RICORRENZE…NATI IL 27 FEBBRAIO

Cecilia Capriotti, Simone Di Pasquale, Mal, Ariel Sharon, John Steinbeck, Rudolf Steiner, Elizabeth Taylor.
MORTI: Konrad Lorenz, Adriano Olivetti, Ivan Pavlov.

 

 

L’INDISCREZIONE…

Lei è molto più giovane di Giorgio. «È vero. Ma tra noi il ragazzino era Giorgio».
Eravate entrambi di Asti, vi incrociavate spesso? «Mai visto. Non sapevo chi fosse».
Come vi siete conosciuti? «In casa di amici. Guardando la finale degli Azzurri agli Europei di calcio».
Era il 2000. Come scoccò la scintilla? «Stava per uscire “Nonsense”, il suo quinto album. Me ne parlò con un entusiasmo che mi colpì. E da allora cominciammo a vederci».
Quando le chiese di sposarla? «Era ricoverato in ospedale. Io gli dissi: Richiedimelo quando sarai guarito. Accettare adesso sarebbe circonvenzione di incapace» [Roberta Bellesini, vedova di Giorgio Faletti, a Nino Materi, Il Giornale].

OGGI VI DICO… IL CONFRONTO

“L’uomo cerca un ostetrico delle proprie idee, l’altro qualcuno cui egli possa recare aiuto: così nasce un buon dialogo.” (Friedrich Nietzsche)

“Il dialogo dovrebbe essere semplicemente un suono fra gli altri, solo qualcosa che esce dalla bocca delle persone, i cui occhi raccontano la storia per mezzo delle espressioni visive.”
(Alfred Hitchcock)

“Contraddizione e adulazione guastano entrambe il dialogo.” (Johann Wolfgang Goethe)

“Sei tu a controllare il confronto. – Nessuno può farti del male, a meno che non sia tu a consentirglielo.“ (Bruce Lee)

“Un uomo di parte, quando è coinvolto in una disputa, non si interessa affatto dei diritti della questione, ma è ansioso solo di convincere gli ascoltatori delle sue proprie asserzioni.” (Platone)

IL SORRISO… LA DEPRESSIONE

“Ho conservato il punto di vista del depresso”
(Michel Houellebecq)

 

 

 

ATTUALIZZANDO…GLI ANNI PIÙ BELLI E IL FILM PIÙ BRUTTO

Gli anni più belli” è un filmetto qualunque, con un successo esagerato e forse immeritato. È un’opinione personale, scrivo ciò che penso e con disagio ho letto che il regista, Gabriele Muccino, non gradisce le critiche.
E vabbè, mi faccio forza. Il film non solo non mi è piaciuto, non mi ha coinvolto e non mi ha divertito, ma mi ha procurato una forte inquietudine: è ciò che provo, quando assisto a impudenti scopiazzature di opere d’arte create da altri. In questo caso – il cinema.

I CAPOLAVORI DI DINO RISI ED ETTORE SCOLA

I riferimenti a cui Muccino si ispira sono due capolavori: “Una vita difficile” di Dino Risi (1961), con uno straordinario Alberto Sordi (in un insolito ruolo drammatico), Lea Massari, Franco Fabrizi, Lina Volonghi e Claudio Gora, e “C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola (1974), con un cast impareggiabile composto da Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Stefania Sandrelli, Stefano Satta Flores, Aldo Fabrizi. Se ho capito bene, Muccino ha disinvoltamente parlato di citazioni, omaggi ai due maestri.
Un’astuzia? Mah, il confronto è comunque inevitabile.

REGGE SOLO MICAELA RAMAZZOTTI

È la storia di quattro amici adolescenti, raccontati fino all’età adulta: troppi episodi sono analoghi rispetto alle trame dei due capolavori. Come ho detto, confronti inevitabili: annegano Pier Francesco Favino (reduce dal ruolo di Bettino Craxi: ma perché ha accettato?), Claudio Santamaria e Kim Rossi Stuart. Si salva, direi, solo una strepitosa Micaela Ramazzotti, non inferiore alla prestazione che fu di Stefania Sandrelli. Da anziano, ricordo e rimpiango Risi e Scola. Forse i giovani si accontenteranno. Ma se voleva misurarsi con i giganti degli anni Sessanta e Settanta, Muccino ne esce con le ossa rotte.

 

 

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