RICORRENZE… NATI IL 31 MARZO

Johann Sebastian Bach, Leo Biscaglia, Maurizio De Giovanni, René Descartes, Isabella Ferrari, Anna Finocchiaro, Jacopo Fo, Al Gore, Franz Joseph Haydn, Antonio Ingroia, Lele Mora, Tina Pica, Carlo Rubbia
MORTI: Charlotte Bronte, Ivan I di Russia, Luciana Giussani, Giuseppe Giusti, Isaac Newton, Jesse Owens

 

 

INDISCREZIONI, NOMINE, CANDIDATURE / MERKEL IN PISTA

Angela Merkel , se si presentasse per la quinta volta, verrebbe rieletta di corsa. Da quando è cominciara l’emergenza, due settimane fa, ha guadagnato sei punti nei sondaggi, e la Cdu è di nuovo al 32%. Bene anche il partito gemello bavarese Csu, al 42%, due punti in più. Tutti gli altri sono in calo [Giardina, Italia Oggi].

 

OGGI VI DICO… GLI AMORI SCABROSI

“Ciò che è lecito non dà piacere, quello che è proibito infiamma.” (Ovidio)

“La purezza del sentimento nasce dall’oscurità dell’impulso erotico.” (Vito Mancuso)

“L’erotismo e la fantasia entrarono nella mia vita con la forza di un tifone, infrangendo l’ordine noto delle cose”.  (Isabel Allende)

“Bruciare di desiderio e tacere è la punizione più grande che possiamo infliggere a noi stessi.” (Federico García Lorca)

“Ho sognato di essere il collant di Ursula Andress.” (Woody Allen)

SORRISI, SMORFIE, LACRIME… ARBASINO E IL VAFFA

Alberto Arbasino, nell’edizione 1993 del romanzo “Fratelli d’Italia”, ammette che la “magica potenza del vaffanculo” si sprigiona soprattutto nel discorso orale, e al cinema, mentre “sulla pagina è brutto”» (Stefano Bartezzaghi).

 

 

ATTUALIZZANDO… DAME GALANTI, UN LIBRO

Un abate licenzioso e pettegolo fu l’autore delle scabrose storie delle donne galanti. Pochi lettori (e con questi pochi mi congratulo assai) conoscono Pierre de Bourdeille. Mi spiego: prima di tutto desidero proporvi un argomento lieve, per attenuare i pensieri malinconici che ci turbano in questi giorni di clausura, con varie preoccupazioni. Poi: qualche giorno fa vi ho parlato di un libro che ho trovato negli anfratti della mia biblioteca, “Le dame galanti”, che si infischiavano di far parlare male di sé e dei loro mariti.
E ho sbrigativamente citato l’autore come il Signore di Blantome.

UN ABATE, AVVENTURIERO E SEDUTTORE

Alcuni amici mi hanno chiesto di saperne di più: ho fatto qualche ricerca (non sapevo granchè) ed eccomi pronto a rispondere. Blantome fu un nome d’arte, riferito a una tenuta ecclesiastica, di cui avrebbe dovuto occuparsi (e mai lo fece) l’autore del delizioso libro. Era un abate, si chiamava Pierre de Bourdeille (1540-1614), e non fu propriamente uno scrittore, ma un avventuriero, un soldato di ventura, un seduttore amante di erotismi e di storie scabrose.
Un cortigiano amante di pettegolezzi. Crebbe alla corte di Margherita di Navarra e partecipò a scorribande in Italia e in Scozia, al servizio di Maria Stuart. Conobbe Elisabetta d’Inghilterra, combattè i pirati in tutto il Mediterraneo, e anche gli ugonotti, infine si ritirò sotto la protezione di Enrico III.

LA TRADUZIONE DI ALBERTO SAVINIO

Il suo libro fu pubblicato postumo nel 1665 e in Italia solo nel 1937 dall’editore Formiggini, che lo inserì in una collana di libri comici, con la splendida traduzione di Alberto Savinio. Infine, in tempi più recenti, una nuova elegante edizione voluta da Adelphi. Fu presentato come una raccolta monumentale di aneddoti licenziosi, “intrisa in ogni sua riga di una ferina arguzia”. E l’autore descritto come un guascone caustico, attratto dalle furie amorose delle donne, popolane e nobili.

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