OGGI VI DICO CHE… IN MORTE DI UN CUGINO

“Un funerale fra gli uomini è forse una festa fra gli angeli”. (Gilbert Keith Chesterton)
“È meglio aver amato e perso / che non aver amato mai”. (Alfred Tennyson, “In Memoriam”, 1849)

ADDIO AL PROFESSOR MARIO ANDREOLI

mario AndreoliSe n’è andato Mario Andreoli, insigne medico endocrinologo, cattedratico alla Sapienza, studioso di prestigio internazionale. Un mio amatissimo cugino: sua mamma era sorella di mio padre. Ci vedevamo, ahimè, raramente, ma ci univa un legame profondo, di stima e simpatia legate all’affetto. Di solito non amo citare i titoli di studio, di ruolo o, peggio, istituzionali. Ma in questo caso, no: se esiste la figura di un “professore” esemplare, questo era Mario. Colto, curioso, rigoroso, ironico, pronto al confronto delle opinioni, rispettoso dei valori fondamentali nei rapporti umani e in una comunità civile. E ha lasciato alcuni libri preziosi per chi studia e opera nel settore della medicina.
Ho appreso la notizia della sua scomparsa, straziante e Ingiusta ma sopportata con la fede religiosa che lo sosteneva, a Milano dove mi trovavo per la presentazione del mio libro su Kafka. Desideravo rientrare a Roma subito, ma sarebbe stato scortese verso decine di persone ch’erano venute ad ascoltarmi.
Mi sono finto sereno e allegro, ma avevo altro in cuore. Il mio modo di partecipare al lutto è di non parlare d’altro qui, oggi. Di Milano scriverò domani, c’è molto da dire. Oggi partecipo ai funerali, alle 15 nella chiesa di Sant’Eugenio in via delle Belle Arti. E mi stringo alla vedova, Vittoria, e alla straordinaria figlia, Valeria, che ha illuminato e confortato, con il suo sorriso ispirato dall’amore, giorno per giorno, la sofferenza di Mario.
Vi chiedo scusa per aver parlato di un dolore privato. Ma questo per me non è un blog, ma un diario. E comunque Il professor Andreoli è stato un medico famoso. A domani.

cesare@lamescolanza.com
10.05.2016