RICORRENZE… NATI IL 17 MAGGIO

Vasco Errani, Corrado Guzzanti, Isabella D’Este, Ray Sugar Leonard, Gianni Minà, Francesco Nuti, Debra Winger.
Morti il 17 maggio: Sandro Botticelli, Luigi Calabresi, Nicolas Gomez Davila, Donna Summer.

 

 

UNA INDISCREZIONE AL GIORNO… SCIARELLI POPOLARE

«Ho capito di essere diventata un’icona pop quando sono andata ospite a Sanremo. Dietro le quinte volevo farmi dei selfie con i miei cantanti preferiti e con grande sorpresa ho scoperto che invece erano loro che chiedevano di fotografarsi con me. Ron mi è venuto incontro e mi fa: “Sei il mio mito. Ma lo sai che tutti i mercoledì sera mi siedo sul divano e vedo ‘Chi l’ha visto?’ con la mia mamma…”».
[Federica Sciarelli a Massimiliano Castellani, ‘Avvenire’]

OGGI VI DICO CHE… L’IRONIA

“È dall’ironia che comincia la libertà.” (Victor Hugo)

“L’ironia irrita. Non perché si faccia beffe o attacchi, ma perché ci priva delle certezze svelando il mondo come ambiguità.” (Milan Kundera)

“L’umanità si prende troppo sul serio. È il peccato originale del mondo. Se l’uomo delle caverne avesse saputo ridere, la Storia avrebbe seguito un altro corso.” (Oscar Wilde)

“L’umorismo è lo zucchero della vita. Ma quanta saccarina in commercio!” (Trilussa)

“Non c’è nessuna fatica ad essere un umorista quando hai l’intero governo che lavora per te.”
(Will Rogers, giornalista e comico americano)

ATTUALIZZANDO… LE BATTUTE DI MONTANELLI

Montanelli scrisse una volta che certamente Bettino Craxi era un uomo di molto coraggio, aveva bevuto due bicchieri d’acqua che gli passava Giulio Andreotti. Sono ancora molto note alcune battute di Indro, sempre godibili per la feroce ed elegante ironia, spassose o intriganti. Vi confiderò quali sono le mie preferite, che ho ritrovato leggendo il “Dizionario” montanelliano, in libreria in questi giorni.

 

 

DA BERLINGUER A BOSSI

Eccole… Su Berlinguer: «Fui stupito di trovare un commensale che mangiava anche meno di me. Ma qualche tempo dopo suo cugino Siglienti mi spiegò che, prima di venire a quell’incontro, Berlinguer aveva cenato a casa sua: forse non voleva rivelarmi nemmeno le sue regole dietetiche» [1994]. Su Bossi: «Per quanto modestamente mi riguarda, confesso che non sono riuscito a scandalizzarmi delle intemperanze verbali del Senatùr. Da quando lo conosco – e lo conosco da un pezzo -, l’ho sempre sentito usare le parole come gli sciancati usano le gambe, gettandone una di qua, l’altra di là, e rovesciando qualunque cosa gli si pari davanti» [1995].

DA PERTINI A CRAXI

Su Pertini: «Nenni, che gli voleva bene, mi disse una volta: “Io non sono certamente un uomo di cultura e alla cultura non attribuisco, per un politico, una decisiva importanza. Ma qualcosa so, qualche libro l’ho letto, anche grazie a Mussolini quando mi mandò al confino a Ponza. C’era anche Sandro. Lui, l’unica cosa che leggeva era L’Intrepido. Il resto del tempo lo passava a giocare a briscola o a scopa coi nostri guardiani. Alle nostre discussioni sul futuro dell’Italia e del partito non partecipava quasi mai, e quando lo faceva, era solo per invocare il popolo sulle barricate, per lui la politica era solo quella» [1997]. Su Craxi: «Di coraggio ne aveva. Non ricordo in quale occasione, una volta seguii sul video un suo intervento alla Camera. Per due volte s’interruppe alla ricerca di un bicchier d’acqua. Per due volte Andreotti, che gli sedeva accanto, glielo porse. E per due volte Craxi lo bevve» [2000].

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