RICORRENZE… NATI IL 5 GIUGNO

Massimo Cacciari, Elena Lucrezia Cornaro (1646, la prima donna laureata al mondo), Ken Follett, Federico Garcìa Lorca, Michele Guardì, John Maynard Keynes, Enrico Ruggeri, Stefania Sandrelli, Adam Smith, Pancho Villa.
Morti il 5 giugno: Ray Bradbury.

 

 

UNA INDISCREZIONE AL GIORNO… IL SUDORE

Philip Tierno, microbiologo e patologo alla New York University School of Medicine, ha calcolato che un uomo di media corporatura può rilasciare nel letto fino a 100 litri di sudore all’anno e che i cuscini, di piuma o sintetici, possono contenere da 4 a 17 specie diverse di funghi.

 

 

OGGI VI DICO CHE… MAIGRET

“Maigret non somiglia ai poliziotti resi popolari dalle caricature. Non aveva né baffi né scarpe a doppia suola. Portava abiti di lana fine e di buon taglio. Inoltre si radeva ogni mattina e aveva mani curate. Ma la struttura era plebea. Maigret era enorme e di ossatura robusta. Muscoli duri risaltavano sotto la giacca e deformavano in poco tempo anche i pantaloni più nuovi” (Georges Simenon)

“Maigret è l’elemento cui la realtà reagisce: una specie di elemento chimico che rivela una città, un mondo, una poetica” (Leonardo Sciascia)

“Montalbano ha imparato da Maigret” (Andrea Camilleri)

“Non si stupiranno i miei lettori se oggi ricorro a quell’indimenticabile maestro di questo genere che è stato Georges Simenon e al suo celebre personaggio, il commissario Maigret, brusco eppur umanissimo scopritore del bene e del male in una Parigi spesso ovattata e immersa nella notte e nella nebbia” (Gianfranco Ravasi)

“Senza la sua pipa Maigret è un uomo nudo. All’inizio di ogni indagine, essa supporta le sue riflessioni e la sua percezione tattile del mondo esterno” (Le Figaro)

ATTUALIZZANDO… L’AUTOBIOGRAFIA DI SIMENON

Di Georges Simenon non si riuscirà mai a saperne abbastanza. Non mi aspettavo che due ammiratori del creatore di Maigret (Luciana Gregori da Pisa, Ernesto Milanesi da Como), mi chiedessero qualche approfondimento, dopo la nota che avevo pubblicato un paio di settimane fa. Ed eccomi qui. L’autobiografia di Simenon è un libro di centinaia di pagine (non sono riuscito a leggerlo interamente). La sua passione, universalmente conosciuta, per le donne è intrigante. Però è meno noto che ci furono anche rapporti difficili e tormentati.

LA MADRE LO DISPREZZAVA

Con la madre addirittura devastanti: lei, oltre ad imputargli la responsabilità per la tragica morte dell’adorato primogenito (il fratello di Simenon morì in giovane età), gli rimproverava di essere uno “scrittore fallito”. Ebbero rapporti difficili o inesistenti, solo davanti al letto di morte della mamma Georges ebbe momenti di riflessione e un lampo di tenerezza.

 

AMORE E GELOSIA

Nel matrimonio le cose non andarono meglio: dopo il fallimento della prima unione, Simenon visse una relazione dura e difficile con Denyse Ouimet la quale, dopo anni di profonda passione e intollerabili gelosie, proprio per i continui tradimenti del marito, si diede all’alcol, arrivando quasi alla pazzia.

 

 

LA FIGLIA SUICIDA

Il 19 maggio 1978 la figlia venticinquenne di Simenon, Marie-Jo, si suicidò nella sua casa parigina sugli
Champs-Elysèes, sparandosi un colpo al cuore. Simenon ne sparse le ceneri nel giardino della villa di Losanna. Tra i motivi del suicidio certamente il rapporto con il padre. Marie-Jo, dopo un’infanzia difficile, era entrata fin dalla adolescenza in un terribile circuito di cliniche, ospedali e cure psichiatriche e, prima di riuscirci, aveva già tentato più volte il suicidio. Sapeva che il padre frequentava un incredibile numero di donne e non riusciva ad accettarlo.

 

 

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