OGGI VI DICO CHE… LA COMPLESSITA’ DI AVER UNO STATUS

“Non cercare di diventare un uomo di successo, ma piuttosto un uomo di valore”. (Albert Einstein)

ATTUALIZZANDO… STATUS / 1. “LEI NON SA CHI SONO IO”

papa francescoIl problema è più complicato rispetto a quanto ha detto Einstein (vedi sopra), e a un recente pensiero di Papa Francesco: “Una laurea non è sinonimo di status più elevato, denaro e prestigio sociale, e studiare è un diritto, non un privilegio”. A parer mio, siamo di fronte ad una ragnatela: come uomo di successo, automaticamente hai uno status; idem come uomo di valore riconosciuto. Peggio, o meglio, mi sento se coincidono – non è raro – il successo e il valore; la laurea aggiunge molto, tranne forse qui a Roma dove tutti siamo “dottò”; il denaro conta molto, più del prestigio sociale… e così via. A volte, lo status te lo regalano o te lo infliggono i salotti, i club elitari, le massonerie, gli addetti ai lavori di qualsiasi lavoro. Ma, psicologicamente, la differenza risiede in questo: c’è chi, a prescindere, è fiero e superbamente orgoglioso di avere un suo status, per molti altri (quorum ego) la questione non si pone. Ammetto che la tentazione sia insidiosa: non mi dispiace, scioccamente, di essere salutato, qualche volta, come “maestro”! E d’altra parte siamo nella patria di uno slogan tanto abietto quanto frequente, “lei non sa chi sono io”.

STATUS / 2. L’INCAZZATURA (CHIACCHIERATISSIMA) DI SCALFARI

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Eugenio Scalfari tantissimi anni fa ebbe un piccolo infortunio, per quel “lei non sa chi sono io”. Lo ricordo bonariamente, come si fa a non riconoscere un importante status all’illustre giornalista? In questi giorni circolano chiacchiere sull’ultima incazzatura di Eugenio: non è stato informato da Carlo De Benedetti sulla nomina di Mario Calabresi alla direzione di “La Repubblica”, si è alterato di brutto, subito ha detto che avrebbe lasciato il giornale… Comprensibile, umano e ragionevole. Scalfari ha fondato “Repubblica”, l’ha imposta per vent’anni, nel successivo ventennio è sempre stato lui un nume di riferimento, ha firmato gli editoriali domenicali. Probabilmente, nel suo intimo, non solo voleva essere informato, ma desiderava designare il successore di Ezio Mauro. E CDB, l’editore, non ha avuto questo riguardo. Ora, sembra che l’incazzatura sia rientrata, il Fondatore continuerà a pubblicare la sua omelia domenicale, è prevedibile che il nuovo direttore lo tratterà con assoluto rispetto.

STATUS / 3. RETROSCENA DELLA NOMINA DI CALABRESI

ezio mauro mario calabresi

Ezio Mauro, direttore uscente, non ha mai tenuto – almeno questa è la mia impressione – allo status, che comunque da tutti gli era riconosciuto. Puntualmente, è stato coinvolto da CDB e dall’a.d. Mondardini in una consultazione per i possibili candidati. Ezio ha fatto, da piemontese ortodosso e democristiano avveduto, una dozzina di nomi: con astuzia, era sicuro di centrarne uno. Non ha fatto i nomi di Paolo Mieli e Giulio Anselmi, ha indicato Ferruccio De Bortoli, Massimo Giannini, tutti i vice direttori, ovviamente Calabresi (una sua creatura) e altri. Altra curiosità: Mauro, prima di partire per le vacanze, a luglio aveva annunciato la sua volontà di ritirarsi, a settembre ha confermato e annunciato il ritiro.

STATUS / 4. DELLA VALLE, PASSERA, MARCHINI, CAIRO, PELLEGRINI…

ernesto pellegrini

Visto che oggi mi è venuto il trip di parlare di status, lasciatemi allargare lo sguardo: Della Valle, per il successo avuto con la sua azienda, è sicuramente uno che propone lo status, idem Alfio Marchini, per l’importanza della famiglia e del cognome, idem Passera, applauditissimo come uomo di finanza, anche se non come ministro di Mario Monti… La mia simpatia va a Urbano Cairo, che è partito da zero e si muove nei campi più diversi come un geniale operaio degli affari, con un approccio forse furbo, ma efficace, di par condicio con il mondo intero. Così, da sempre, Ernesto Pellegrini, che festeggia in questi giorni il cinquantesimo anniversario della sua splendida azienda. Lo conobbi quando diventò proprietario e presidente dell’Inter. Con spontaneità simpaticissima, parlando degli stipendi dei calciatori, mi disse sospirando: “Ce ne vorranno, di pasti, per pagare tutti questi campioni…” (era già il re delle mense aziendali).

STATUS / 5. BISIGNANI, IL CAPOLAVORO DI INVENTARSI IL FUTURO

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Che ne pensate di Bisi, ovvero Luigi Bisignani? Scommettiamo? Se interroghiamo 100 persone che contano nella società italiana avremo 100 opinioni diverse. E già questo indica la straordinarietà del personaggio. Bisignani, tra gli uomini più potenti in Italia quando era in vita Andreotti, continuò ad essere un uomo di influenza e di obbligato crocevia anche in seguito, sia pur maltrattato dai giornali (non tutti), dai politici (non tutti), da benpensanti (tanti, troppi, ma non tutti) e anche dai magistrati. Mai dagli imprenditori. Senza il suo volere, ma forse con un intimo godimento, era considerato il lobbista più importante in circolazione (come Montezemolo, diciamo). Lobbista in Italia sembra una parolaccia, in realtà è un mestiere – difficile ed impervio – come tanti altri; si, in Italia è importante esserlo, ma non dirlo. Comunque, sul groppone di Bisi gli era via via stata affibbiata un’immagine ingiusta, da impresentabile… E cosa ha fatto il nostro genietto? Si è inventato alcuni libri, sicuramente destinati a eccitare attenzione, curiosità, morbose avidità di retroscena. E così, oggi, è considerato un opinionista acuto e informato: questo è, oggi, il suo status. Lo vedo quando lui può, lo leggo con sincero apprezzamento quanto esterna su “Il Tempo”: in particolare, senza peli sulla lingua, sul premier Renzi.

STATUS / 6. CELOTTO COMMISSARIO ALL’OSPEDALE ISRAELITICO

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Alfonso Celotto abbonda, di status ne ha due, addirittura, in attesa di accertare la sua definitiva identità. È stato al governo, esemplare servitore dello Stato. Ha scritto un libro – rivelazione (“Il dott. Ciro Amendola, direttore della Gazzetta Ufficiale”). In questi giorni abbiamo appreso che è stato nominato commissario straordinario di un importante ospedale romano, l’Israelitico, finito in un groviglio di guai per una serie di arresti di dirigenti, medici e infermieri. Stimo così tanto Alfonso che in futuro mi piacerebbe vederlo integro ed efficiente ministro della sanità (o della cultura). Però, non mi sospenderei se arrivasse, passo dopo passo, a essere riconosciuto uno tra i più importanti scrittori italiani.

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2.12.2015