OGGI VI DICO CHE… IL CASO D’ALEMA

“Ho sempre pensato che non avrei voluto accadesse ad altri ciò che successe a noi. Continuo a pensarlo. Linciaggio a D’Alema è solo politico”. (Bobo Craxi).

ATTUALIZZANDO… MAGISTRATURA,  POLITICA, CORRUZIONE…

Massimo D'Alema

Renzo Canciani,  seguito da pochi altri, giustamente scrive: “Ineccepibile intervista di D’Alema al Corriere della Sera. E’ solo in ritardo di ventidue anni rispetto quanto detto da Bettino Craxi.” Infatti: certe ingiustizie, certe staffilate bisogna sentirle sulla propria pelle. Il problema riguarda, oggi, D’Alema e il suo coinvolgimento in un’indagine di corruzione, in cui l’ex leader del PC è coinvolto in conseguenza di intercettazioni, ma non è indagato. D’Alema furente annuncia o minaccia querele, tuttavia correttamente il problema va valutato, al di là della spiacevolezza del suo caso. Il veleno nefasto sparso da tanti anni attraverso la divulgazione di intercettazioni che riguardano persone non indagate per alcun reato è un problema che, al momento, appare irrisolvibile. Le intercettazioni vanno proibite? Certamente no, sono uno strumento essenziale per consentire agli inquirenti di arrivare a tana. Le intercettazioni non debbono essere pubblicate? Non si può impedire ai giornalisti di fare il loro mestiere, o meglio: si può, ma è sconsigliabile e riprovevole in un paese democratico. Certo la pubblicazione andrebbe regolamentata, ma qui si incentra il problema cruciale: come sia possibile, e a chi spetti decidere, quali siano i confini, quale intercettazione sia giustificata dalle indagini e quale no. Facciamo un esempio: l’orologio regalato al figlio di Lupi, dimissionario – senza essere indagato – a causa delle intercettazioni che lo coinvolgevano. C’è chi pensa che la notizia del cadeau sia doverosamente interessante per l’opinione pubblica e congrua con le indagini; c’è chi pensa il contrario. Le intercettazioni maliziosamente, spesso, vengono attribuite alle indiscrezioni dei magistrati, che come si dice a Roma non sarebbero “capaci di tenersi un cecio in bocca”. Propendo a pensare che la diffusione sia attribuibile a cancellieri, avvocati, a un gran numero di persone che possono mettere la mani sui nastri, o in grado di leggere le trascrizioni (anche solo parzialmente). Ci vorrebbe un rigore etico, che è perfino ridicolo presupporre in Italia. E tutto si intreccia con il mondo politico e le manovre, puntuali, di chi voglia sputtanare un avversario o un antagonista. Oggi D’Alema si dichiara vittima, ma negli ultimi venti anni le vittime, prima di lui, sono state centinaia (e purtroppo non risulta che Massimo abbia mosso un dito per correggere l’andazzo). L’intreccio con le polemiche politiche è aumentato da una singolare coincidenza: in questi giorni si vota la nuova legge anti corruzione. Il Senato ha approvato: torna il reato di falso in bilancio, con pene fino a otto anni per le società quotate in Borsa. Pene più severe per associazione mafiosa, peculato, corruzione per l’esercizio della funzione e/o in atti giudiziari; patteggiamento possibile solo dopo l’integrale restituzione del denaro incassato, attraverso un reato. Vi interessa una mia breve riflessione? Oggi in Italia la corruzione sembra inestirpabile, ovunque e sempre nel mondo c’è stata e – temo – ci sarà sempre. Il problema è limitarla a dimensioni accettabili. Come? Non credo che pene più severe possano essere utili. Utopisticamente ci vorrebbe una qualità diversa della società: cultura, educazione, istruzione, consapevolezza dei diritti e dei doveri. In pratica, e subito, sarebbe augurabile un’accelerazione dei processi, un rallentamento delle prescrizioni, la certezza della pena.

D’ALEMA/ I GIORNALISTI SCATENATI AL CONTRATTACCO

Massimo D'Alema e giornalisti

“Il collega giornalista Massimo D’Alema dovrebbe ricordarsi che le domande dei giornalisti, in un paese libero sono sempre legittime. Possono piacere o non piacere, essere considerate improprie o inopportune (persino sbagliate (a suo giudizio), ma devono essere sempre libere. Né, tantomeno, possono essere considerate passibili di querele”: è l’intervento di Santo Della Volpe, presidente della Federazione Nazionale della Stampa, a proposito dello scontro tra l’ex premier e il cronista di Virus, Filippo Barone. E Enzo Iacopino, perdi sente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, incalza: “Quando a una domanda, che offre la possibilità di rispondere e di chiarire tutto, si replica con il preannuncio di una querela, c’è un problema. E il problema non è del giornalista, è del politico che si rende protagonista di questi siparietti”. Con una severa aggiunta: “D’Alema fu per un periodo il record man delle querele contro i giornalisti, speravo che nel suo nuovo ruolo non volesse confermare questo primato…” Okay, okay. Tuttavia, il problema dell’arbitraria diffusione di intercettazioni, che squalificano irrimediabilmente l’immagine di cittadini innocenti ed estranei a vicende giudiziarie, persiste. E noi giornalisti dovremmo fare una riflessione e intervenire, anche su questo aspetto. Mai a scopo censorio, ovviamente, ma a tutela del nostro buon lavoro, dei nostri diritti e di quelli degli altri.

LUFTHANSA, IL SUICIDIO DEL PILOTA, LA DEPRESSIONE, I MASS MEDIA…

aereo lufthansa

La dico in poche righe: non credo assolutamente alle versioni fin qui esaltate dai giornali, penso che i comportamenti difensivi di Lufthansa siano goffi. Un grandissimo giornalista, Tommaso Besozzi, dando retta solo alla propria coscienza e alla propria esperienza, dopo la morte del bandito Salvatore Giuliano scrisse: “Di sicuro oggi c’è solo che Salvatore Giuliano è morto”. (La fine del bandito fu attribuita ufficialmente, all’inizio, a un’operazione di polizia. In seguito si accertò che Giuliano fu tradito e ucciso dal suo braccio destro, e seguace, Gaspare Pisciotta). Allo stesso modo oggi consentitemi di pensare e scrivere: “Di sicuro c’è solo che l’aereo è caduto e sono morti i centocinquanta passeggeri).

DOMANDE, SENZA RISPOSTA, PRE PASQUALI…

Rai

Chi sarà il direttore del Corriere della Sera? Vero che il nuovo stadio voluto dalla Roma sta per entrare nel mondo dei sogni? Il disegno di legge sulla corruzione andrà a buon fine, senza intoppi? Quando, e con quali esiti, sarà approvato il disegno di legge sulla riforma della Rai?

RAI PUBBLICITA’/ LORENZA LEI DETRONIZZATA, ARRIVA PASCIUCCO

Lorenza Lei

Giuseppe Pasciucco è il nuovo presidente di Rai Pubblicità, lo ha designato a maggioranza il cda Rai, presieduto da Anna Maria Tarantola. Pasciucco sostituisce Lorenza Lei, lavorava nell’area finanza e pianificazione della Rai, per il controllo di gestione. Confermato Fabrizio Piscopo come amministratore delegato. Nelle indiscrezioni della vigilia, si diceva che la presidenza sarebbe toccata a Roberto Sergio, ex (con merito) di Rai Way. Se ci sono state promesse, non sono state mantenute. Per come è conosciuto, Sergio è un manager aziendalista, uno di quelli – sempre più pochi – che non fanno polemiche e non avanzano rivendicazioni, solo allo scopo di conservare o conquistare una cadrega. E Lorenza Lei?

MSC CERCA FORTUNA E AUMENTA LE INIZIATIVE

Msc Crociere

La gentile Giulia Gabriele fa sapere che Msc Crociere movimenterà quasi ottantamila passeggeri durante i diciassette scali previsti, in ogni angolo del mondo, durante il periodo pasquale. Dal Mediterraneo ai Caraibi, dalle Isole Canarie agli Emirati arabi, dal Brasile al Sud Africa all’Oceano indiano, dice Leonardo Massa, country manager Italia di Msc Crociere. I porti italiani interessati sono Genova, Civitavecchia, Palermo, Messina e Cagliari. Evviva! Evviva la girandola di crociere, evviva la buona, vecchia e sana comunicazione. Con l’auspicio, che certo non è solo nostro, che Costa, dopo Schettino e la tragedia della escursione a Tunisi, trovi finalmente un po’ di pace e di fortuna.

I PERSONAGGI LIBERI DI MENTE/ DUE AGGIORNAMENTI

Franca Viola

Oggi aggiungiamo, nell’elenco dei viventi: Lorenzo Jovanotti e Franca Viola, indicata da Marilisa Belli: “Un nome da aggiungere è sicuramente Franca Viola, per aver opposto la propria libertà di pensiero e dignità al pregiudizio, alla tradizione e all’autorità”. Come tutti sanno, Franca Viola denunciò coraggiosamente, il 26 dicembre 1965 all’età di 17 anni, di essere stata violentata e rifiutò di sposare il violentatore, che l’aveva rapita e segregata con una decina di amici. Accadde ad Alcamo, in Sicilia: dopo cinquanta anni, per fortuna, almeno questi orrori (una volta accolti addirittura per legge) non si verificano più. Domani, gli aggiornamenti parziali.

 cesare@lamescolanza.com

 02.04.15