OGGI VI DICO CHE… COS’E’ LA CENSURA

“Le vittime della censura non sono soltanto i personaggi imbavagliati per evitare che parlino. Sono anche, e soprattutto, milioni di cittadini che non possono più sentire la loro voce per evitare che sappiano”(Marco Travaglio).
“La censura è il bastone bianco dei ciechi del pensiero” (Pascal Mourot).
“La censura di qualsiasi cosa, in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo, su qualsiasi cosa, è sempre stato e sempre sarà l’ultima risorsa dello stupido e del bigotto” (Eugene O’Neill).
“È la caratteristica delle censure più rigide quella di dare credibilità alle opinioni che attacca” (Voltaire).

ATTUALIZZANDO… CHARLIE HEBDO / 1. UN SEMPLICE PASTICCIACCIO

charlie grandeOggi rischierò di essere assolutamente impopolare. Ma tutto il chiasso sollevato dalle vignette di Charlie Hebdo sul terremoto in Italia mi sembra esagerato. E tengo molto, da liberale assoluto, a dire le mie opinioni e a tentare di dimostrarvi che il pasticciaccio non ha ragione di essere. Le riflessioni sono elementari. Il punto di partenza non può essere che questo: censura, mai. Per due ragioni. La prima, se si comincia ad accettare la possibilità di censurare preventivamente, la strada è pericolosissima, si sa come si comincia, non si sa dove si andrà a finire. La seconda, impossibile attribuire a qualcuno, con certezze ragionevoli, la facoltà di stabilire e determinare ciò che è da censurare. Un esempio facile? Il comune senso del pudore: da persona a persona, da Paese a Paese, le valutazioni cambiano.

CHARLIE HEBDO / 2. QUAL È UNA GIUSTA REAZIONE?

charlie2Come, più o meno, ha scritto su Fb Enrico Mentana, non è il caso di farne un affare di Stato, o di sollevare un moto di indignazione nazional popolare. Basta dire, posto che ne abbiamo voglia e alle vignette si debba dare questa importanza, che la satira della rivista francese, in questo caso (come in tanti altri), non ci è piaciuta. Se volete, una schifezza. Se volete, ma a me gli insulti non piacciono mai, aggiungete altri epiteti. Ma censurare preventivamente, mai. Se la satira, così come qualsiasi altra forma di espressione dei mass media o di comuni cittadini, supera a nostro giudizio i limiti della legge, e diventa un oltraggio, un’offesa, non sostenibili, si può ricorrere a quanto le leggi prevedono. Ma dopo! Ripeto, per chiarezza totale: censura preventiva mai.

CHARLIE HEBDO / 3. L’INSOPPORTABILE REAZIONE RETORICA

je suis charlieRicordate “Je suis Charlie Hebdo” dopo la strage nella redazione della rivista? Un coro universale, tanto umano e spontaneo, quanto razionalmente ridicolo. Almeno a mio parere. Charlie Hebdo, per quanto sporadicamente io l’abbia seguita, è una modesta rivista satirica, con alcuni lampi di estro o addirittura di genialità, e con numerosi sbandamenti nella volgarità e nella banalità. Come qualsiasi altro giornale, ha diritto di esistere ed esprimersi come voglia. Il pubblico (in questo caso, tra l’altro, sempre più modesto, anche prima della strage) reagirà come meglio crederà: sostenendolo o allontanandosene. Mettersi addosso la bandiera del “Je suis Charlie Hebdo” per me è stata una reazione enfatica e comica, anche perché tra le migliaia e migliaia di manifestanti, presumo, molti erano quelli che neanche conoscevano l’esistenza della rivista. Domanda: quanti, tra i manifestanti italiani di allora, oggi confermerebbero la loro solidarietà ora che sono stati colpiti i buoni sentimenti italiani, quanti sarebbero disposti a indossare la maglietta della protesta?

CHARLIE HEBDO / 4. E I MUSULMANI?

SATIRANon sono musulmano, non sono religioso, penso che tutte le religioni del mondo non abbiano ragione di esistere, penso anzi che le religioni siano l’oppio dei popoli, e tuttavia rispetto chi, con evidente buona fede, tiene al culto della propria religione. A scanso di qualsiasi equivoco: distinguo tra i musulmani, brava gente, e le frange di terroristi più o meno aderenti alla religione musulmana, odio il terrorismo, le guerre, qualsiasi sopraffazione a danno dei deboli e degli innocenti. E tuttavia, oggi, vi chiedo in coincidenza con la bestiale aggressività di Charlie Hebdo verso le vittime del nostro terremoto: qual è, oggi, la vostra opinione a proposito dei sentimenti dei musulmani oltraggiati, con evidenti esagerazioni, da parte degli umoristi satirici della rivista parigina? Per loro la satira violenta era giusta e accettabile, per noi no?

COLLEZIONI / “L’ARAGOSTA” IN CALABRIA, CON EPICURO

ristorante l'aragostaSono un umile collezionista di menu e debbo buona parte della mia raccolta agli amici che girano il mondo e mi portano le testimonianze dei ristoranti che frequentano nei luoghi più sperduti, dal Vietnam all’Islanda… Penultimo arrivo: una decina di menu dalla Grecia con amore, l’amore è di mia figlia Marta in vacanza in quei luoghi… E l’ultimo? Ho avuto un menu bellissimo qualche ora fa e lo cito perché, a parte la grafica, che mostra pesci deliziosi, c’è un segno culturale insolito e apprezzabile. Il ristorante, con tanto di dedica di Gianni e Teresa, si chiama “L’aragosta”: a Nocera Terinese Marina, in provincia di Catanzaro. Non lo conosco, è stato un mio nipote, Riccardo, a portarmi questo graditissimo omaggio. Il biglietto da visita del menu è stuzzicante: “Questo ristorante nasce per soddisfare una clientela selezionata, gente che ama il mare e sa capire se quello che sta mangiando è il top o meno, soprattutto quando si tratta di pesce da servire anche crudo come nel nostro caso”. A seguire, Gianni e Teresa hanno proposto una citazione di Epicuro: “Almeno per me non so pensare il bene se tolgo i piaceri del gusto, quelli dell’amore, quelli dell’udito, e i soavi moti che tramite la vista ricevo dalle forme…”. Accipicchia! Basta e avanza per convincermi a tornare presto in Calabria e ordinare “linguine alla seppia nel suo nero con ricotta secca” e il “filetto di sarago sotto crosta di patate silane”.

cesare@lamescolanza.com
05.09.2016