RICORRENZE… NATI IL 30 MAGGIO

Michail Bakunin, Vigor Bovolenta, Roberto Calasso, Gianrico Carofiglio, Piero Chiambretti, Peter Carl Fabergé, Giulia Grillo, lo zar Pietro I il Grande.
Morti il 30 maggio: Giovanna d’Arco, Christopher Marlowe, Boris Pasternak, Alexander Pope, Rubens e Voltaire.

 

 

UNA INDISCREZIONE AL GIORNO… KATE E WILLIAM

 «Kate Middleton, il matrimonio con il principe William al capolinea? Ecco la verità. Negli ultimi giorni, sui tabloid inglesi si rincorre il rumor di una presunta crisi tra i duchi di Cambridge. In pubblico, Kate e William appaiono sempre insieme e irreprensibili, ma secondo queste voci, si tratterebbe solo di apparenza. Secondo molti siti britannici lui la ignorerebbe completamente. Non è tutto. Il biografo inglese Andrew Morton, nel suo libro William and Catherine, ha parlato di frequenti alti e bassi nel rapporto tra i due. Secondo Morton, nonostante Kate Middleton cerchi di salvare le apparenze – mostrandosi in pubblico con il marito e i tre figlioletti George, Charlotte e Louis – non sarebbe una moglie felice. Bufera in casa Cambridge? Staremo a vedere» [Dagospia].

 

OGGI VI DICO CHE… IL MERITO

“E’ curioso vedere che gli uomini di molto merito hanno sempre le maniere semplici, e che sempre le maniere semplici sono state prese per indizio di poco merito” (Giacomo Leopardi)

“Quiete mortale invoco, vedendo il Merito a mendicare e la vuota Nullità gaiamente agghindata”
(William Shakespeare)

“Come merito e fortuna siano concatenati, non viene mai in mente agli stolti” (Goethe)

“Più conosco il mondo e meno ne sono entusiasta: ogni giorno che passa mi conferma nel mio giudizio sull’instabilità dei caratteri e sullo scarso affidamento che va fatto su ciò che può apparire merito o ingegno” (Jane Austen)

“Il bordello è l’unica istituzione italiana dove la competenza è premiata e il merito riconosciuto” (Indro Montanelli)

 

ATTUALIZZANDO… IN RAI QUEI 240 MILA EURO (LORDI)..

Rai, è indispensabile tagliare gli sprechi e misurare i compensi, invece, sul valore del merito. In Rai lo stipendio massimo per qualsiasi dipendente (240 mila euro lordi, che diventano 110 netti tra IRPEF e altre trattenute) a me sembra un’assoluta assurdità. Forse è una opinione controcorrente, ma il ragionamento è semplice: il criterio cozza contro le mie convinzioni sul merito.

 

TUTTI UGUALI? UNA SCIOCCHEZZA…

Il tetto è uguale per tutti, per quelli che lavorano e sgobbano, così come per quelli che non fanno nulla e si imboscano nei corridoi, al bar e in misteriosi uffici. Quel tetto è rigoroso e non superabile (neanche un euro in più) per nessuno: sia se un dirigente ha grandi meriti, sia se ha sulla coscienza risultati disastrosi; sia se ha forti responsabilità e governa centinaia, anche migliaia di dipendenti e collaboratori, sia se non deve occuparti di nessuno.

 

TAGLIARE GLI SPRECHI, VEDI IL CASO FAZIO

Ma che razza di impostazione è? A me sembra elementare che la regola dovrebbe essere ben diversa! Prima di tutto, tagli severi verso gli sprechi: un esempio è lo scandaloso caso di Fabio Fazio, che fu trasferito da Rai 3 a Rai 1 e, adesso, giustamente retrocesso a Rai 2, ma con tagli minimi agli incredibili compensi che gli vennero accordati chissà come, chissà perché, chissà da chi. In Rai, dovunque volgi lo sguardo puoi prendere una ramazza in mano e tagliare e ripulire, ripulire e tagliare.

STIPENDI, PREMI E PROMOZIONI A CHI FA BENE

Per gli stipendi, un tetto per tutti va bene. Con una fondamentale diversità però: premi, bonus, promozioni e riconoscimenti pubblici per coloro che abbiano ben lavorato; calci nel sedere (ahimè virtuali) e vere sanzioni, fino all’esonero, per coloro che abbiano ottenuto flop e procurato disastri economici all’azienda. Difficile? Certo. Impossibile? No. Basterebbe riuscire, finalmente, a tener lontana la pressione del mondo politico su un’azienda, la nostra amatissima Rai, che dovrebbe agire nell’interesse esclusivo dei cittadini.

cesare@lamescolanza.com