RICORRENZE. NATI IL 3 NOVEMBRE

Pupi Avati, Vincenzo Bellini, Charles Bronson, Benvenuto Cellini, Milly D’Abbraccio, Afef Jinifen, Giovanni Leone, Alberto Manzi, Cristina Tamburello, Monica Vitti.
MORTI: San Carlo Borromeo, Giuseppe Di VIttorio, Marguerite Duras, Bob Kane Henry Matisse.

 

POESIE… SE LA MORTE, DI ALDA MERINI

“Se la morte fosse un vivere quieto,
un bel lasciarsi andare,
un’acqua purissima e delicata
o deliberazione di un ventre,
io mi sarei già uccisa.
Ma poiché la morte è muraglia,
dolore, ostinazione violenta,
io magicamente resisto”.
(Alda Merini)

IL SORRISO… IL PEGGIO È PASSATO

OGGI VI DICO… I NECROLOGI

“Gli animali hanno sugli uomini questi vantaggi: non hanno teologi che li istruiscano, i funerali costano loro nulla, e nessuno promuove cause legali per i loro testamenti.” (Voltaire)

“Per quanto mi riguarda, chiedo di essere portato al cimitero in un furgone da sgombero.”
(André Breton)

“Nessuno deve essere definito beato prima della morte e delle esequie.” (Ovidio)

“A me i funerali mi danno sempre una grande emozione. Sì, sì: mi vengono giù dei lacrimoni, come se fosse successo chissà che cosa…” (Totò- Baronessa Laudomia di Torrealta)

“E’ così egocentrico che se va a un matrimonio vorrebbe essere la sposa, a un funerale il morto.”
(Leo Longanesi)

LO STORNELLO DI FAVINO PER GIGI

“Però ‘n se fa così, tutto de botto.
Svejasse e nun trovatte, esse de colpo a lutto.
Sentì drento a la panza strignese come un nodo
Sape’ che è la mancanza e nun avecce er modo
de ditte grazie a voce pe’ quello che c’hai dato
pe’ quello che sei stato, perché te sei inventato
un modo che non c’era de racconta’ la vita
e ce l’hai regalato così un po’ all’impunita,
facendo crede a tutti che in fondo eri normale,
si ce facevi ride de quello che fa male,
si ce tenevi appesi quando facevi tutto,
Parla’, balla’, canta’, pure si stavi zitto.
Te se guardava Gi’, te se guardava e basta
come se guarda er cielo, senza vole’ risposta.
All’angeli là sopra faje fa du risate,
ai cherubini imparaje che so’ le stornellate,
Salutece San Pietro, stavolta quello vero,
tanto gia’ ce lo sanno chi è er Cavaliere Nero.

(Pierfrancesco Favino)

IN MORTE DI SEAN CONNERY E GIGI PROIETTI

“Che la terra ti sia lieve” e anche “riposa in pace”: sono frasi che rifiuto, è solo retorica – anche per Connery e Proietti. Quando scompare una persona a cui siamo affezionati, o un personaggio che ammiriamo, sarebbe una cosa giusta e intelligente evitare frasi fatte e convenzionali. In morte di Sean Connery e Gigi Proietti abbiamo assistito all’ennesima alluvione di frasi buttate lì, secondo abitudini ormai consolidate. La frase latina ‘Sit tibi terra levis’, tradotta letteralmente significa che la terra ti sia lieve. Durante il Paganesimo, era un auspicio utilizzato per le tombe latine e greche. L’origine? Da individuare nel peso della terra sul corpo del defunto, con un senso di angoscia e di oppressione.

GIANNI BRERA SCRIVEVA COSÌ

C’è un’analogia con il saluto cristiano requiescat in pace.
La prima espressione era caduta in disuso e – se non sbaglio – fu rilanciata grazie al grande Gianni Brera, che spesso concludeva così i suoi – coinvolgenti, suggestivi – articoli di necrologio per famosi defunti (non solo eroi dello sport).
Al punto che Aldo Biscardi, quando arrivò la notizia della morte di Brera in un incidente stradale , nel dicembre del 1992, lo salutò proprio così: “Che la terra ti sia lieve, Gioann”. Ma che caspita significa questo modo di dire, al di là della retorica? Non saprei davvero, a parte la suggestione dell’origine latina, che molti, presumo, ignorano.

E IO NON VOGLIO RIPOSARE!

Peggio mi sento, poi, per il “Riposa in pace”, inconsapevolmente ipocrita. Il riposo non mi piace, per di più se è eterno! Perché delle due l’una: o sono morto, morto per sempre, e chi muore non riposa, ma giace e chi vive si dà pace (questo sì che è realismo). Oppure c’è un’altra vita dopo la morte e allora preferirei essere salutato con un “vivi in pace e cerca di darti una mossa, per fare qualcosa di buono e utile”.

 

 

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