OGGI VI DICO CHE… L’AMORE PER UN CANE

“Anima che accarezzo a sera, e sei un cane
stanco, ma un cane sempre fedele. Un cane
che balbetta un nome: padrone, padrone mio.
Non lasciarmi anima cane, non lasciarmi mai”.
(Alda Merini)

ATTUALIZZANDO… ADDIO AL MIO LABRADOR, GRETA

Greta - bassaIeri pomeriggio siamo stati costretti a sopprimere il nostro labrador, Greta. Da due mesi la sua malattia era irreversibile. Non aveva dolore, ma era pressoché immobile, senza forze, ma lucida. Ieri, d’improvviso, si è aggravata: paralizzate le due gambe posteriori, respiro affannoso, e guaiva in modo straziante. Le mosche, indizio della prossima fine, le erano addosso, senza che lei potesse difendersi. La veterinaria ha detto che ci trovavamo di fronte a una scelta obbligata. In due minuti, dopo l’anestesia se n’è andata, il cuore non reggeva più, confortata dalle carezze di mia figlia Alice. Non ho avuto la forza di assistere, già ne porto il rimorso.
Nella mia vita, i miei compagni, i cani che prediligevo (ma li ho amati tutti) sono sempre stati i labrador. Fin dalla prima, Lola, che mi seguiva morbosamente passo passo (eravamo a metà degli anni settanta) e poi sparì misteriosamente durante una mia lunga assenza per lavoro, in Inghilterra: romanticamente, pensai che forse, non vedendomi più, era venuta a cercarmi, chissà dove.
Negli ultimi anni avevo una piccola dinastia di labrador: Penelope, la figlia Greta, e Pablo, figlio di Greta. Penelope, la più preziosa per me, dignitosa, non bella ma aristocratica, se n’è andata due anni fa, a sedici anni, dopo una vita lunghissima e felice, accanto a me. Indimenticabile. Sapete che i cani non vogliono farsi vedere, si nascondono nell’istante estremo. Lei, in agonia, era accudita, ininterrottamente, da mia moglie e da un’altra mia figlia, Marta: nell’unico minuto in cui si erano assentate per rispondere a una telefonata, Penelope decise di congedarsi. E questo dice molto. Se debbo associarla nel ricordo a una sola parola, la parola è semplice e spontanea: dignità. Sapete che i labrador sono affettuosi, golosi, accoglienti e festosi – se non sono addestrati – per qualsiasi ospite o sconosciuto. Penelope era diversa, riservata, non chiedeva coccole ma le accettava e restituiva solo se le erano richieste, non si precipitava sui bocconcini con l’avidità che distingue i labrador… Era una vera regina. “Quando si tratta di amare un cane o di essere amati, non vi sono limiti di età. Nessuno è troppo vecchio o troppo giovane per amare o per essere amato. Un cane è in grado di amare qualsiasi essere umano, uomo, donna o bambino che sia, così come qualsiasi essere umano è in grado di amare un cane” (F. Douglas Bunch).
Greta è stata la più bella, nella cucciolata di Penelope. Ha vissuto fino all’età mediamente prevista per la sua razza, dodici anni. La sua fine era prevista. Ma cionostante il dolore è atroce. Non mi consola il pensiero che la sua grazia e la sua dolcezza mi resteranno sempre in cuore. Preferisco ricordare gli episodi che hanno distinto la sua esistenza. Ad esempio, qualche anno fa diede il suo sangue (la trasfusione era immediatamente indispensabile) per salvare la vita di Matilda (quanti cani abbiamo avuto e amato!), una barboncina colta da una micidiale emorragia – e poi, grazie al contributo di Greta, da cui era stata “adottata”, poté sopravvivere ancora per molti anni.
“La fedeltà di un cane è un dono prezioso che impone obblighi morali non meno impegnativi dell’amicizia con una creatura umana” (Konrad Lorenz).

DEDICATO A CHI AMA, CONOSCE E RISPETTA I CANI

Cani Cesare

(In ordine nella foto: Penelope, Pablo, Matilda, Clara)

“Chi non ha mai posseduto un cane non sa cosa significa essere amato” (Arthur Schopenhauer). So bene che queste note possono essere gradite solo a coloro che adorano i cani. Per fortuna (nostra, ancor prima che dei cani), siamo in grande maggioranza. C’è anche chi non li ama, non li conosce, addirittura ne diffida o li teme. Chiedo scusa a loro se oggi gran parte del mio diario è occupato da queste note. Non sanno cosa si perdono, a cosa rinunciano: l’affetto costante, illimitato, disinteressato; la compagnia sensibile che nessuna creatura umana potrebbe darci, con la medesima, incredibile, leggendaria continuità.
Se ne sono andati Penelope, Matilda e infine, ieri, Greta. Mi rimangono Pablo, che sarà l’ultimo labrador della mia vita, e Clara – una bassottina che ho voluto, dopo la morte della barboncina. Pablo è un po’ tonto, ha cinque anni, è tuttora un cucciolone inesausto: non sembra di essersi accorto della scomparsa della mamma, a cui peraltro era morbosamente legato, standole a fianco quasi continuamente. E, infine, Clara! Ho già scritto qui, e ormai ripeto spesso, che ci sono i cani e, poi, i bassottini. Che sono umanoidi. Intelligenti in forme imprevedibili, testardi ma ubbidienti se vengono educati con stile rispettoso e ragionevole, i più pronti a imparare e capire. Non c’è confronto possibile, con altre razze di cani. Ho scelto Clara, una bassotta meravigliosa anche per bellezza, perché mi sembrava irrispettoso verso Matilda sostituirla con un altro barboncino. Ed è una grande felicità, scoprirne, oggi e di continuo, qualità e virtù. Vi ho detto che Pablo non sembra consapevole di essere rimasto orfano. Invece, Clara ha capito tutto: mi è stata vicina quando mi sono appartato per non assistere alla fine di Greta e subito dopo, quando Greta è stata portata via, ha cominciato ad abbaiare dolorosamente, cercandola in casa e nel terrazzo, fiutando, annusando – senza darsi pace per un bel po’ di tempo.

MA L’AMORE É DOVEROSO PER TUTTI GLI ANIMALI

amore animaliScusatemi ancora. I cani sono stati, da quando ero bambino, i miei compagni di tutta una vita. Ma penso che per tutti gli animali sia un dovere avere affetto e rispetto. Perciò vi dedico infine due pensieri: uno di Giovanni Paolo II, il secondo ancora di Alda Merini.

“C’è nell’uomo un soffio, uno spirito che assomiglia al soffio e allo spirito di Dio. Gli animali non ne sono privi” (Giovanni Paolo II).
“Perché amo gli animali? Perché io sono uno di loro.
Perché io sono la cifra indecifrabile dell’erba,
il panico del cervo che scappa,
sono il tuo oceano grande e sono il più piccolo degli insetti.
E conosco tutte le tue creature: sono perfette in questo amore che corre sulla terra per arrivare a te” (Alda Merini).

MOMENTI LIETI / LE NOZZE DI ORNELLA DE MARTINO

2016-07-22-PHOTO-00000006Non voglio concludere, oggi venerdì, il mio diario solo con le noti dolenti che ho scritto qui sopra. Ho cercato un momento simbolico di vita e di felicità e ho scelto le nozze di Ornella De Martino, un matrimonio “da favola”, di cui ancora a Roma si parla, dopo una settimana. Ornella è la figlia del popolarissimo Pasquale, protagonista a Roma e a livello internazionale. Digitando www.lamescolanza.com potrete leggere, se volete, un resoconto accurato. Ero invitato anch’io, ho rinunciato purtroppo per la mia condizione psicologica, che ho descritto qui sopra. Mando i miei auguri agli sposi Ornella e Giuseppe e un abbraccio all’amico Pasquale.

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22.07.2016
cesare@lamescolanza.com