OGGI VI DICO CHE… PINZILLACCHERE?

“Pinzillàcchera: sostantivo femminile (forse alterazione di pillacchera, con ampliamento scherzoso) – Per lo più al plurale, pinzillacchere, cose di poco conto, bagatelle, sciocchezze (è voce coniata scherzosamente dall’attore Antonio De Curtis, in arte Totò, intorno al 1930).” (Treccani)
“Bazzecole, quisquilie, pinzellacchere”. (La frase è riportata in molti film di Totò. Come anche “Totò a colori” o “Fermo con le mani!”)

ATTUALIZZANDO… L’ETERNA COMMEDIA ITALIANA

totoPer me, non sono né pinzillacchere né quisquilie. Sono piccole o grandi cose, importanti. Divertiamoci pure, con l’intramontabile Totò. Ma è anche opportuno puntualizzare, per non arrendersi alle approssimazioni e alle sciocchezze dilaganti.
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L’ASSOLUZIONE DI MINZOLINI

Augusto MinzoliniSi è fatto molto chiasso di questo episodio, a mio giudizio senza ragione. Augusto Minzolini è stato condannato in via definitiva? La citatissima legge Paola Severino stabilisce che, in tal caso, deputati e senatori debbano automaticamente essere considerati decaduti. Invece, contravvenendo alla legge, si è aperta una votazione. Nel momento in cui si vota, deputati e senatori hanno il diritto/dovere di votare secondo coscienza. E Minzolini è stato assolto. Qual è lo scandalo? C’è una sola cosa da fare: abolire la legge non rispettata; oppure correggere e stabilire che la decadenza è automatica, senza votazione di sorta, punto.

PAOLA PEREGO / ACCUSE INGIUSTE

paola peregoConosco bene Paola, bella e brava, per aver lavorato alcuni anni con lei. E non credo di essere influenzato dall’amicizia. È successo un piccolo pandemonio in seguito alla puntata di sabato pomeriggio, su Raiuno, per un dibattito sulla tendenza degli italiani a unirsi in matrimonio con ragazze dell’est e alle ragioni di questa tendenza. Niente, oggettivamente, di scandaloso. Tuttavia, proteste di varia caratura: il moralismo insopportabile dei soliti sepolcri imbiancati, il chiasso dei social network, il rincrescimento ipocrita di dirigenti paurosi, invidie e gelosie spicciole, inconfessabili. Addirittura si è invocato il dovere del servizio pubblico, per un pezzo di intrattenimento, quando la Rai in materia di servizio pubblico fa acqua da tutte le parti, con assoluto disprezzo dei suoi obblighi, per ben più doverose esigenze.
Di più: anni fa, “La vita in diretta” – il conduttore era Michele Cucuzza, responsabile Daniel Toaff – mise in onda un dibattito del tutto analogo, sullo stesso tema, senza che si levasse la minima protesta. La mia conclusione è che si sia trattato di un polverone strumentale, sollevato verso la Perego, ma in realtà diretto verso suo marito, Lucio Presta, un potente (anzi il più potente) procuratore nel mondo dello spettacolo, ammirato da molti (quorum ego) e osteggiato, invidiato da comparse e rivali.

LA FESTA DEL PAPÀ PER I PRETI

preteCome in occasione di altre ricorrenze, anche la festa del papà – ieri – è stata presa d’assalto, su Internet, da battutisti e umoristi d’ogni specie. La battuta più divertente, per me, è stata questa, anonima: “Penso con malinconia a tutti i preti costretti a festeggiare di nascosto la festa del papà…” Anche questa non è una quisquilia. Sorridiamo, ma arriverà il giorno che i sacerdoti non avranno obblighi anacronistici, celibato e castità.
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GENOVA, BEPPE GRILLO E LA FEDE

beppe-grilloA Genova Grillo ha suscitato una nuova tempesta, bocciando la candidata sindaca eletta online. Per me (vado sempre controcorrente) con ragioni piene: fa bene a difendere la diversità del suo movimento, non ammettendo correnti e tenendo lontano chi punta a una posizione di potere. Però, se volete leggetemi domani su La Verità: un errore Beppe lo ha commesso, ha chiesto ai suoi elettori di avere fede in lui. Ohibò, non è una pinzillacchera. Fede?! Neanche il Papa la chiede più. Preferisco che Grillo si affidi alla ragione. Ce l’ha.

ERNESTO PELLEGRINI, UN MODELLO

ernesto pellegriniA Milano ho avuto il piacere di visitare gli uffici, a Lorenteggio, di un vecchio amico: Ernesto Pellegrini. Lo conosco da quando acquisì l’Inter. Era un imprenditore dominante nel settore della ristorazione. Mi colpì – il ricordo è vivo ancor oggi – la sua spontanea semplicità. “Dovrò averne di mense, per riuscire a pagare gli ingaggi dei campioni dell’Inter…”, mi disse, con singolare modestia. Visitando i suoi uffici, dopo trent’anni, mi ha impressionato l’amichevole cordialità che esiste tra Ernesto e i suoi dipendenti. E addirittura le sue segretarie, Sonia e Laura, mi hanno accolto come un vecchio amico – le vedevo per la prima volta! – perché ogni giorno leggono le note di questo mio diario. Quisquilie? Assolutamente no. Nel mio mondo di utopie, imprenditori grandi e piccoli dovrebbero fare “gruppo” con i loro collaboratori. Mi ha emozionato vedere che, in casa Pellegrini, l’utopia era una felice realtà.

cesare@lamescolanza.com

20.03.2017