OGGI VI DICO CHE… IN DIFESA DELLA DEPRESSIONE

“Dicono che il momento peggiore, negli stati depressivi, si raggiunge quando subentra il timore che la depressione possa essere battuta e sparire dalla tua vita. Forse è così. La depressione infatti può diventare,  a poco a poco, una deliziosa compagna, un isolotto (Eos?) nel quale rifugiarsi, in assoluta solitudine. Il consiglio è di dominare la depressione grazie a qualche pillola salvifica, senza mai entrare in stato di dipendenza. Chiedere consigli al grande Carlo Verdone, maestro della sapiente gestione dei farmaci, per avere un equilibrio stabile.” (Sergio Vincenzi)

ATTUALIZZANDO… ISPIRANDOMI A CARLO VERDONE…

carlo verdone

… voglio tradurre in riflessioni positive, nel mio diario di oggi, tutto ciò che potrebbe essere abbandonato a uno stato depressivo. Quindi, non spaventatevi: oggi si pensa positivo (senza neanche bisogno di farmaci!).

PENSARE POSITIVO /1. RENZI, TORNA A FIORIR LA ROSA…?

matteo renzi

Nella sua omelia domenicale sulla Repubblica, Eugenio Scalfari svolge un estroso e bizzarro ragionamento, che a me è sembrato contraddittorio, perché alterna amare riflessioni sulla condizione italiana, ha molti dubbi sulla ripresa, boccia Renzi e tuttavia, citando celebri versi, conclude confidando che “torna a fiorire la rosa, che pur dianzi languià”. Ebbene, partendo dallo stato depressivo, più volte esposto in questo blog, e molto simile a quello di Scalfarone, mi permetto di introdurre una speranza positiva. Si afferma che dobbiamo sorbirci il governo di Renzi, anche noi, i molti che come Scalfari nutriamo perplessità e diffidenza, perché – risum teneatis – a Renzi non ci sarebbe alternativa. Vogliamo liberarci, tanto per preparare una svolta, da questa stupidaggine, ripetuta a destra e a manca? La storia insegna che le alternative ci sono sempre, a volte addirittura abbondano. Avreste, ad esempio, mai immaginato che potessero esserci due Papi, anziché uno solo? Se Renzi dovesse cadere, ed è augurabile che cada se in tempi brevi non riuscirà a mantenere le sue promesse sempre annunciate e puntualmente rinviate, l’alternativa al vispo premier ci sarà, eccome! L’unico vero problema, insisto, è abbandonarsi alla depressione, quindi alla paura, anziché farne il propellente della riscossa e della rinascita.

PENSARE POSITIVO /2. ALLUVIONI IN TUTTA ITALIA… COSA FARE?

alluvioni

La depressione – la resa – è una tentazione, di fronte alla furia del maltempo. In particolare, avvertiamo una sensazione di amara impotenza. L’amarezza nasce dalla constatazione che quasi dovunque, in ogni regione della nostra splendida Italia, da una parte abbiamo distrutto tutto con il cemento, dall’altra in gran numero gli amministratori che abbiamo eletto per il governo nazionale e locale si sono dimostrati avidi e corrotti profittatori del denaro a loro disposizione e/o incapaci e miopi gestori delle difficoltà, non solo nella prevenzione, ma anche come esempio e solidarietà nei giorni del dramma. Vero o no che i sindaci di due grandi città non erano in prima linea, di fronte all’allerta per le alluvioni? Il sindaco di Genova Doria fu segnalato a Courmayeur, in sereno week end con la famiglia, mentre a Genova giovani e anziani si davano da fare, abbandonati da tutti, con le pale in mano. A Roma, il sindaco Marino veniva segnalato in trasferta (non ricordo per quale motivo!) a Milano. Ci sarebbero tutti i presupposti per abbatterci e aspettare, senza reagire, gli eventi. Che potrebbero essere disastrosi: siamo a metà dell’autunno e l’inizio dell’inverno è ancora lontano. Ma un pensiero positivo c’è, temo irrealizzabile: mandare a casa i sindaci inetti, gli altri amministratori che si sono rivelati incapaci, per non dire peggio. Non a calci, siamo gentiluomini! Ma trovando il modo di riuscire a farli dimettere, spazzare via con loro tutto ciò che tormenta la buona coscienza dei cittadini onesti e perseguitati da inefficienze e ruberia. Forse non servirebbe, pragmaticamente, a molto. Però il “tutti a casa!” avrebbe un grande significato simbolico, e galvanizzante, ne sono certo, di fronte all’ira popolare, allo sconforto che perfino i farisei esprimono spudoratamente, pur senza muovere un dito. Si darebbe l’impressione di una volontà fondamentale, quella di voltare pagina. Mentre, invece, purtroppo gli italiani sono abituati a non veder mai punire le responsabilità evidenti dei politici, a ricevere promesse quasi mai mantenute, a dover lottare con sacrifici personali per rimediare a danni inestimabili. Ma ora passiamo ad argomenti meno tragici…

PENSARE POSITIVO /3. I DUBBI SU GARCIA E SULLA ROMA

Garcia e Gervinho

Se vi interessa saperne di più, leggete il mio articolo di oggi sul Corriere dello Sport, (o anche visibile su www.lamescolanza.com). In sintesi: la Roma è una grande squadra, ma è arrivato il momento di affrontare dubbi ragionevoli e perplessità evidenti, se non ci lasciamo trascinare dagli entusiasmi, tipici di questa città. Ed è questo il primo problema, per la squadra: è circondata da enfasi e ottimismo, i tifosi ma anche allenatore e giocatori sono sempre pronti a cantarsela e a suonarsela, prima di vincere. A Ferragosto sembrava che avessimo (mi metto anch’io, tra i simpatizzanti entusiasti) già vinto lo scudetto, e anche sicuri di realizzare grandi imprese in Champions. Oggi, tutto è ancora possibile, ma sarà bene affrontare la realtà, prima che – puntualmente, è successo molte volte – l’entusiasmo si trasformi in delusione e depressione. I miei dubbi sono forti. Primo, il gioco della Roma è molto lento, con la lentezza non si vince in Europa, e in Italia si soffre contro qualsiasi squadra dotata di capacità atletiche e agonistiche. Secondo: temo che stiano venendo a galla alcuni difetti del pur bravo Garcia. Incertezze, timidezze, esitazioni, contraddizioni. Qualche avvisaglia, ahimè, si ebbe nelle ultime partite della scorsa stagione. Oggi Garcia mi sembra timoroso di fronte all’opportunità di accantonare, momentaneamente, alcuni celebrati campioni, per dar spazio a giovani come Sanabria e Paredes. Terzo dubbio, il più pesante: l’esagerata valutazione di alcuni campioni o ex campioni. Nomi e cognomi? De Sanctis non è più un grande portiere, ha trentotto anni, non ha più lo scatto di reni di una volta, nelle uscite alte non è quasi mai stato apprezzabile, per di più l’infortunio gli ha pesato molto. De Rossi per me è stato un idolo e tale resterà, nei ricordi. Oggi è un giocatore da tran tran, gli riescono aperture e lanci (quasi sempre sulla fascia destra), le interdizioni non sono più quelle di una volta, si è spenta la continuità del passo, le incursioni in attacco sono sempre più rare. Quindi? Cederlo, se appena si rinnova un’offertona super milionaria. Idem Pjanic: è il più lento di tutti, aspetta la palla sui piedi, rallenta la manovra… Vero è che, nell’arco della stagione, ci regala due o al massimo tre colpi di genio, da lasciare a bocca aperta. Ma ne vale la pena? Per lui, più che per De Rossi, si aprirà un’asta tra i ricchi club stranieri. Cederlo! Senza esitazioni. Si è visto che Sabatini sa ben investire i soldi ricavati da grandi cessioni, tipo La Mela e Benatià, passando per il ragazzino brasiliano ceduto al Paris St. Germain. E anche Destro cederei, ha il diritto di tentare la fortuna altrove. Non è un fuoriclasse e rappresenta un’assurda alternativa a Totti. Non si può discutere il capitano, e non sono pessimista… Oltre a Francesco, i difensori greci, Nainggolan, Florenzi, Iturbe, Keità, Gervinho e Ljajic rappresentano un impianto di grande squadra, che può aspirare a tutto. A condizione di non cantarcela e suonarcela, prima ancora di giocarcela sul campo.

PENSARE POSITIVO /4. MA SI PUO’ CAMBIARE LA TELEVISIONE? FORSE SI

Gubitosi-Tarantola

Rieccola, la depressione. Ho trascorso un week end casalingo e ho seguito, anche per noia e accidia, un po’ di televisione. Qualcuno ricorderà, tra voi, che per tre lustri al minimo ho dedicato, sprecandola, la mia vita ad attività televisive. Lo spreco è stato mio, la colpa è solo mia, tutto è affar mio. Non ho pentimenti perché il pentimento non è un sentimento che frequenta la mia anima, stolta o virtuosa che sia. Però, come sapete, alla fine mi sono disgustato e ho deciso di ritirarmi da attività operative, in particolare come autore. I motivi sono stati tanti, credo di aver già detto la verità: primo, alla mia porta non bussavano i produttori dei pochi programmi a cui mi sarebbe piaciuto partecipare; i compensi, giustamente, sono tutt’altro che allettanti; battersi per la qualità dei contenuti e arginare orrori e bruttezze e idiozie del piccolo video sarebbe come voler fermare il vento con le mani. Ma il vero motivo, quello centrale, per cui ho deciso di rifugiarmi a fare altro, è che i programmi in televisione ormai sono realizzati in maniera inaccettabile: da una parte, dittatura assoluta da parte dei capi comici di nome famoso, dei procuratori, di pochissimi dirigenti; dall’altra, nelle riunioni, qualsiasi pirla, semi analfabeta, non ha mai qualità per proporre idee importanti, ma ha sempre  il potere di interdire, intervenendo con qualsiasi sciocca obbiezione. Per quanto mi riguarda, reagendo alla depressione come Carlo Verdone e Sergio Vincenzi – vedi sopra – ci suggeriscono, ho fondato un sito, ILDECODER.COM, che si occupa di quanto accade in televisione – e cioè della vita di cui la tivù è specchio, 24 ore su 24. Penso che nella nostra classe dirigente, politica e manageriale, si potrebbe trovare qualcuno capace di invertire la rotta ignobile, che ormai dilaga nel piccolo schermo. Nomi e cognomi? Certo. Per la Rai, mi rivolgo al presidente Anna Maria Tarantola, al dg Luigi Gubitosi, a persone sensibili come Costanza Esclapon, Valerio Fiorespino, il direttore di Rai2 Angelo Teodoli e al direttore di Rai3 Andrea Vianello (bravi e capaci, ma presumo timorosi nel tirar fuori lo scudiscio e dare la priorità al merito) e tanti altri dirigenti, soffocati dal tran tran, ma tecnicamente validissimi. Per Mediaset, innanzitutto, a Pier Silvio Berlusconi, che ormai non è più solo il figlio di, ma ha un’esperienza e un potere che dovrebbero consentirgli qualsiasi ribaltone (non parlo, qui, di Confalonieri), allontanando troppi cortigiani che gli girano attorno. Per La7, mi rivolgo a Urbano Cairo, imprenditore di notevole caratura. A Sky, nessuna sollecitazione: stanno facendo benissimo, gli ascolti arriveranno, la qualità superiore è limpida e netta, non solo nel settore sportivo e nei film. Per la politica, mi rivolgo al governo cioè a Renzi, scongiurandolo di non fare come tutti i suoi predecessori, che piazzarono in Rai quasi sempre il peggio del peggio, scegliendo tra amici e raccomandati. Una sola eccezione: Fanfani, che mise in Rai Ettore Bernabei, il quale a sua volta coltivò e portò al successo una serie di dirigenti, di diversa estrazione politica. Dunque, Renzi, prima di agire, pensi almeno a una riforma seria della Rai. E qui mi fermo, per ora.

PENSARE POSITIVO /5. GUIDA AI MISTERI  E PIACERI DELLA POLITICA

Guida ai misteri e ai piaceri della politica

Questo è il titolo di un bel libro che ho riscoperto nella mia biblioteca, nel week end. Scritto da Gianfranco Finaldi e Massimo Tosti, pubblicato da Massimo Pini per SUGARCO nel 1974. La politica di oggi deprime, rileggere e ricordare quella di quarant’anni fa è un piacere dello spirito. Molte cose, cioè personaggi e vicende di allora sono apprezzabili, e non ve lo dico da vecchio nostalgico. Basti pensare ai nomi del giornalismo televisivo: Sergio Zavoli, Willy De Luca, Biagio Agnies, Andrea Barbato, Tito Stagno, Piergiorgio Branzi, Alberto Michelini, Vittorio Citterich, Aldo Falivena, Gianni Pasquarelli, Sergio Telmon, Carlo Fuscagni, Mimmo Scarano, Gustavo Selva. E poi, naturalmente, ci sono vizietti che via via nei quarant’anni si sono gonfiati a dismisura, per uguali o analoghe radici. Di questo formidabile libro vi parlerò ancora.

*** Se volete scrivermi, confido in opinioni dissimili, costruttive e anti depressive come esternato in questa pagina, vi prego di indirizzare a cesare@lamescolanza.com . Perché è il mio recapito personale, leggo  tutto e tento di rispondere a tutti.

17.11.14