OGGI VI DICO CHE… MILO CORETTI / LETTERA AL TERRORISTA

“Ciao mi chiamo come te pare, so’ romano,  uno de quelli che se sveglia de matina pe’ porta li ragazzini a scola, tra il traffico del raccordo che me cattura pe tre ore, me tocca da sentì la radio ndo tutti li giorni, se sente parla de morti e stragi, fatte a nome de uno che manco so chi è’! Ve fate chiama Isis, nun menteressa manco che vol dì, so’solo che siete islamici, come quello che se siede in prima elementare affianco a mi fio, che ce gioca pe 5 ore tutti li giorni, e che me trovo sempre dentro casa… Mi moglie m’ ha detto che la madre, vo fa toglie il crocifisso dalla classe, crocifisso che ce sta da prima de mi nonno e che nun da fastidio a nessuno, e a me de quello che c’è in classe ar paese tuo nun me ne frega un cazzo, e nun te dico ne de mette ne de toglie, noi semo cristiani, m’ hanno battezzato quando nun capivo un cazzo, e ammonenti m’affigheno ma me so adeguato, e ogni tanto pure se nun ce credo prego pure io… Sì a tu fio lo piano per culo, perché tu moglie lo va a prende tutta vestita de nero, a mi fio lo piano per culo perché mi moglie s’e’ rifatta tutta e pare un trans! A me nun me ne frega un cazzo nè de te nè de quello che pensi te, io so romano c’hanno dato foco e stamo ancora qua come stronzi, annamo a pregà uno che abbiamo crocifisso, ma che cazzo ce frega la domenica c’è la Roma, ma te volevo dà du consii, amico mio! A Roma nun ce devi veni pe rompe li coglioni, che a fa quello ce stanno già sti zozzoni de politici che votamo noi a Roma, viecce pe magna pe pia’ er sole pe veni a vede quant’e grande la città che ha conquistato tutto il monno, a Roma viecce pe sentitte chiama fratello amico mio, a Roma viecce si te stai a morì de fame che ar tavolo mio ce magno io e ce magni pure te, ma nun veni pe dà lezioni, nun veni pe rompe li coglioni, nun ce veni a insegna niente, che li romani sanno tutto e de quello che nun sanno nun gliene pò frega un cazzo!” (Milo Coretti).

ATTUALIZZANDO… AL DI LA’ DELLA VOLGARITA’
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La vita continua, per sdrammatizzare ho deciso di pubblicare questa geniale puttanata, popolaresca, mandatami da Milo Coretti. Per restare con i piedi nella realtà e la realtà è che a Roma, la città che ha visto tutto e non si lascia impressionare da niente, si fanno anche questi motteggi, e si riesce a scherzare su tutto. Roma ha visto Giulio Cesare e Nerone, gli schiavi e i gladiatori al Colosseo, ha fatto strage di cristiani e poi si è convertita a Gesù, ha visto pontefici violenti e gaudenti e pontefici umili e santi, ha visto dittatori antichi e recenti, ha visto invasioni e crudeltà, corruzione quasi sempre, voglia di vivere e sopravvivere – sempre. Ha fatto il callo davanti a tutto e a tutti, non si lascerà impressionare più di tanto dai terroristi di questi giorni: bene lo ha scritto e previsto Ennio Flaiano nel suo magistrale racconto “Un marziano a Roma” (dapprima stupefatti e incuriositi dall’arrivo di un marziano, in breve si stufano e lo snobbano).

É LA TERZA GUERRA MONDIALE? ECCO QUALCHE SEMPLICE RIFLESSIONE
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Da venerdì notte fino a oggi ho ascoltato quintalate di sciocchezze in televisione, zappingando da canale a canale: ne ho, scusatemi, la nausea. Sull’orribile attentato a Parigi non ho la presunzione di poter dire qualcosa di più profondo o di più intelligente. Non riesco però, oggi, a parlare di altri argomenti. Quindi ho deciso di trasmettervi, schematicamente, qualche mia sensazione/riflessione, per coerenza allo stile del mio diario (non mi piace la parola blog) in cui racconto e commento fatti privati ed eventi pubblici, con una sola regola prioritaria, chiarezza e sincerità.
1. Sono un liberale assoluto. Non voglio imporre le mie idee e mi ribello se qualcuno vuole imporre a me, con la forza, le sue idee e le sue opinioni, addirittura le sue regole di vita.
2. Sono anche un pessimista globale. Non penso che il mondo di domani sarà migliore di quello attuale. In questa situazione di oggi – si parla di terza guerra mondiale – non penso che la guerra possa essere vinta da coloro che, giustamente, hanno a cuore la propria vita, contro coloro che sono pronti a sacrificare la propria vita, pur di colpirci.
3. In ogni caso, e per qualsiasi ragione, la guerra mi fa orrore. Ma le guerre esistono da quando esistono gli uomini. Penso che gli uomini siano più violenti e crudeli degli animali e delle belve, a differenza delle belve non rispettano alcuna regola, non conoscono la pietà, a volte neanche i sentimenti paterni e materni, la solidarietà, la fratellanza.
4. Non so chi abbia creato questo mondo, faccio però fatica a pensare che si tratti di un Dio (e tuttavia, per speranza o per paura, scrivo questa parola con l’iniziale maiuscola) che preveda tanto orrore, e assista senza sgomento e senza intervenire, alle barbarie quotidiane, le ultime quelle di venerdì a Parigi, dove sono stati giustiziati uomini e donne inermi, inconsapevoli, mamme, bambini, giovani…
5. Da chi difenderci? E’ assurdo e ingiusto colpevolizzare e aggredire gli islamici (umanità simile alla nostra): però mi sembra esatto ciò che ormai sento ripetere a manetta, e cioè che non tutti gli islamici sono terroristi, ma tutti i terroristi sono islamici.
6. Sono molto triste, depresso al pensiero che i miei figli e i miei nipoti (e come loro, ovviamente, tutti i figli e i nipoti dei miei coetanei) sono attesi da probabili sofferenze, guerre, orrendi eventi, terrorismo, crudeltà, e conseguenti disagi. Però cerco di capire ciò che è possibile capire, spiegare, tentare di non perdere serenità e oggettività. Perciò…
7. … perciò non dimentichiamo che l’Occidente ha gravi colpe e responsabilità. La memoria potrebbe aiutarci a capire perché siamo tanto odiati. L’Occidente per secoli ha sfruttato i Paesi che adesso ci odiano o ci odieranno, ci muovono guerra o ce la muoveranno: abbiamo pensato a sfruttare il petrolio e le loro risorse, abbiamo pensato di farne le nostre colonie, abbiamo pensato solo al nostro benessere; nella migliore delle ipotesi, abbiamo lasciato – per il nostro interesse – che quei popoli vivessero in schiavitù, oppressi da dittature irriducibili e sanguinarie.
Abbiamo fatto guerre insensate (l’unico senso era la difesa di interessi veri o presunti) uccidendo centinaia di migliaia di persone, massacrando innocenti, famiglie, civili, bambini, senza un attimo di pietà. Come potremmo non essere odiati?
8. L’escalation del terrorismo – della guerra – nasce dalla rivoluzione che, attraverso radio e televisione ma soprattutto attraverso Internet, si è registrata nei mezzi e nelle tecniche di comunicazione. Tutte le rivoluzioni a cui stiamo assistendo nella nostra epoca nascono (ed è superfluo dire che è giusto che sia così) dalla comunicazione: niente o quasi niente può essere nascosto, tutto o quasi tutto è rivelato, discusso, approfondito. Le verità scomode potevano essere celate, un tempo, o almeno contraffatte. Oggi, no. Il terrorista di oggi sa perché l’Occidente è il suo nemico, perché lo è stato; e sa dove colpire.
9. Ho scarsissima fiducia nella classe dirigente, politica, che dovrebbe difenderci. La classe dirigente economica e finanziaria riuscirà a fare comunque i propri affari, secondo un collaudatissimo copione storico. Ma i politici? Chi ha fiducia nei governi di oggi? Penso che ci vorrebbero uomini come Roosevelt, De Gaulle, Churchill… Ci sono?
10. Come ho scritto, mi è venuta la nausea ad ascoltare e a leggere chiacchiere in tivù e sui giornali… La Myrta Merlino, la Tiziana Panella di turno (ma non solo loro, eh!) chiudevano la bocca, sovrapponendosi per vanità o incompetenza, a quei pochi interlocutori – mi viene in mente Vittorio Feltri – che avevano qualcosa da dire. Sui giornali, se lo cercherete, un capolavoro sul “Il Foglio” di sabato: una nota dettata di corsa da Giuliano Ferrara, che si trovava a Parigi. Un pezzo da antologia, un grande scrittore che si improvvisa cronista, cronista di razza (è riuscito perfino a dare il risultato di Francia – Germania, 2-0): nessuno lo ha fatto, la grandezza si vede nei particolari. Lucido, freddo, minuzioso e tuttavia ricco di passione, Giulianone, al servizio del suo amato giornale, il giornale che ha fondato, che abitualmente va in stampa all’ora dell’attentato. Chapeau! Potete leggerlo su www.lamescolanza.com, il nostro sito. // E i politici? Hanno colto l’occasione per esibirsi in tivù, a raccontare banalità e frottole, senza capire quanto siano detestati, ormai, dall’opinione pubblica.
Chiudo. Qualcos’altro da dire lo avrei, ma la pena, la commozione e il disgusto mi impediscono di andare avanti. Vi chiedo scusa. E purtroppo la guerra non finisce qui.

cesare@lamescolanza.com
16.11.2015