OGGI VI DICO CHE… LA FESTA IN PIAZZA

“Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente” (Indro Montanelli)
“Bisogna offrire al popolo delle feste rumorose; gli sciocchi amano il rumore e la massa è costituita da sciocchi” (Honoré de Balzac)
“Il popolino ormai chiede a gran voce solo due cose: pane e divertimenti – atque duas tantum res anxius optat: panem et circenses” (Giovenale)
“Strappa all’uomo medio le illusioni di cui vive, e con lo stesso colpo gli strappi la felicità” (Henrik Ibsen)

ATTUALIZZANDO… MA COSA C’È DA FESTEGGIARE?

Non riesco a trovare una spiegazione plausibile per le manifestazioni di festa che ogni notte si accendono, nelle località di vacanze. Non trovo alcuna spiegazione: perciò la chiedo a tutti, lettori, sociologi, psicologi. I comportamenti di massa mi intrigano: in particolare se sono incomprensibili, almeno per un intelletto modesto come il mio.

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RICORDATE L’ESTATE DEL 1970?

Il più clamoroso risale all’estate del 1970, per il campionato del mondo di calcio. Dal nord al sud milioni di tifosi si riversarono in piazza per festeggiare alcuni successi: sul Messico, padrone di casa, e sulla Germania, match indimenticabile. Certo è che i tifosi non potevano aver concordato la festa: furono straordinarie manifestazioni spontanee. Ma qual era il filo conduttore che le univa? Banalmente si pensò che da vent’anni, dal ’50, il calcio italiano subiva mortificazioni, forse la scintilla era l’ansia – diffusa – di una rivincita.

MA OGGI? PERCHÉ FAR BALDORIA?

Ma oggi? Mi sono informato, da amici in vacanza in Romagna, in Campania, in Puglia, in Sicilia. Dovunque, la sera, la gente scende in strada, urla, canta, balla e fa baccano. Ma cosa c’è da festeggiare? Sono in Liguria, a Spotorno: venerdì e sabato il casino si prolunga addirittura fino alle 4! È un fenomeno impressionante: meno evidente nei luoghi di montagna, forse perché (semplicemente) fa freddo.

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MEGLIO L’ALLEGRIA, PERÒ…

Siamo a un passo dal default, i migranti ci invadono, il fisco ci opprime, il terrorismo fa paura, la disoccupazione è inarrestabile, ci sono cinque milioni di poveri! Perché si fa baldoria? Meglio l’allegria che la depressione, d’accordo. Ma mi spiegate perché? Prevale forse la voglia di scacciare il pensiero di ciò che ci aspetta, prevalgono il rifiuto, il disgusto? La voglia di non pensare, di annullare nella mente la molestia dei guai imminenti?

CHI VUOL ESSER LIETO, SIA…

“Chi vuol esser lieto, sia“? Il poeta diceva che del doman non v’è certezza. Ma, qui e oggi, purtroppo le certezze, del peggio che arriva, ci sono. E forse la terapia istintiva, la difesa è quella di non pensarci. Musica, allora! E via…

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cesare@lamescolanza.com

19/07/2017