RICORRENZE…NATI IL 31 GENNAIO

Malika Ayane, Agostino Depretis, Krizia (Mariuccia Mandelli), Mario Lanza, Bernardo Provenzano, Fabio Quagliarella, Franz Schuberth , Salvo Sottile.
MORTI: Don Bosco, Silvio Pellico, Leonardo Sinisgalli.

 

 

UNA INDISCREZIONE AL GIORNO… MEMORIA RECORD

Il campione del mondo di memoria è un italiano di 20 anni. Si chiama Andrea Muzii, è romano, e ha totalizzato 8.170 punti sbaragliando 170 avversari arrivati da tutto il mondo: «Ma il mio non è un dono naturale. La memoria si può allenare e i miei successi ne sono la dimostrazione». Nei tre giorni di sfide, a Zuhai in Cina, ha memorizzato persino 1.829 carte, oltre 35 mazzi mischiati e li ha ricostruiti nell’esatta sequenza senza errori. Prossima sfida: le Memoriadi, ovvero le Olimpiadi dei campioni della memoria del 2020 a Dubai. «Eppure fino a pochi anni fa avevo una memoria come quella delle persone normali. “Ho cominciato ad allenarla con tecniche particolari e ho subito notato i miglioramenti. La strategia più efficace? L’antichissimo metodo del palazzo della memoria”. Consiste nell’associare a un numero o all’elemento da ricordare un percorso familiare: spesso ha utilizzato il tragitto del lungomare di Pescara (città di cui è originario il bisnonno Mario, sindaco dal 1948 al 1951) mettendo in fila bar, palme e stabilimenti balneari» [Femia, La Stampa.]

UN SORRISO… CLAMOROSO AL CIBALI

“Clamoroso al Cibali!”, Sandro Ciotti commentando la vittoria per 2-0 del Catania allo stadio Cibali contro l’Inter: radiocronaca del 4 giugno 1961, ‘Tutto il calcio minuto per minuto’.

 

 

 

OGGI VI DICO… RADIO E TELECRONISTI

“La Radio è il teatro della mente.” (Steve Allen)

“Il senso della radio è la possibilità di mettere davanti a un microfono la gente che si vuole nei momenti che si vuole.” (Walter Benjamin)

“Ho sempre trovato qualcosa alla radio. Proprio come i treni e le campane, era parte della colonna sonora della mia vita.” (Bob Dylan)

“Non è vero che non avevo niente, ho avuto la radio.” (Marilyn Monroe)

“Vedete, il telegrafo è un tipo molto, molto lungo di gatto. Voi tirate la sua coda a New York e la sua testa miagola a Los Angeles. Lo capite questo? E la radio opera esattamente allo stesso modo: voi mandate i segnali qui, e loro li ricevono là. L’unica differenza è che non c’è alcun gatto.”
(Albert Einstein)

ATTUALIZZANDO…. NICOLÒ CAROSIO, UNA VITTIMA

I ricordi e gli aneddoti sulla vita e sulla carriera di Nicolò Carosio potrebbero, volendo, essere centinaia.
Vi dico subito che vorrei, ma in questo spazio non sarebbe possibile. Tuttavia, dopo il ritratto di Nick che ho pubblicato domenica su La Veritá, sono stato sommerso dalle rievocazioni del grande radio-telecronista siciliano.
La lettera più interessante è quella che mi è arrivata dal lettore Pino Frisoli: lo invidio e lo ringrazio per la sua minuziosa competenza nella storia del calcio.

PERFIDAMENTE ACCANTONATO

La sua precisazione più importante (tra tante) è che Carosio non fu licenziato dalla Rai dopo il campionato del mondo in Messico, nel 1970, ma commentò altre (poche) partite. Vero, peraltro non poteva essere licenziato perché era un collaboratore, non ebbe mai un regolare e formale contratto. Indiscutibilmente però fu (a mio parere ingenerosamente, perfidamente, brutalmente) accantonato. Ringrazio e passo ad alcune rievocazioni.

 

CAUSTICO ANCHE CON RIVERA E MERONI

Con il suo stile inglese non sopportava le “sceneggiate”, quando un calciatore finiva a terra e ci restava senza motivo, Nick era spiccio: «alzarsi e camminare». Perfino con Gianni Rivera. Non amava i ruoli indefiniti. «Punte, mezze punte, puntine da disegno», ironizzò una volta. Se la partita gli sembrava fiacca, strillava: “Questo e’ calcio da salotto!“.
E soffriva per la Nazionale: “Ahi, ahi, qui si mette male“.
A Belfast addirittura, durante Irlanda del Nord – Italia, anni Cinquanta, il difensore azzurro Rino Ferrario fu aggredito: “Cosa aspetta la polizia a intervenire? Quattro randellate ben date e tutto torna a posto“. A Gigi Meroni, mio caro amico, eccellente solista in campo, e famoso capellone, ingiunse: “Tagliarsi i capelli, cosi’ il pallone non lo vedi“.

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