OGGI VI DICO CHE… DA VICTOR HUGO A BOB KENNEDY

“Niente al mondo è così potente quanto un’idea della quale sia giunto il tempo” (Victor Hugo)

“C’è chi guarda le cose come sono e si chiede perché. Io penso come potrebbero essere e mi chiedo perché no?” (Robert Kennedy).

ATTUALIZZANDO… TUTTO CAMBIA, I GIOVANI SONO DECISIVI

giovani

Leggerete subito qui sotto,  se vorrete,  alcune iniziali informazioni su un’iniziativa, a cui teniamo molto. L’idea è semplice ed è questa: tutto sta cambiando nella società di oggi, a velocità vertiginosa. La nostra iniziativa vuole promuovere un incontro schietto tra personaggi della classe dirigente italiana, adulti meritevoli che non è opportuno rottamare o emarginare, e i giovani, meritevoli di farsi largo, trovare opportunità, svolgere – avendone diritto e capacità – un lavoro determinante, a beneficio della comunità, nei prossimi anni.

PREMIO SOCRATE PER IL MERITO/ GUBITOSI A PISA A CONFRONTO CON GLI STUDENTI

socrate

In collaborazione con la Fondazione Arpa e le tre Università di Pisa, la nostra rivista “L’attimo fuggente” organizzerà, da qui alla fine di aprile, quattro eventi: quattro protagonisti della società italiana riceveranno, per la loro meritevole carriera e attività, il “premio Socrate” per la meritocrazia. Il premio fa capo al nostro movimento senza fine di lucro, a sostegno dei giovani che abbiano rilevanti qualità, ma privi di tradizionali e riprovevoli appoggi come raccomandazioni, parentele gratificanti, spintarelle d’ogni genere. Luigi Gubitosi, direttore generale della Rai, sarà il primo a confrontarsi con gli studenti delle università di Pisa, venerdì 30 gennaio, ore 16, al Palazzo dei Congressi in via Matteotti 1 (l’ingresso è libero, fino ad esaurimento dei posti). Nei prossimi giorni sarò lieto di darvi approfondimenti e altre informazioni su questa manifestazione e sulle successive. All’organizzazione partecipa, con un ruolo prezioso, un mio caro amico: Marco Luci, autore televisivo di fama – che ha firmato alcuni tra i più popolare programmi della Rai.

IL RITORNO DI GRETA E VANESSA. NON APPLAUDO

Vanessa e Greta

Sapete che le esagerazioni non mi piacciono mai, detesto l’enfasi retorica. Negli ultimi giorni le esagerazioni sono state insopportabili. Prima, per la morte di Pino Daniele, commemorato con ipocrisia da una quantità di gente che non conosceva, con evidenza, neanche una sua canzone. Poi, “Je suis Charlie”, uno slogan adottabile troppo facilmente, di fatto adottato da milioni di persone, senza alcun rispetto per tante legittime perplessità. E ora il ritorno di Greta Ramelli e di Vanessa Marzullo, cinque mesi e mezzo dopo il loro rapimento in Siria. Mi permetto di non partecipare al generale entusiasmo. Quando due vite umane vengono messe in salvo dal pericolo di morte o da altre estreme conseguenze, la festa è istintiva, giusta, spontanea. Detto questo, vorrei aggiungere: Greta e Vanessa andando in Siria a fini, nobilmente o discutibilmente, “cooperativi”, sapevano con esattezza a quali rischi andassero incontro e gli eventuali disagi che avrebbero potuto procurare non solo a se stesse, ma alla comunità. Dopo il rapimento, hanno proposto al mondo, e ovviamente in particolare al governo italiano, uno struggente appello per la loro salvezza. Un gesto umanissimo, sarebbe crudele rinfacciarglielo (anche se ricordo con commozione le parole di quel soldato italiano, che disse ai suoi persecutori: “Ora vi faccio vedere come muore un italiano!”, subito prima di essere giustiziato). Infine, per riscattare Greta e Vanessa si dice (mai trasparenza, in questi casi) che siano stati pagati dal nostro governo dodici milioni di euro. E’ inevitabile pagare, è un dovere. Ma mi sembra anche doveroso tenersi fuori dalla retorica e dalla festa, esprimere perplessità su una vicenda molto discutibile, per fortuna a lieto fine.

QUIRINALE 1 LETTERE. SARA’ UNA PARTITA D’AZZARDO

Renzi-Grillo-Berlusconi

Il mio amico Giovanni Bonelli, ex astutissimo e raffinatissimo personaggio politico in Liguria (fu il fiduciario di Paolo Emilio Taviani), mi ha scritto:

“Caro Direttore, apprendo, con piacere, che mi regalerai un libro sul biliardo. Grazie. Attualizzando, mi avventuro io sul tema ricorrente: il Quirinale. A me fa pensare al tuo libro “Elogio del gioco d’azzardo”. E’ vero che nel biliardo la palla può finire in buca in tanti modi diversi. Proprio ieri sera, nel Master di Snooker di Londra (Sky canale 211 sino a domenica), Perry ha vinto sul cinese Djng con un colpo tirato alla” speraindio ” in seguito al quale la sua biglia ha mosso una decina di biglie di tutti i colori mandando in buca, dopo una serie di rimpalli inimmaginabili ed irripetibili, proprio una giusta biglia rossa. Ma, nel biliardo, abbiamo un tavolo  lindo e pulito dove il gioco si svolge,  in vista di tutti, con regole certe, con arbitro e fotocamera. Per il Quirinale, invece, ci troviamo in una sala da gioco dove i tavoli sono tanti e non tutti al chiaro. Dove i giocatori sono manovrati da altri giocatori che , in sala, non ci sono. La partita,per intenderci,  anzi la partitissima, è giocata da Renzi, Berlusca, Grillo ed …altri  che, dall’esterno’, giocano per interposte persone le quali , non è escluso, potrebbero essere soggette alla tentazione di giocare in proprio. Una partita d’azzardo, come non ne abbiamo  mai visto. Gli interessi in gioco non sono politici, sono …. personali (come non mai), di persone che guazzano nelle paludi o pantani che dir si voglia. I partiti non esistono più. Sono…. andati! Purtroppo! A  te, Maestro, la descrizione della  psicologia dei giocatori e delle  loro furbizie in questa partita che è cominciata da tempo. Io dico soltanto: – parlatene pure, è il vostro mestiere; – sbizzarritevi ad indovinare il Presidente “di garanzia”, “super partes”, “autorevole”, “notaio”, “donna” ecc; – quando la partita  sarà terminata vi  sembrerà anche facile descriverne lo svolgimento. Ma sarà illusorio. Trascorreranno lunghi anni prima di sapere che la partita si era svolta in modo molto diverso da come l’avevate descritta!”

QUIRINALE 2. LASCIATEMI INSISTERE, DRAGHI THE BEST

Mario Draghi

Il 29 gennaio ci sarà la prima votazione per l’elezione del successore di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica. Tra i  mille giochi a cui qui sopra fa riferimento Gianin Bonelli, il più insidioso appare quello attribuito ai grillini e ai dissidenti Pd. Insieme, questa anomala alleanza fin dal primo scrutinio punterebbe su Prodi, per mettere in difficoltà l’ormai famoso patto del Nazareno, tra Renzi e Berlusconi. Infatti: per la maggioranza del Pd, per le schiere ancora legate a Berlusconi e per tutti gli altri, diventerebbe imbarazzante non accodarsi e proclamare Prodi (attenzione, scrivo Prodi, ma la stessa manovra potrebbe realizzarsi a beneficio di qualsiasi altro candidato, che avesse il consenso dei grillini e dei dissidenti Pd; scrivo Prodi perché Prodi sarebbe l’unico nome, apparso finora, in grado di metter d’accordo il diavolo e l’acqua santa). Se questo gioco non esiste o non dovesse andare in porto, al quarto scrutino basteranno cinquecentocinque voti per eleggere il Presidente. Si dice realisticamente che in ballo rimangono Mattarella, sempre più quotato, Amato, la Finocchiaro, Fassino. Per parte mia, per una volta non scommetto su nessuno. Cocciutamente insisto a invocare il consenso generale per Mario Draghi. Sarà un’utopia, ma Draghi è l’unico italiano veramente super partes, carismatico a livello internazionale, in grado di difenderci e tutelare anche il governo da qualsiasi insidia, di natura economica e no. Tra i tanti partecipanti ai talk di questi giorni, l’unico che la pensi come me è stato Federico Rampini, ieri sera a “Porta a porta”.

 

cesare@lamescolanza.com

16.01.15