OGGI VI DICO CHE…QUELLA LETTERA DI AMATO A CRAXI

“Ti auguro solo di avere dagli altri la lealtà assoluta che hai sempre avuto da me e che continuerai ad avere, malady insieme ad una sicura amicizia, cialis qualunque cosa io abbia a fare da grande. Tuo Giuliano”. (Giuliano Amato, a conclusione di una lettera a Bettino Craxi, 27 luglio 1989)

ATTUALIZZANDO… QUIRINALE 1 / LE PAROLE SONO PIETRE
Giuliano-Amato

Nella lettera, pubblicata da Marco Travaglio, esemplarmente inesorabile, questa mattina sul “Fatto”, Giuliano Amato in sostanza dice due cose: sospettato da molti “compagni” di essere segretamente entrato nel giro di Eugenio Scalfari a “la Repubblica”, smentisce le voci, parla di “perfidia dei corridoi” e si attribuisce il merito di aver condotto l’amico Vittorio Ripa di Meana, storico avvocato civilista del Gruppo Espresso e consigliere di Carlo de Benedetti, nelle file dei socialisti. Intimità con Scalfari? Macchè: solo due o tre cene a casa di Elisa Olivetti. La lettera, come dimostra la conclusione citata qui sopra, è scritta con l’intento di non perdere, o recuperare, la fiducia di Bettino. In particolare, seconda cosa, allusivamente, per quanto riguarda il suo avvenire (“qualunque cosa io abbia a fare da grande”). Ebbene, alla vigilia delle votazioni per il Quirinale, la candidatura di Giuliano Amato – si dice che sia in pole position, davanti a Matterella e Prodi – incassa un duro colpo. Dopo ventisei anni, le parole sono pesanti… Senza arrivare allo sgambetto di Claudio Martelli, Amato è il simbolo del glaciale distacco, dell’infedeltà nei riguardi di Bettino. Dopo la fuga ad Hammamet, Amato, che pur aveva giurato assoluta fedeltà e lealtà per Bettino, di cui era stato il braccio destro, non si fece mai vivo, nè di persona nè per lettera, con il leader del Psi. Mai un gesto, una parola, un ricordo: non dico un abbraccio, o un’affettuosa gratitudine. No! Gelo assoluto. Sia negli anni in cui Craxi visse ad Hammamet, in solitudine e in sofferenza, sia dopo la sua morte.  Travaglio, poi, non perde l’occasione per ricordare un brutto episodio che riguarda il super candidato: dopo Tangentopoli ci fu a Viareggio un’inchiesta per una stecca di duecentosettanta milioni di lire, i socialisti locali tentarono di dare la colpa a Paolo Barsacchi scomparso quattro anni prima. Ma la vedova, Anna Maria Gemignani, si battè come una leonessa per tutelare l’onore del marito. Esiste una telefonata da lei registrata e portata in tribunale, in cui Amato le consiglia di lasciar perdere: difendere la memoria di Barsacchi va bene; approfondire e rilanciare sulle malefatte degli altri, assolutamente no. La lunga telefonata, di oltre undici minuti, è riportata da Travaglio: quantomeno imbarazzante, se si pensa che il cosiddetto “dottor Sottile” potrebbe tra pochi giorni conquistare il Quirinale. Last but not least, Amato è ben sostenuto da Napolitano e, guarda un po’, anche da Scalfari… “Come passa, il tempo”, conclude Travaglio con amaro sarcasmo.

QUIRINALE 2 / SGARBI IRRESISTIBILE A “SERVIZIO PUBBLICO”: MUTI E DRAGHI
sgarbi-large

Ho già invaso i social network: ho assistito alla puntata di Michele Santoro, ieri, e sono rimasto deliziato dallo show di Vittorio Sgarbi. Che delizia, ma anche che sciupio! Senza le note esagerazioni, Sgarbi sarebbe (dopo Draghi) il mio candidato ideale per il Quirinale. È colto, anzi coltissimo, sostiene e apprezza i tesori dell’arte italiana, che ci rende unici nel mondo; non ha paura di nessuno, può tener testa a chiunque, ha una qualità di pensiero e di parola, che nessuno dei politici di oggi, inclusi quelli di ieri, compresi tutti i presidenti della Repubblica, possano minimamente avvicinare. Purtroppo, Vittorio ha una mente libera, indisciplinata, senza rispetto per niente e per nessuno. Ieri, irridendo la classe politica e in genere la Casta, ha sostenuto che un ottimo presidente sarebbe Riccardo Muti, un artista verso il quale chiunque, qualsiasi Merkel di questo mondo, avrebbe non solo rispetto, ma soggezione. Come sapete, secondo me, una gigantesca figura sarebbe Mario Draghi: in particolare dopo il successo di ieri, il suo vincente braccio di ferro per concedere una cascata indispensabile di miliardi all’Italia e ad altri paesi europei sofferenti. Vedremo. Mi hanno cinguettato: la Merkel ha incontrato Renzi e gli ha detto “Ho dato il mio consenso all’iniziativa di Draghi, ma adesso riprendetevi il giovanotto, al suo posto in Bce dovrà andare qualcun altro…”. Magari! Dopo Muti, anche Sgarbi ha indicato Draghi…

POSTE / CAIO IN ATTESA DELLA PRIVATIZZAZIONE…
Caio

Caio, alle Poste, sta facendo un ottimo lavoro. Mentre insegue, secondo mandato, la privatizzazione dell’azienda entro il 2015, si susseguono voci – sottolineo, voci – sulla ristrutturazione della società. Anna Pia Sassano, ex Agenzia delle Entrate, oggi a capo dello sviluppo tecnologico, sarebbe in uscita. In uscita, forse, anche Luigi Calabria, ex Eni: in alternativa potrebbe (adesso è AFC, Amministrazione Finanza e Controllo) diventare ad di Poste e Vita. Al suo posto entrerebbe Luigi de Ferraris, ex Enel. Nell’organizzazione dei vertici, a Poste si sono insediati da tempo Pierluigi Celli, ex dg Rai, consulente per le risorse umane; Paolo Iammatteo, assistente personale di Caio; Giuseppe Coccon (un pesciolino rosso in un mondo di squali, secondo gli amici; un barracuda, secondo gli antagonisti) come direttore comunicazione, relazione esterne; per le relazioni istituzionali, infine Bianca Martinelli.

GIAMPIERO SAMORì, RINVIATO A GIUDIZIO A BOLOGNA
Modena, l'avvocato Giampaolo Sam

Secondo ModenaToday Samorì è stato rinviato a giudizio per uso illecito di dati sensibili, impiegati secondo l’indagine per la Bper Futura, l’associazione di azionisti con cui tentò, senza riuscirci, di approdare al Cda. L’indagine risale al 5 dicembre 2011, a cura della Dda di Bologna per accesso abusivo a sistemi informatici e furto di dati sensibili, presi illegalmente dai database dell’istituto. Samorì, fondatore del partito Moderati in Rivoluzione (Mir), candidato per Forza Italia, non eletto, alle ultime europee, dovrà rispondere al Gup del tribunale di Bologna Bruno Perla di fatti risalenti al 2008. La Bper sarà rappresentata dall’avvocato Roberto Borgogno dello studio Coppi di Roma, per la parte civile gli avvocati Luca Moser e Massimo Vellani.

ELEONORA GAGGIOLI / NO SOLDI, NO CAUSA, NO PARTY

THi3obwkabMgywA7xMiDsvnY+VQ=--eleonora_gaggioli

“Ieri si è seduto in studio un nuovo assistito e dopo circa cinque minuti ha detto con arroganza: – Io però per la causa non la pago, prenderà i soldi quando vincerà. E io ho sorriso e ho detto: – Non si preoccupi, vincerà con qualche altro avvocato!”. Così, su FB, Eleonora Gaggioli.
Ho già espresso all’avvocatessa Gaggioli la mia stima e simpatia, ieri su FB. Non solo per la pronta battuta, ma anche perché di questi tempi il lavoro dei liberi professionisti (il loro impegno, i costi e quant’altro) è considerato sempre più spesso come un dovere altrui da sfruttare. Ma non esiste alcun diritto, per questi clienti arroganti.

 

COME ABOLIRE IL CARCERE / DALLA PARTE DEI DETENUTI
Journalists, Authors And Personalities Call For Silvio Berlusconi Resignation

Conoscete il mio impegno ideale per i tanti, troppi detenuti, famosi e ignoti, chiusi in carcere in condizioni incivili. Leggete su la Repubblica di oggi la sintesi di un intervento di Gustavo Zagrebellsky (il testo è visibile anche su www.lamescolanza.com) della lezione che l’ex presidente della Corte Costituzionale ha tenuto questa mattina al dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Roma Tre. Da anni si discute come arrivare ad una giustizia riparativa che superi la “detenzione, retaggio della premodernità”. La reclusione non si concilia con la dignità, sono più coerenti sanzioni risarcitorie che costringano a vivere, ma cambiando vita.

BUD SPENCER, L’INTRAMONTABILE, SI RACCONTA (CON LA MOGLIE)
images

Ha 86 anni, è nato a Napoli, Bud Spencer è il nome d’arte di Carlo Pedersoli. Ha esordito nel cinema a 37 anni. “Per vocazione?” “No, per soldi: odiavo quel mondo, mi innervosiva.”
La meravigliosa vita di Bud, che conta migliaia e migliaia di fan, è raccontata in maniera straordinaria da Chiara Maffioletti, oggi su Corriere della Sera. Spencer ha avuto come partner Mario Girotti, in arte Terence Hill, in diciotto film: “Io e Terence siamo l’unica coppia del cinema che non ha mai litigato. Perché non c’era invidia. Siamo diventati amici”. A novembre è uscito il suo nuovo libro, “Mangio ergo sum”. Nel ritratto di Chiara appare la figura della moglie, Maria “minuta ed elegantissima”, sempre al suo fianco. “Mi ha salvato, forse non prevedendolo – scherza Spencer – lei ha capito che qualcosa non andava e mi ha costretto ad andare dal medico. Mi ha salvato la vita, è il mio carro armato.” E aggiunge “Mai dire: lei (o lui) mi ama. Non è quello che conta, tanto non lo saprai mai. Ciò che conta è essere innamorati, e io lo sono.”

Se volete, scrivetemi indirizzando a cesare@lamescolanza.com, risponderò a tutti.
23.01.15