Malfatti)

“E vissero tutti infelici e scontenti”. Così, per non ingannare il suo bambino termina le favole. (Ennio Flaiano)

“Bimbo mi chiedi cos’è l’amore? Cresci e lo saprai. Bimbo mi chiedi cos’è la felicità? Rimani bimbo e lo vedrai…” (Jim Morrison)

COM’ERA IMPORTANTE LA NOSTRA MERENDA

SÌ, quanto era semplice la mia merenda da bambino: pane olio e sale, oppure (dolce!) con burro e zucchero.
La mia nota di oggi si riferisce alla vita dei bambini (come me) e degli adolescenti negli anni successivi alla seconda guerra mondiale. Sapete quale fosse la nostra merenda? Una fettina di pane con olio e sale. E a volte non era la merenda, ma anche il pranzo o la cena. Per me e, credo, per molti, una vera prelibatezza: perciò la ricordo, con piacere, dopo settant’anni e, se sono solo in casa, mi soddisfa anche oggi. E sapete qual era il nostro lusso, se invece volevamo il dolce? Elementare, Watson! Una fettina di pane con burro e zucchero. Fine anni quaranta, inizio cinquanta. La mia famiglia viveva a Bogliasco, un paesino sul mare attiguo a Genova, ma mio padre aveva trovato una casupola in collina: lavorava a Genova e quando tornava, la sera, doveva affrontare una piccola, ma dura, salitina. Io l’aspettavo in alto: una o due volte al massimo, d’estate, portava a casa una piccola anguria. Vederlo con l’anguria, inaspettata, era una grande, gioiosa festa. Gli correvo incontro. Non ricordo lussi o sprechi, tanto meno giocattoli. Consentitemi di dire: quando sento i miei figli e nipoti parlare di sacrifici e sofferenze, mi viene da ridere. Oppure mi irrito, mi arrabbio. Ma certamente sbaglio io. Le cose cambiano, e non è mai facile capire il cambiamento.

cesare@lamescolanza.com