OGGI VI DICO CHE… LA SAGGEZZA DI CHURCHILL

“Io affermo che quando una nazione tenta di tassare se stessa per raggiungere la prosperità è come se un uomo si mettesse in piedi dentro un secchio e cercasse di sollevarsi per il manico”. (Winston Churchill)

ATTUALIZZANDO … LETTERE / 1. MI SCRIVE UN AMICO, malady                                   ANCORA SULLA RAI

Canciani2Mi scrive Renzo Canciani, eccellente comunicatore ed ex dirigente di buon livello di Rai: “Caro Cesare, ti ostini, per un amore perverso, a ipotizzare una RAI diversa. Non so cosa ti spinge su questa strada. Io avendola conosciuta perfettamente nei contenuti, nella gestione e negli uomini ho da tempi rinunciato. Mi soccorre una battuta fatta qualche anno fa, in una intervista al supplemento del CorSera “Sette” da un ex direttore generale che fu anche capo del personale con il quale ho avuto nella mia esperienza in Rai momenti di tensione. Diceva il personaggio, che dopo l’esperienza in Rai ha fatto e sta facendo una carriera prolungata e diffusa, diceva: “… la Rai è irriformabile”. Anche io da tempo sono giunto a questa conclusione. Tra l’altro credo di essere stato l’unico dirigente dell’azienda,a suo tempo, ad aver votato, il referendum dei radicali, per la privatizzazione”.

Rispondo. Realisticamente, sono obbligato a pensarla come Canciani, che non ha peli sulla lingua e soprattutto si firma con nome e cognome… Direi che è anche coraggioso perché, a parte il mondo politico dove si spara a casaccio a favore o contro la Rai in relazione ai propri interessi, raramente i dirigenti e dipendenti, anche ex come Renzo, esprimono opinioni schiette. Vero: probabilmente la Rai è irriformabile, ma cosa dobbiamo fare, arrenderci a questa impotenza? Ciò che indigna è l’idea di inserire nella bolletta Enel il pagamento del canone. Una nuova tassa, dissimulata con povera astuzia. E se uno non paga (l’obbligo di pagare, tra l’altro, è molto discusso e opinabile), cosa succede? Gli staccano la luce? Sul web ho letto, a firma di Mauro Dech, questa giustificabile battuta: “Il canone Rai è la tassa più evasa dagli italiani. La considerano un doppione della tassa mondezza”. Oppure, più autorevolmente, visto che il canone rischia di diventare una tassa impropria, ricordo ciò che disse Ronald Reagan: “Un contribuente è uno che lavora per lo Stato, ma senza avere vinto un concorso pubblico”.

LETTERE / 2. UN ALTRO VECCHIO AMICO, SUI LIBRI

guido vignaMi scrive Guido Vigna, che ebbi nella mia splendida redazione al “Corriere d’Informazione”, a metà degli anni settanta: “Caro Cesare, ti ringrazio per avermi voluto citare nel tuo “Alle 5 della sera” ma, a testimonianza che c’è sempre una prima volta, ti debbo fare almeno tre precisazioni. La prima riguarda la lingua italiana. Non ho compreso quell'”ex grande giornalista”, se uno è stato un grande giornalista continua a esserlo. Ti dirò, con molta umiltà, che non mi sono mai considerato un grande giornalista e, soprattutto, che non ho mai cercato di diventarlo. Sono sempre stato conscio dei miei limiti ed è stata, ed è, la mia fortuna. Ho sempre considerato tutti gli altri con i quali ho lavorato superiori a me, poi, magari, frequentandoli, qualche sassolino dalla scarpa me lo sono levato. Non scrivo romanzi semplicemente perché non mi sento un Thomas Mann, per dire di un autore che amo, e allora che senso ha scriverne? Seconda precisazione: non faccio il libraio, do una mano a mia figlia che ha una libreria e continuo a fare il giornalista e invento iniziative. L’ultima potresti anche contribuire a diffonderla. E’ “Un Natale di Libri”, passerella di autori di bestseller che si terrà a Bolzano in occasione del Mercatino di Natale (www.mercatinodinatalebz.it). Terza precisazione. Concludere una collana di libri mi ha dato piacere e nostalgia, perché finiva la libidine della ricerca. E allora che ho fatto? Via con una seconda raccolta, sì, poiché di stravaganza non sono carente, ho cominciato la seconda raccolta della vecchia Bur e sono già a buon punto con 400 e passa volumi e quando l’avrò finita, mi avventurerò nella terza. Vuoi mettere il piacere di avere due tre quattro cinque collezioni Bur. Poi magari ne venderò una al miglior offerente…. g.v.

Post scriptum. La definizione che Eco dà del bibliofilo è classista, aristocratica. Bibliofilo, per me, è semplicemente chi ama i libri, chi ama toccarli, guardarli, leggerli, ammirarli, rimirarli, farli suoi. Un bibliofilo che non legge i libri è tale e quale a chi ama, riamato, una donna e non gliene frega niente di non averla. Un coglione, insomma”.

Rispondo: 1. Mi scuso, per me Guido è un grande giornalista, forse a sua insaputa: ho scritto ex solo perché non esercita la professione, in forme tradizionali. 2. Gli ho attribuito un ruolo da “libraio”, senza la pur minima intenzione di dispiacergli: forse perché a me piacerebbe davvero gestire una piccola libreria. 3. Le iniziative geniali ed eclettiche di Vigna mi sono molto care. La passerella di autori di bestseller che si terrà a Bolzano per “Un Natale di libri” mi sembra un’occasione imperdibile per chi ama i libri e la bellissima Bolzano. Sono invitato? 4. La compulsiva capacità del mio amico di iniziare e chiudere varie correzioni, e poi ricominciare da capo, mi lascia sgomento: è qualcosa di cui non sarei assolutamente capace, tipo dimagrire, come dovrei, di 50 kg per poi tornare a ingrassare e poi ricominciare… 5. Concordo con Guido per quanto riguarda Eco, che aveva affermato che il vero bibliofilo sarebbe quello che adora il libro/oggetto, addirittura le prime copie uscite dalla stampa.

FINMECCANICA / CHI È IL PIU’ FEDELE DEL REAME (DI MAURO MORETTI)?

mauro-moretti1Secondo Fabio Tamburini, nel supplemento economico del “Corriere della Sera”, Moretti sta ristrutturando (napoleonicamente, questo lo aggiungo io) la Finmeccanica in divisioni e settori. Ha scelto otto fidatissimi marescialli: Domenico Braccialarghe (risorse umane e organizzazione), Andrea Parrella (affari legali e societari), Federico Fabbretti (relazioni esterne, comunicazione e rapporti istituzionali), Marco Di Capua (che arriva dall’Agenzia delle Entrate), Giovanni Soccodato (strategie), Gian Piero Cutillo (amministrazione, finanza e controllo), Daniele Romiti, che non è parente del celebre Cesare (scuola Amedeo Caporaletti, il grande vecchio di Agusta, grande organizzatore degli stabilimenti) e infine Fabrizio Giulianini (elettronica per la difesa e sicurezza).

Il dibattito è questo: chi è il più fedele tra gli otto fedelissimi? Tamburini scrive che the best nella fedeltà è Braccialarghe. E assicura che Giulianini è addirittura capace di essere dialettico con un tipino notoriamente brusco come Moretti. Da parte mia, mi permetto di ipotizzare che il più fedele resta – almeno quando non suona la chitarra e non scrive delicate (e dedicate) poesie – il mitico Federico Fabbretti. Ai posteri l’ardua sentenza.

RICCARDO RUGGERI, DUE BATTUTE AL CURARO

ruggeriLa prima: “La conferenza stampa di Marino: surreale, che i giornalisti non sapevano cosa chiedere a uno che non sapeva cosa rispondere”.

La seconda: “La fine di un re: Platini si difende come Marino”. Leggete Ruggeri, ogni giorno, su “Italia oggi”, il bel giornale diretto dal pirotecnico Pierluigi Magnaschi.

 

 

 

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21.10.2015