RICORRENZE… NATI IL 22 OTTOBRE

Anna Maria Cancellieri, Catherine Deneuve, Valeria Golino, Paola Severino.
MORTI: Franz Liszt, Doris Lessing,  Gilberto Govi, Boris Giuliano, Robert Capa, Georges Brassens, Paul Cezanne, Stefano Cucchi, Giorgio De Stefani, Albert Szent Giorgyiy (ungherese, Premio Nobel, scopritore della vitamina C.)

 

 

UNA INDISCREZIONE AL GIORNO… SESSUALITÀ FEMMINILE

Tra i nemici principali della sessualità in menopausa è l’atrofia vulvo-vaginale. A soffrirne è circa il 50% delle donne [AdnKronos].

 

 

 

 

UN SORRISO… FULVIO LUCISANO

“Una volta si presentò in ufficio un’attrice e si aprì il cappotto: sotto era nuda… Le intimai di rivestirsi tanto più che al piano inferiore, in casa nostra, c’ era mia moglie”. (Fulvio Lucisano, grande produttore di cinema e televisione).

 

 

 

OGGI VI DICO CHE… LA MALATTIA

“Le malattie dell’anima sono più pericolose e più numerose di quelle del corpo.” (Cicerone)

“Nel momento in cui ci si chiede il significato ed il valore della vita, si è malati.” (Sigmund Freud)

“Sembra che la natura sia in grado di darci solo malattie piuttosto brevi – la medicina ha inventato l’arte di prolungarle.” (Marcel Proust)

“Se la malattia e la tristezza sono contagiose, non c’è niente al mondo così irresistibilmente contagioso come il riso e il buonumore.” (Charles Dickens)

“Questa vita è un ospedale in cui ogni paziente è posseduto dal desiderio di cambiare letto!”
(Charles Baudelaire)

ATTUALIZZANDO… UN GIORNO IN OSPEDALE

Basta un giorno in un ospedale per capire chi sta peggio di noi: passare qualche giorno in ospedale (se non si hanno malattie gravi e urgenti) ci aiuta a migliorare la nostra sensibilità. Ho avuto questa opportunità all’inizio della settimana, ero ricoverato – per accertamenti – a Tor Vergata, in un ospedale che a me piace moltissimo: medici esperti e coscienziosi, infermieri educati e solleciti, alcune strutture di avanguardia.

 

BASTANO DUE GIRI IN CORRIDOIO

Non sono celebrativo, scrivo ciò che penso: certo ci sono un paio di cose che non approvo, criticabili in ogni ospedale, ma ne parlerò un’altra volta. Oggi vorrei solo spiegare, approfondire.
Due parole appena sulla mia salute, ammesso e non concesso che possa interessare a qualche lettore: niente di allarmante e urgente, ma inevitabili seccature per approfondimenti da fare, ogni due o tre o quattro mesi. Ma eccomi al punto: se sei in ospedale, e non hai drammi e guai personali su cui concentrarti, ti bastano un paio di giri nei corridoi per aprirti il cuore e guardare la realtà con occhi che non la vedono, nelle abitudini quotidiane.

L’ABITUDINE A LAGNARSI

Siamo abituati a lamentarci, a considerarci vittime di sfortunati eventi, convinti di sopportare con sofferenza malattie importanti.
Ebbene, facciamoli due passi in un ospedale, e guardiamoci intorno. Ecco i volti di persone anziane, mi auguro inconsapevoli, in cui ahimè leggi un destino inesorabile, imminente. Uomini e donne in un silenzio dignitoso, che aspettano: puoi scorgerli dalle porte aperte sulle camere, li segui mentre si muovono in carrozzella nei corridoi. Impari a distinguere chi è malato in modo grave o perfino atroce da coloro che saranno dimessi entro poche ore o giorni.

I BAMBINI, IMMAGINI STRAZIANTI

E i bambini? Questo è l’aspetto più straziante. Molti, ignari, sorridono; altri portano in viso i segni del male, la fatica di vivere.
Confesso: ogni tanto mi lagno, mi compatisco. E molti fanno come me. Ma, per guarire dal vittimismo, basterebbe pensare a quelli che stanno peggio di noi.

 

cesare@lamescolanza.com