OGGI VI DICO CHE… LA DECADENZA DEL TALK

“A Los Angeles non buttano via l’immondizia. La rovesciano direttamente nei talk-show televisivi.” (Woody Allen)
“Con i reality abbiamo toccato il fondo della volgarità. Hanno un solo merito: sono laici, senza censure. È la vita di tutti i giorni mandata in onda. Chi li ha ideati è stato un genio.” (Gianni Boncompagni)
“L’essenza del progresso è la decadenza. Progredire è morire perché vivere è morire.” (Fernando Pessoa, La divina irrealtà delle cose)

ATTUALIZZANDO… DA ZAVOLI E COSTANZO

I talk show saranno di livello sempre più scadente. Eppure la genesi del talk fu nobile, di qualità oggi irripetibile. Tutto cominciò, nello sport, con il Processo alla tappa, nel Giro d’Italia, di Sergio Zavoli. E con l’indimenticabile Bontà loro, nell’intrattenimento, di Maurizio Costanzo. Si sa: quando qualcosa ha successo tutti, ma proprio tutti (sfigati, arrembanti, soprattutto incompetenti e incapaci) si buttano sulla formula, che ormai si chiama format, pur senza idee. E così, ora, la noia ripetitiva del talk è insostenibile.
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ESTERNAZIONI FASTIDIOSE

Solo per sorridere, vi ricordo esternazioni frequenti e fastidiose da parte degli ospiti: 1. “Detto ciò…”, con aria superba, come se fosse stato detto qualcosa di prezioso. 2. “Io non ho interrotto! Mi lasci parlare…”, come se non ci fosse un conduttore addetto a gestire il dibattito. 3. “I numeri parlano chiaro”, con riferimenti improbabili a statistiche fuorvianti. 4. “I giornali possono dire ciò che vogliono, si sa come sono fatti…”: il disprezzo verso i giornalisti è diffuso tra tutti gli ospiti di tutti i partiti. 5. “Purtroppo la interrompo, c’è la pubblicità!”: lo dice il conduttore, ma perché “purtroppo”?, sono gli spot che pagano i costi e gli stipendi! 6. “Il percorso, la proposta, il progetto…”: ma quando? ma dove? non c’è mai un’idea nuova! 7. “Si sa quale sia la nostra storia…”: peggio mi sento. I padri della patria si rivolterebbero nella tomba, se sentissero i loro indegni eredi riempirsi la bocca alludendo a glorie con cui nulla hanno a che fare.

E GLI APPLAUSI PER TUTTI, A PRESCINDERE?

A tutto questo (e molto altro) aggiungiamo gli applausi scroscianti di un pubblico indotto a esaltarsi di fronte a tutto e al contrario di tutto. Mi ha colpito Davide Parenzo, il bravo sostituto di Myrta Merlino a “L’aria che tira”: Cirino Pomicino aveva detto che dilaga la nostalgia per la democrazia cristiana. E Parenzo ha affrontato di brutto i plaudenti gridando: “Fatemi capire, davvero rimpiangete la dc?” Urla immediate: “No, no!…”. A seguire, naturalmente, altri grandi applausi.
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cesare@lamescolanza.com

15/06/2017