RICORRENZE… NATI IL 7 FEBBRAIO

Syusy Blady, Charles Dickens, Thomas More, Eva Riccobono, Vasco Rossi, Francesco Salvi, Melissa Satta.
MORTI: Papa Pio IX, Claudio Villa.

 

 

 

UNA INDISCREZIONE AL GIORNO… FERRARI DIXIT

Qualcuno ha detto: se una cosa funziona dopo un po’ correggila. Lo so, è strano. Ma ho sempre pensato che una vittoria senza merito è solo una mezza vittoria. Siamo un popolo strano. Il vecchio Ferrari diceva: siamo brava gente ma non perdoniamo chi vince» [Arrigo Sacchi a Antonio Gnoli, Robinson].

 

 

UN SORRISO… IL RUGGITO DI LETTA

Durante una recente riunione hanno visto Gianni Letta diventare rosso fuoco, le vene gonfie al collo, prima di urlare a Berlusconi: «Silvio, vuoi capirlo? Non esiste più il centrodestra, esiste Salvini che non è affidabile» [Verderami, Corriere della sera].

 

 

OGGI VI DICO…. IL SUCCESSO

“Il successo e la gioventù sono cose che prima o poi bisogna restituire.”
(Giorgio Faletti)

“L’ottanta per cento del successo è nel saper apparire.”
(Woody Allen)

“Il successo è una cosa piuttosto lurida; la sua falsa somiglianza col merito inganna gli uomini.”
(Victor Hugo)

“Il successo copre una miriade di errori.”
(George Bernard Shaw)

“Il più grande oratore del mondo è il successo.”
(Honoré de Balzac)

ATTUALIZZANDO… SANREMO COME LA PIZZA

Il Festival di Sanremo è simile alla pizza napoletana o alla democrazia cristiana. Mi spiego: sento dire da amici ed amiche che sono impegnati in diete severissime, ma poi puntualmente si arrendono alla tentazione di una buona pizza. E un tempo nessuno diceva che avrebbe votato democrazia cristiana, poi la dc per cinquant’anni si imponeva in tutte le elezioni.
Idem Sanremo: tutti o quasi dicono che non guarderanno il Festival, poi il Festival arriva, domina gli ascolti e non si parla d’altro.

MI ARRENDO ANCH’IO

Ok, permettete? Mi arrendo anch’io e vi confido qualche pensierino. Un po’ me ne intendo: di Festival (o Festivàl, come preferite) ne ho fatti tre come autore e ne ho seguiti altri sei con “Domenica in”.
Ho portato all’Ariston Mike Tyson e la regina Ranja di Giordania e tanti altri ospiti che non c’entravano niente con la musica: sono stato tra i primi a sostenere che, puntando ad alti ascolti, le canzoni incidono meno degli ospiti, delle provocazioni e delle polemiche.
Più della qualità sono importanti, per gli ascolti, le chiacchiere goffe, il chiasso, la confusione, senza stile né coerenza.

UN ESEMPIO? ACHILLE LAURO

Così anche quest’anno. Un esempio, da studiare? Achille Lauro si è proposto come San Francesco: provocazione eccellente. Si è presentato vestito sfarzosamente, poi è rimasto seminudo, ma con un prezioso, elegante abitino. Dov’è la goffa, tradizionale contraddizione sanremese?
Il San Francesco di Lauro era vestito da Gucci: prima e dopo! Passi per la prima parte, il santo mondano, ma dopo il trionfo della vocazione lo avrei preferito vestito, semplicemente, di stracci. Però importa qualcosa? Assolutamente no. Se ne discute e solo questo conta. Di Amadeus, Fiorello, di altre scelte e provocazioni parleremo ancora. È buona la pizza, no? Anche per me.

 

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