OGGI VI DICO CHE… IL PAPA E PUTIN

“Il 25 novembre Vladimir Putin verrà a Roma, in Vaticano, per incontrare il Papa. Sarà un incontro diverso presumibilmente da quelli che il presidente russo ha avuto con i due Papi precedenti, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Al di là degli altri significati che la visita potrà assumere, soprattutto per i futuri rapporti tra Cattolicesimo e Cristianesimo ortodosso, sarà anche l’incontro tra due uomini che, l’estate scorsa, si sono scoperti alleati contro gli Stati Uniti (e contro la Francia) nella vicenda siriana.” (Angelo Panebiano, il Corriere della Sera, 11 novembre 2013).

ATTUALIZZANDO… STUFO DI PANEBIANCO, FERRARA TUTTA LA VITA

Qui sopra vi ho segnalato l’inizio dell’editoriale di Panebianco, pubblicato stamattina sul Corriere. Indubbiamente è un argomento interessante, quindi segnalo l’articolo per oggettività. Se volete, leggetelo. Io, facendomi forza, mi sono rifiutato di leggerlo: perché è troppo lungo, segue nelle pagine interne, non ho voglia di sfogliare il Corriere in situazioni scomode. La mancanza di rispetto di Panebianco, (di Della Loggia e altri) verso i lettori è ormai insostenibile, la loro incontinenza non tollerabile. L’ho scritto tante volte, oggi vado oltre: Panebianco e Ernesto Galli della Loggia, quando pisciano le loro articolesse alluvionali, mediamente scrivono un paio di cose intelligenti e altre otto del tutto banali e superflue. Con un minimo sacrificio di tempo, almeno fino a quando non ci facciano la mano, potrebbero dunque tagliare o sintetizzare otto decimi del loro sussiegoso pensiero. Non lo fanno. Sono presuntuosi, vanitosi, bolliti? Non mi interessa, mica sono Sua Eminenza Ferruccio de Bortoli, direttore a vita del Corriere (al suo posto prenderei provvedimenti, la cortesia verso i lettori dovrebbe avere la prevalenza sull’insensibilità dei tromboni).
In ogni caso, per l’ennesima volta segnalo l’assoluta superiorità come editorialista, per qualità, non solo per la continenza, ed è tutto dire, di Giuliano Ferrara. E, guarda caso, l’Elefantino proprio oggi firma sul Foglio del lunedì una bellissima recensione su un argomento attiguo a quello di Panebianco: a proposito del libro di Alberto Melloni, “Quel che resta di Dio”, edito da Einaudi. In parte elogi, in parte una violenta (parola usata da Ferrara) stroncatura. Ma la sintesi di ciò che voglio dire è questa: in una ipotetica sfida tennistica tra Ferrara e Panebianco, su qualsiasi argomento meritevole di un articolo di fondo, Giuliano vincerebbe sempre 6-0, 6-0. Ma se i due scrivono di Chiesa e territori confinanti, consiglierei a Panebianco di arrendersi per abbandono e non presentarsi neanche in campo.

PERSONALE, FRANCESCO! A ME M’HA ROVINATO SCALFARI, M’HA ROVINATO
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Non posso resistere alla tentazione, visto che cominciamo la settimana in Chiesa, di dire per l’ennesima volta che, agnostico da sempre, cioè fin dalla più tenera età ancorché (o forse per questo) nipotino di un arcivescovo, mi stavo tormentando su un possibile avvicinamento alla fede… Poi Francesco ha scritto a Scalfari, lo ha incontrato, il Fondatore de “La Repubblica” ci ha messo su, com’è umano, una bella operazione di marketing, molti si sono sentiti autorizzati a inserirsi nel filotto. E la mia anima non ha resistito alla tentazione, di fronte alle empie dissertazioni, di tornare a volare, libera. Sì! Mi sono ributtato prontamente nell’inferno dei senzadio. Una cosa è certa: se ci si mette, e ci si mette spesso, Scalfarone è più nocivo di Panebianco.

COME NASCONO LE NOSTRE PAGELLE? SCRIVE ELENA DALLE RIVE

“Gentile redazione,
sono una vostra assidua lettrice, sia della newsletter quotidiana sia delle vostre pagelle e classifiche.
Ritengo che il vostro osservatorio privilegiato sul mondo della comunicazione e dei media sia un utile strumento per noi comunicatori che quotidianamente ci relazioniamo con giornalisti e testate di informazione.
Vi scrivo per una curiosità che mi è sorta dopo avere letto le vostre ultime classifiche.
Ovvero, mi piacerebbe conoscere quali siano gli strumenti o i canali attraverso cui vengono poi assegnati voti e giudizi ai professionisti della comunicazione.
In particolare mi riferisco alla mia figura professionale. Nelle ultime classifiche, fino al luglio scorso la mia valutazione era “Rigorosa” che, tutto sommato, mi poteva trovare anche d’accordo. E’ chiaro che una sola parola non può riassumere le tante sfaccettature di una personalità e professionalità, ma dovendone scegliere una…rigorosa poteva andare bene.
Mi chiedo come mai, nell’ultima vostra classifica del mese di ottobre, il giudizio sia mutato in “Animosa, il contrario di Nini Collini. Si consiglia un po’ di pacatezza”. A parte il confronto diretto con i colleghi che possono, per loro sensibilità, non gradire (non conosco neppure Nini Collini e non posso dire nulla sul suo modo di operare)?
Vi chiedo questo chiarimento perché da un lato, come già scritto, non conosco la modalità o le vostre fonti per aggiornare i giudizi che ci vengono assegnati e dall’altro perché mi sono un po’
stupita che in un periodo in cui non c’è stata alcuna evidente attività di comunicazione verso i media da parte mia per il lavoro che svolgo al Gruppo De Agostini, nessuna gestione particolare di criticità, nessun incidente di percorso, ma solo cordiali relazioni con tutti, il giudizio possa essere cambiato nel giro di tre mesi in questo modo.
Vi ringrazio per i chiarimenti che vorrete darmi.
Vi auguro buon lavoro e un cordiale saluto.
Elena Dalle Rive”
Rispondo: i voti e i giudizi delle nostre pagelle derivano dalle nostre personali conoscenze, dalla lettura dei giornali e dalle indiscrezioni che ci vengono date da un ristretto numero di amici e collaboratori, nel settore dell’informazione. Ovviamente, sono opinabili (come qualsiasi pagella: sapesse cara Elena come si infuriano a volte i calciatori di fronte alle pagelle dei giornalisti sportivi sulle loro prestazioni!), però in buona fede, comunque migliorabili. In questo caso, vorrei dire che passare da “rigorosa” ad “animosa” non è riduttivo: almeno se si tiene per buona l’autorevole Treccani, che trascrivo: “Pieno di coraggio, ardimentoso, audace: spirito a.; a. coscienza; gioventù a.; ove speme di gloria agli animosi Intelletti rifulga ed all’Italia (Foscolo); anche d’azione o comportamento che rivela coraggio, fermezza: l’a. impresa; una decisione a.; l’a. fede dei martiri; uno, in cui un amore della giustizia tanto animoso andava unito a tanta autorità (Manzoni).” Soddisfatta? Mi auguro di sì. A me – ma sono trasgressivo – piacerebbe essere definito animoso, anziché rigoroso. A meno che Foscolo e Manzoni non contino più nulla… Mi riprometto di incontrare personalmente Elena Dalle Rive, se anche a lei fa piacere. Intanto, ringrazio la capo-ufficio stampa del Gruppo De Agostini per l’attenzione e la cortesia. Ps. Quanto al confronto con Nini Collini, si è trattato solo di un impulso derivante dal fatto che le due “pagelle” graficamente erano proposte l’una dietro l’altra.

NINI  COLLINI Armando Testa Dir. Relazioni Esterne 5 Pacata, si consiglia un pizzico di sprint.
ELENA  DALLE RIVE Gruppo De Agostini Capo ufficio stampa Animosa, il contrario di Nini Collini. Si consiglia un po’ di pacatezza.

11-11-13

cesare@lamescolanza.com