OGGI VI DICO CHE… LA SUPERBIA

“Un giorno Dio inventò la superbia. Ma chi c’è più superbo di lui che si è fatto chiamare Dio? Metti caso che si fosse chiamato Guido, insomma, fosse stato un po’ più umile, sarebbe andata diversamente”. (Roberto Benigni)
“– Non sono narcisista né egoista; se fossi vissuto nell’antica Grecia non sarei stato Narciso.
– E chi saresti stato?
– Giove”. (Woody Allen)
“Al momento di riempire il modulo del censimento ho dichiarato: età diciannove anni, professione genio, segni particolari il mio talento”. (Oscar Wilde)

ATTUALIZZANDO… QUELLA SUPERBA AMACA

serra calabresiAlcuni mi dicono: ce l’hai con Michele Serra? Ce l’hai con La Repubblica? Né con l’uno, che d’ora in poi chiamerò Miki per dimostrargli la mia simpatia, né con il grande giornale fondato da Scalfarone. Anzi, mi interrogo su me stesso. Sono vecchio, ottuso, rottamato o da rottamare al più presto? Oppure sono semplicemente all’antica e mi ostino a credere in certe regole, inviolabili, del giornalismo? Mi piacerebbe la seconda che ho detto, ma non escludo la prima. Comunque sia, eccoci al nodo: La Repubblica pubblica, addirittura sopra la testata, una rubrica quotidiana di Michele Serra, che si chiama “L’amaca”. Fino a qualche tempo fa, era pubblicata nella pagina delle lettere, nella stessa veste. Non la leggevo mai, nonostante la simpatia per Miki. I motivi erano, e rimangono, due. Il primo: perché dovrei affaticarmi a leggere qualcosa che mi viene presentato senza titolo e non mi dà alcuna idea del contenuto? Il secondo: dovrei leggere solo perché la firma è di Miki, discreto scrittore, e alla rubrica definita “L’amaca”, viene attribuita una fascinosità, almeno per me, assolutamente resistibile? No, consideravo, e considero, questa proposta giornalistica come un atto di superbia inaccettabile. Elitaria. Snobistica. Altezzosa. Insomma, neanche paragonabile alla celebre battuta di Alberto Sordi: “Perché io so io e voi nun siete un c.”
Il direttore de La Repubblica, il giovane Mario Calabresi, ha adesso trascinato Miki dalle pagine interne addirittura alla prima, nientepopodimenochè sopra la testata. Oibò! Mi sono fatto un bagno, non esageriamo, un bagnetto di umiltà e ho cercato di capirne le ragioni. Quindi, pur pesando 130 kg, ho provato a inerpicarmi fino ai cieli di Miki e ho letto tutto, fino ad esaurirmi. La domanda era: come si spiega questa provocazione per i lettori, questo ennesimo tentativo di tenerli lontani – sotto la nuova direzione – dal grande giornale che con Scalfari e Ezio Mauro conobbe glorie e quantità di copie vendute senza precedenti?

L’AMACA? NON HO SPIEGAZIONI PLAUSIBILI

serra gramelliniLe mie fonti, qualche amico all’interno del giornale temerariamente guidato da Calabresi, mi dicono che il motivo fondamentale è questo: una certa dispettosità perché Massimo Gramellini si trasferisce da La Stampa al Corriere della Sera, e lì alloggerà, anche lui in prima pagina, con la sua rubrica. Quindi, il desiderio di anticipare il Corrierone. Stento a crederlo: qualcuno può pensare che i lettori – in fuga dovunque, dai quotidiani di carta stampata – possano essere interessati alla disfida tra le chiacchiere di Miki e di Gramellini? Resto convinto che un giornale debba innanzitutto pubblicare notizie, dare un “buco” come si diceva una volta in gergo, ai concorrenti. Forse non sbaglio del tutto, se è vero che le tirature dei giornali sono in caduta libera e si consolidano invece quelli poveri, senza risorse (il Fatto Quotidiano, La Verità…), che si ostinano meritevolmente a cercare notizie, possibilmente in esclusiva.

L’AMACA, UN’ALTRA IPOTESI

l'amaca michele serraÈ opinione diffusa, anche la mia, che i giornali quotidiani di carta stampata siano destinati a sparire, si dice che non cercano più notizie perché le notizie sono “bruciate” dalla televisione e, ancor più, all’istante, da internet e dai social network. Verissimo e aggiungo: le notizie non si cercano più anche perché la stragrande maggioranza dei quotidiani appartengono a editori impuri, ovvero ad editori a cui stanno a cuore, più che le vendite dei giornali, altri prioritari interessi. Molti giornalisti si sono rassegnati, spesso cercando di evitare terreni scomodi e informazioni che potrebbero risultare imbarazzanti per gli editori.
Si dice anche, e concordo, che i grandi giornali saranno destinati a diventare fogli di opinioni, riservati a quote ristrette di lettori. Domando: la rubrica di Miki e quella di Gramellini (sono curioso di vedere come sarà pubblicata) sono considerate una ghiotta attrazione per lettori desiderosi di opinioni, cultura, qualità letterarie? Con tutto rispetto per i due rubrichisti, direi che sia La Repubblica – che ammiro anche quando sono in disaccordo – e sia il Corriere della Sera, hanno firme più prestigiose e importanti su cui contare. Perché, dunque, questo spreco? Chiedo soccorso a chi sappia darmelo.
Inerpicandomi a leggere, ho trovato nell’“Amaca” solo banalità. Di più: Miki e Calabresi mi perdonino la severità, “L’amaca” propone sempre il commento possibile il giorno prima, o, addirittura nei mesi precedenti. Troppo facile! Esempio: Miki scrive, come milioni di volte è già stato scritto da tutti, che la Sinistra è a pezzi, in frantumi? Propongo un riferimento preciso, ricordando che una volta facevo il direttore e qualche ideuzza mi veniva: il commento di Miki, uno che sa scrivere discretamente, o anche di Gramellini, quando ci sarà, dovrebbe essere dedicato al fatto del giorno più problematico e inquietante. Ecco un’ideuzza, valida anche domani: la vendetta di quel giovane che ha sparato al ragazzo che uccise con l’auto sua moglie. L’opinione che mi piacerebbe leggere (pur non condividendo la scelta di dare uno spazio smisurato ad una rubrica) è questa: quale sarebbe la pena giusta? Ecco un tema su cui le opinioni si dividono certamente e su cui una mente particolare, uno scrittore profondo potrebbe regalarci suggestioni interessanti.
Consentitemi, concludendo, di proporvi un pensiero di Jorge Louis Borges: “Che altri si vantino delle pagine che hanno scritto; io sono orgoglioso di quelle che ho letto”.

MILANO / LE 10 TRATTORIE CHE PREFERISCO

erba brusca - milano le 10 trattorieMartedì vi ho segnalato Trattoria Mirta, per me al primo posto. Ecco altri 9 buoni indirizzi nell’ordine.
2. Erba Brusca, via Alzaia Naviglio Pavese, 286, 20142 Milano. Tel: 02 8738 0711. Cucina italiano-mediterranea ricercata. Prezzo: 70 € circa per due persone. Specialità: invitanti gli spaghetti turanici ubriachi con toma di capra e cipolla croccante. I secondi? Piccione di Moncucco arrosto e il suo patè con cicoria di campo, mele marinate all’aceto di sidro e rosmarino. / Personale schivo ed esageratamente riservato. / Curiosità: angolo verde nel cuore della Villa Pavese, recuperato da una vecchia cascina. Le materie prime arrivano direttamente dall’orto di casa.
3.Trippa, via Giorgio Vasari, 3, 20135 Milano. N. tel: 327 668 7908. Trattoria verace nel vecchio senso del termine. Prezzo: 50 € circa per due persone. Specialità: cocotte di broccolo fiolaro e tastasal. Primi, caserecci ed essenziali: tajarin al guanciale, vino rosso e pecorino di fossa. Secondi? Dalla trippa alle lumache, alla vitella Fassona di Martini.
4.Riso e Latte, via Manfredo Camperio, 6, Duomo, Milano 20123. N. tel: 02 39831040. Prezzo: 60 € circa per due persone. Specialità, “risoelatte” con salmone broccoli e semi tostati. Tra i secondi, il brasato. Atmosfera delle vecchie trattorie degli anni ’60.
5. La Latteria di San Marco, via San Marco, 24, Moscova, Milano. Numero tel: 026597653. Prezzo: 60€ circa per 2 persone. Risotto allo zafferano, bollito semifreddo, carciofi al tegame. Locale spartano, tavoli strettissimi.
6. Nerino 10, via Nerino, 10, 20123 Milano. Tel: 0239831019. Cucina ricercata e casalinga prevalentemente a base di pesce. Prezzo: 60 € circa per due persone. Impepata di cozze, gamberoni incamiciati al lardo e salvia… filetto di manzo con funghi porcini, pere e castagne. Cucina a vista, personale gentilissimo.
7. U Barba, via Pier Candido Decembrio, 33, Lodi, Milano 20137 . Tel: 0245487032. Prezzo: 60 € circa per due persone. Specialità liguri, tagliolini con acciughe, pinoli e pangrattato. Per secondo, il Capponmagro. Campo da bocce sul retro vicino alla veranda.
8. PastaMadre, via Bernardino Corio, 8, Porta Romana, Milano 20135 Tel: 0255190020. Prezzo: 60 € circa per due persone. Alimenti per celiaci. Specialità: paccheri (di farina di semola biologica macinata a pietra del Mulino Marino) al guanciale di suino nero dei Nebrodi.
9. A’ Riccione, via Giulio Cesare Procaccini, 28, Sempione, Milano 20154 Tel: 023451323. Cucina italo-mediterranea a base di pesce. Prezzo: 80 € circa per due persone. Specialità di pesce: tartare di ricciola con dadolata di pesca.
10. Al Molo 13, via Rubens, 13, Bande Nere, Milano 20148. Tel: 024042743. Cucina italiana con specialità tipiche sarde. Prezzo: 80 € circa per due persone. Specialità tipiche sarde, come Lorighittas con ricci e favette. E aragosta alla catalana. Locale esiguo, prezzi importanti.

cesare@lamescolanza.com

02.02.2017