OGGI VI DICO CHE… ELEZIONI, VINCITORI E VINTI

“Non dobbiamo reagire, eh, nervi saldi, dobbiamo rassicurare. A forza di rassicurare ci arriva una bastonata il giorno delle elezioni!” (Nanni Moretti, dal film “Aprile”).
“C’è un’azione peggiore che quella di togliere il diritto di voto al cittadino, e consiste nel togliergli la voglia di votare” (Robert Sabatier).
“Le elezioni sono la vendetta del cittadino. La scheda di voto è un coltello” (David Lloyd George).

ATTUALIZZANDO… DAL VOTO DI IERI AL REFERENDUM

elezioni comunali

Si sa bene che, dopo ogni elezione, è sempre difficile orientarsi tra i commenti: spesso sembra che tutti abbiano vinto e nessuno abbia perso. La capacità dialettica di chi fa politica prevale, grazie ad astuzie e disinvolture di fronte all’evidenza dei risultati. Nel caso di queste elezioni amministrative il premier Renzi aveva messo le mani avanti dicendo più volte che la consultazione non aveva un significato politico, non poteva contenere un giudizio sul suo governo. Un’affermazione contestata non solo dai suoi avversari, ma anche dalla stragrande maggioranza dei politologi e commentatori. Vero che, sia oggi sia dopo i ballottaggi, l’esito elettorale non mette e non metterà in crisi il governo. Ma un peso politico c’è e incide soprattutto sul referendum sulla costituzione di ottobre, su cui Renzi dice (fino alla vigilia diceva, adesso si vedrà): non solo la vittoria del sì non sembra scontata, ma addirittura – se il no fosse sconfitto – la cosiddetta riforma paradossalmente finirebbe col premiare il Movimento Cinque Stelle, che dal voto esce – a giudizio generale, almeno questo è indiscutibile – in gran forma e vincente.
Chi sono io, per avere o mantenere la vostra stima affrontando temi tanto delicati e complessi, in questo diario? Mi conoscete, quindi prevedete ciò che sto per dirvi. Vi offro, semplicemente, un modesto contributo: il mio punto di vista. Disinteressato, senza condizionamenti da parte di nessuno, ed espresso con la schiettezza che mi è abituale. Pronto come sempre, se volete, al confronto e alla discussione.

PAGELLE / DISINTERESSATE, LIBERE E SCHIETTE

candidati sindaci Roma

Cominciamo da Roma.
Virginia Raggi: 9. La novità. Ha vinto comportandosi con straordinaria disinvoltura. Ora si tratta di vedere se manterrà il suo cospicuo vantaggio, almeno in parte – oggi undici punti – nella sfida definitiva al ballottaggio. A parte Salvini, che già si è espresso positivamente, è prevedibile che tutte le altre forze si coalizzeranno per impedirle di vincere. Penso che ce la farà. Chi va a votare vota con mente libera, non più influenzata dai partiti come succedeva una volta.
Roberto Giachetti: 7. Sorprendente. Contro ogni pronostico, è riuscito ad arrivare al ballottaggio. É un uomo onesto, ha fatto sempre politica in vita sua, dai radicali al pd. Senza infortuni. Per lui voteranno tutti coloro che non vogliono la Raggi sindaco.
Giorgia Meloni: 6 e ½. Tosta. Si è battuta con determinazione e dicendo cose concrete. Vittima delle divisioni del centrodestra, a cui, inizialmente, ha contribuito anche lei.
Alfio Marchini: 4. Ingenuo. Ha commesso errori micidiali: il più grave, decisivo, quello di accettare l’imprimatur di Berlusconi e alleanze con rappresentanti della destra storica, dopo aver proclamato la sua assoluta indipendenza. E ha ottenuto lo stesso risultato del precedente voto, quindi delle due l’una: o i suoi imbarazzanti alleati lo hanno tradito e non gli hanno portato niente, oppure alcuni suoi elettori lo hanno abbandonato.
Stefano Fassina: 5 e 1/2. Tenace. Era ragionevole aspettarsi un risultato migliore. Non credo che col suo 5 per cento (scarso) abbia tolto molti volti a Giachetti. I dissidenti di sinistra e del pd non avrebbero, comunque, votato per lui.
sala - parisiEd eccomi a Milano.
Beppe Sala: 5 o 7? In bilico: si vedrà. Per ora, è 5: avrebbe dovuto vincere al primo turno, invece va al ballottaggio senza neanche un punto di vantaggio sul suo antagonista. Se riuscirà a diventare sindaco di Milano il 5 automaticamente diventerà 7. Non si può escludere, ma se mi obbligassero a scommettere punterei su Parisi.
Stefano Parisi: 7 +. Era dato perdente, ha ottenuto un risultato eccezionale. Un 7 abbondante gli spetta subito, a prescindere. Di più: lo vedo vincente al ballottaggio per questo motivo, Sala ha preso tutti i voti che poteva, Parisi può prendere i voti degli scettici e degli indecisi a Milano (una grande città che non ama i toni forti), grazie al suo intelligente comportamento cauto, moderato, equilibrato.
renzi, berlusconi, salvini, grillo, di battista, di maioE a livello nazionale?
Matteo Renzi: 5 e ½. Deludente. “Non siamo contenti, noi del pd”. Sincero, però continua a dare schiaffi e sberleffi agli avversari e a parlare con disprezzo del vecchio “teatrino” della politica. Concordo con Marcello Sorgi, un acuto osservatore: da qui al ballottaggio (e anche dopo, aggiungo io) gli converrebbe un profilo più basso e smetterla di fare proclami sul referendum.
Silvio Berlusconi: 5 e ½. A Roma aveva un solo obiettivo: impedire il successo di Giorgia Meloni. Se la Meloni fosse riuscita a vincere, sarebbe diventata la più autorevole candidata alla leadership del centrodestra. Il Cavaliere mantiene (non solo col risultato di Milano, dove il centrodestra era compatto) un certo peso. Gli basterà, e per far cosa?
Matteo Salvini: 6 e ½. E’ un po’ più forte, nella sua lunga e impervia (impossibile?) marcia verso la guida del centrodestra.
Beppe Grillo, Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio: 9. Finalmente sapranno governare? Questa è la domanda cruciale. Beppe ha fatto un passo laterale, i due giovani confermano di avere le carte in regola per aspirare a ruoli importanti di governo. E Roma diventa un test fondamentale, se la Raggi sarà sindaco.
Nei prossimi giorni ci sarà tempo per parlare di altro e di altri, e approfondire. Oggi, vi segnalo una significativa manifestazione sindacale davanti a Finmeccanica (che mi ostino a non chiamare Leonardo): trovate notizie e foto – come anche sulle elezioni – digitando se volete www.lamescolanza.com

cesare@lamescolanza.com
06.06.2016