OGGI VI DICO CHE… LA CORNACCHIA LIBBERALE

“Una cornacchia nera come un tizzo, store nata e cresciuta drento ‘na chiesola, siccome je pijo lo schiribbizzo de fa’ la libberale e d’uscì sola, s’infarinò le penne e scappò via dar finestrino de la sacrestia. / Ammalappena se trovò per aria coll’ale aperte in faccia a la natura, sentì quant’era bella e necessaria la vera libbertà senza tintura: l’intese così bene che je venne come un rimorso e se sgrullò le penne./ Naturarmente, doppo la sgrullata, metà de la farina se n”agnede, ma la metà rimase appiccicata come una prova de la malafede. – Oh! – disse allora – mo’ l’ho fatta bella! So’ bianca e nera come un purcinella… / – E se resti così farai furore: – je disse un Merlo – forse te diranno che sei l’ucello d’un conservatore, ma nun te crede che te faccia danno: la mezza tinta adesso va de moda puro fra l’animali senza coda./ Oggi che la coscenza nazzionale s’adatta a le finzioni de la vita, oggi ch’er prete è mezzo libberale e er libberale è mezzo gesuita, se resti mezza bianca e mezza nera vedrai che t’assicuri la cariera.” (Trilussa, “La cornacchia libberale”)

ATTUALIZZANDO… IL DESTINO DI UN PAESE IN MEZZA TINTA
trilussa

Grande, Trilussa! Un mucchio di anni fa, con la sua irresistibile ironia, aveva individuato e schernito da par il principale problema italiano: siamo un Paese mezza tinta. E vado oltre, gli slogan e le battute fioriscono, siamo tutto e il contrario di tutto – questa è la nostra incredibile straordinarietà. Siamo sempre, d’istinto, guelfi e ghibellini, ma poi, ragionando, siamo sempre pronti a saltare sul carro dei vincitori. Siamo di bosco e di riviera. Parte-nopei e parte-Juventus. Siamo il Paese in cui al nord quel robetto lì al nord si chiama uccello e al sud si chiama pesce. Siamo quelli del ripensamento, Machiavelli è negli antri del nostro cuore: abbiamo mai terminato una guerra a fianco degli alleati con cui l’abbiamo cominciata? Piazza Venezia era strapiena di fascisti, ma come per incanto subito, dopo il tracollo, eccoli (io non c’ero) tutti antifascisti. Abitualmente scrivo che siamo un Paese (mi ostino a scriverlo con la maiuscola) irrimediabilmente doroteo. Ma una precisazione debbo, turandomi il naso, a questo punto farla: siamo dorotei, voglio dire, nel senso che la tintura di Trilussa possiamo chiamarla come vogliamo e si può proporre in modi variegati, ma sempre dorotei, cioè maestri del compromesso, degli equilibri, dell’uso morbido della vaselina, della parola d’onore che può essere contraddetta un minuto dopo, e via dicendo, sempre dorotei fummo, siamo e ahimè (figli miei, vi supplico, smentitemi!) resteremo. Sono pessimista? Ma pensate al giovane rinnovatore, rottamatore, luce delle nostre languide speranze: Matteo Renzi. Strilla va e si dichiarava vittima e avversario dei poteri forti… e qualche giorno dopo era beato, deliziato, come spietatamente e ha subito rilevato Diego Della Valle, in un abbraccio (sarà mortale?) con Marchionne, sullo sfondo di Obama e della Casa Bianca! Dunque la precisazione è questa: i dorotei, quelli veri, quelli storici, governarono meglio dei pupazzi di oggi, perché almeno un po’ (poco, poco) pensavano – non per altruismo e responsabilità, ma per scaltrezza e abilità di governo, esigenza di godere della stabilità – almeno un poco poco pensavano anche agli interessi nazionali.

GLI AFORISMI DI CESARETTO… ANEMA E CORE, DEPRESSIONE E ACCIDIA
depressione

La depressione cresce, in salsa di accidia. L’anima chiede di essere liberata dal corpo, per soffrire un po’ meno; e il cuore, al pensiero, si accende con speranza.

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STATI D’ANIMO. VI SPIEGO PERCHE’ PREVALE IL PESSIMISMO

federico fellini

Intanto, amici miei e lettori temerari,aiutatemi a correggere il mio aforisma: non mi piace “in salsa di accidia”, forse è meglio “con la rugiada dell’accidia” perché depressione e accidia sono un dolcissimo anestetico. Voi che ne dite? Ora debbo spiegarvi il fondamento di questo stato d’animo (lucido). Sono disgustato dall’obbligo (non ho alternative) di vivere in un Paese in cui niente riesce a essere drammatico perché alla fine l’impronta distruttiva è grottesca o comica, comunque figlia dell’insensibilità e della indifferenza. E non credo che qualcosa possa cambiare, basta guardarsi intorno: in politica solo chiacchiere e annunci, dovunque si affermano e strillano e comandano quelli che sono meno meritevoli, una comunità iper felliniana (anche Federico aveva capito tutto, nel 1960) fatta di chiacchieroni, venditori ambulanti, prostitute del corpo e dell’anima, bagasce del pensiero, ladri, corruttori, cinici utilizzatori parziali (quello finale non c’è, piazzale Loreto incombe). Amen, irreligiosamente s’intende.

SOCIAL NETWORK/ LINKEDIN, SEI UN PO’ INVADENTE
linkedin

Fabebook mi piace, anche Twitter. Un mio vivace nipote, Nicolò da Massa, ha distrutto i meccanismi che mi legavano a migliaia di amici su FB. Ora, la mia collaboratrice Rita Fresegna cerca di ricostruire il patrimonio perduto, dopo il terremoto. Su Twitter ogni tanto intervengo da solo, per FB mi aiutano. Sui due fronti, se volete, seguitemi le mie esternazioni rubricate come “Stati d’animo”, da oggi. Poi c’è Linkedin, che mi affligge ogni giorno con insistenti comunicazioni: il tale e il tal’altro vorrebbero la mia adesione. Ma non è vero, facile capirlo: quelli che mi chiedono l’amicizia di solito sono persone a me vicine e vicinissime, che verosimilmente me lo chiederebbero direttamente, senza l’intermediazione di Linkedin. Resta da capire parchè Linkedin sia a conoscenza dei nomi dei miei amici, ma l’esistenza del Grande Fratello (Orwell, ecco un altro, dopo Trilussa e Fellini) che aveva capito tutto, prima di tutti. Finirà che aderirò anche a Linkedin: per arrendevolezza verso la curiosità e le ben note esigenze affettive. Oggi il Corrierone dà grande spazio ai social network. Domani ne parleremo ancora…

IL DECODER DI CESARE LANZA, APPUNTAMENTO A LUNEDI 13 OTTOBRE

il decoder di cesare lanza

Questa è la data, lunedì 13 ottobre, in cui faremo partire il nostro nuovo sito, “Il decoder di Cesare Lanza”, dedicato 24 ore su 24, alla televisione. I protagonisti saranno i telespettatori, con uno spazio – grande – riservato solo a loro e ai loro interventi. Nessuna censura, anche se verranno aggrediti i miei (pochi) amici, i personaggi (pochi, pochi) che stimo. Una sola raccomandazione e chiamatela pure censura, anche se io non censuro mai nessuno: non si accettano anonimi, né bestemmie, né insulti. Il sito vuole essere un luogo civile, con qualche ambizione di nobiltà intellettuale. Informare, capire, discutere. Da oggi invaderemo il web per promuovere, così si dice, ma basterebbe dire muovere, il sito. E da oggi spero di ricevere consigli, indiscrezioni, notizie, opinioni Il 13 ottobre, il giorno dopo la scoperta dell’America, si parte. Grazie fin da ora per l’attenzione e la partecipazione.

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***  cesare@lamescolanza.com  Vi prego di scrivere, se volete, a questo indirizzo email. Così, sarà più semplice per me leggere e rispondervi, qui o privatamente.

 

30.09.14