RICORRENZE. NATI IL 21 GIUGNO

Benazir Bhutto, Manu Chao, Nino D’Angelo, William del Galles, Gottfried Wilhelm Leibniz, Enzo Maiorca.
MORTI: Anders Jonas Angstrom, San Luigi Gonzaga, Niccolò Machiavelli, Gideon Sundback (inventore, svedese, della cerniera lampo).

: «QUANDO ANDAI A CASA DI VILLAGGIO LA COLF DISSE: SIGNORA, È ARRIVATA LA MOGLIE DI SUO MARITO»

“La Pina” a La Stampa: «Tognazzi era cinico e beffardo, faceva scherzi a tutti. Ai tempi della “Terrazza” si lamentava che il cinema non lo chiamasse più tanto»
La Stampa intervista Milena Vukotic, famosa per aver ricoperto il ruolo della Pina, la moglie di Fantozzi. Il Bardolino Film Festival le ha attribuito il Premio alla carriera. Racconta che fu proprio Paolo Villaggio a volerla nel film, il terzo della serie. «Ci eravamo incrociati qualche volta in Rai, ma niente più. Poi mi telefona: vediamoci. Ti voglio nel prossimo Fantozzi. Pensavo a una parte di contorno, e invece entravo in pianta stabile. Ricordo la prima volta che andai a casa sua: mi aprì la colf. “Signora, è arrivata la moglie di suo marito”».
Non solo Fantozzi, però: nella sua carriera ci sono centinaia di titoli, cinema, tv e teatro. Tra gli altri, “Il fascino discreto della borghesia”, “Giulietta degli Spiriti”, “Amici miei”. Racconta di aver esordito nella danza classica.
«Era il 1952, vivevo a Parigi. Avevo fatto il Conservatorio ed ero entrata nel corpo di ballo dell’Opera, con Roland Petit. Sei mesi lì, poi tre anni nella compagnia del Marquis de Cuevas, che a Monte Carlo aveva preso il posto di quella di Diaghilev». Poi vide “La strada”, di Fellini, e cambiò la sua prospettiva.
Avevo visto La strada di Fellini: ha smosso qualcosa dentro di me che mi ha fatto abbandonare tutto. Tornare a Roma e ripartire da zero. Ho vinto una borsa di studio per la tv e ho iniziato la solita trafila: agente, foto, provini. Quello che volevo assolutamente era incontrare Fellini: ce la feci. Avevo una lettera di presentazione, ma ero troppo timida e restò in tasca. Però mi prese per un piccolissimo ruolo nelle Tentazioni del dottor Antonio. Poi avrei fatto Giulietta degli Spiriti e Toby Dammit. Più in là, si sarebbe rimproverato di non avermi dato un ruolo importante, come invece Oshima e Buñuel».

  • Il suo percorso nel cinema però non è stato semplice.

«Non avevo studiato, non ero conosciuta. Non avevo neppure il fisico adatto… Come mi fece notare Renato Castellani, per me nel cinema non c’era posto: non ero una bellezza, né una maggiorata, non avevo una personalità dirompente, meglio se prendevo altre strade».
Il teatro le ha dato più soddisfazioni. In carriera vanta anche una copertina su Playboy. «Conoscevo il fotografo Frontoni, all’epoca famosissimo. Mi propose di posare per lui a seno scoperto, voleva mostrare il mio lato sexy e bello. Playboy venne dopo. Acconsentii purché le foto non fossero fini a se stesse. E così fu: vennero alternate ad altre mie in “versione brutta”, e accompagnate da un articolo di Blasetti sul fascino della non bellezza. Però quanti rimproveri dagli amici…».
Su Tognazzi, con cui ha girato “Venga a prendere” e i due “Amici miei”. «Un ragazzaccio: cinico e beffardo, faceva scherzi a tutti. Solo parlando di cucina diventava serio. Non sempre felice, però: ai tempi della “Terrazza” si lamentava che il cinema non lo chiamasse più tanto».

OGGI VI DICO… LA BRUTTEZZA

“L’unico modo di comportarsi con una donna è fare l’amore con lei se è bella e con un’altra se è brutta.” Oscar Wilde

“In ogni caso sei fregato: se la trovi bella non sarà solo tua, se è brutta paghi per tutti gli altri.” Socrate

“Ho fatto sedere la bruttezza sulle mie ginocchia e me ne sono quasi subito stancato.” Salvador Dalì

“Due sole vere infelicità aveva la vita, per coloro sui quali la natura esercita la sua feroce ingiustizia: la bruttezza e la vecchiaia, soggette al disprezzo e allo scherno della bellezza e della gioventù”.
Luigi Pirandello

“Parte del motivo della bruttezza degli adulti, agli occhi di un bambino, è che il bambino di solito guarda in su, e poche facce appaiono al meglio se viste dal basso in alto”. George Orwell

cesare@lamescolanza.com