OGGI VI DICO CHE… I PADRI DELLA PATRIA

“Amico mio,  se Mazzini e Garibaldi, i fratelli Cairoli, Goffredo Mameli e gli altri eroi del Risorgimento avessero saputo…” (Domenico Mazzullo, psichiatra)

ATTUALIZZANDO… UN DILEMMA INTRIGANTE

Giuseppe Garibaldi

Provo a chiudere la frase amara e irrisolta del mio amico Dom. Con un quesito storicamente irrisolvibile, però mi rivolgo (non solo a loro) ai sociologi, agli esperti di filosofia e politica. Dunque: se i padri della patria avessero saputo, o meglio immaginato, lo scempio dell’Italia per la quale  stavano lottando, avrebbero affrontato i sacrifici e l’impegno che abbiamo studiato a scuola? Certo non era questa l’Italia, che desideravano. Sotto traccia, per ulteriore provocazione: se l’unità di Italia non ci fosse stata, oggi staremmo meglio o peggio? Anche sul piano morale, intendo. Concedetemi almeno questo: il dibattito su questo argomento non ha, ovviamente, sviluppi reali e concreti, ma può aiutarci a riflettere, capire, meditare sul passato e sul nostro futuro.

PERSONAGGI LIBERI DI MENTE, QUESTO E’ IL CATALOGO

Morgan

Le risposte sono scarsine, forse ho trascurato qualche lettera e in questo caso chiedo scusa: il catalogo non prende consistenza, non vorrei che l’ostacolo fosse una diffusa estraneità rispetto al valore della libertà di mente. Ecco, in ordine alfabetico, i primi nomi: Aldo Busi, Massimo Cacciari, Maurizio Cattelan, Massimo Fini, Fiammetta Jori, Selvaggia Lucarelli, Morgan (forse), Marco Pannella, Papa Francesco,  Livia Pomodoro, Riccardo Ruggeri, Vittorio Sgarbi, Luisa Todini, Francesco Totti. Questi, almeno fino ad oggi, i viventi. Non mi dispiacerebbe ricordare anche alcuni defunti: ho proposto Dario Bellezza, Vincenzo Cerami, Mario Luzi, Alda Merini, Leonardo Sciascia, Maria Luisa Spaziani e Socrate. Datemi un aiutino… Allegato al catalogo, se avete un po’ di perfidia, potremmo aggiungere due liste: una lista di attesa per quelli, che hanno dato buone prove (esempio, Morgan), ma forse non sono ancora maturi per entrare in un elenco definitivo; la seconda lista, per indicare quelli che credono e/o sono creduti di essere liberi di mente, ma non lo sono affatto.

LE NOSTRE PAGELLE/ GLI SPOT DELLE AUTOMOBILI IN TIVU’

 Fiat 500

FIAT 500 Vintage VOTO 9

Veduta di Ponte Sant’Angelo. Una Fiat 500 Vintage azzurra lo percorre mentre la radio trasmette “Riderà”, cantata con trasporto e divertimento dal suo giovane guidatore, e a lui se ne uniscono altri tra i quali quello di una vecchia 500 e una vespa. Qualche giovane turista scatta fotografie. Al Colosseo due turisti chiedono al giovane indicazioni, ma questi non può rispondere, è straniero: dovrà però ammettere di saper cantare in italiano. La fotografia cattura l’attenzione ed evoca la Roma del primo cinema a colori e della bella vita: tradizione e modernità, maturità e giovinezza, italianità e internazionalità sul filo di quelle linee attraenti e rasserenanti, di quel timbro musicale unico. Un bellissimo racconto in pochi minuti di spot.

LANCIA Y Stile Unico VOTO 5

In una città deserta donne guerriere si muovono attratte da qualcosa. Si dipingono i volti, pronte ad iniziare la loro caccia: agilmente calano dai tetti, emergono dai tombini. Inseguono una bianca Lancia Y Stile Unico fin quando, moderno branco, l’accerchiano e la catturano. Trasportati dalla suadente “My Love” di Kovacs, un misto di sensualità e decisione palpitano in questa battuta di caccia. Ma queste donne, che dovrebbero con decisione inseguire un proprio stile anche nelle linee dell’auto, non riescono a cancellare lo stereotipo del “fashion victim”.

BMW SERIE 1 VOTO 7+

Una bianca BMW Serie 1 è inquadrata in luoghi e momenti diversi: lungo le strade di un arido deserto americano, lungo quelle polverose di un qualche paesino arabo e per quelle suggestive di una riconoscibilissima Firenze. Matrimoni, vacanze, scorribande notturne, hippy, istanti di vita diversissimi sono legati all’auto. Modernità e libertà si respirano in ogni frame: la colonna sonora, col suo stile rock anni ’70, fa ballare e sballare per un’auto, però, solida. Un’auto che può essere vissuta “fino in fondo”, come una casa ci permette di condividere amicizia, amore, gioia ad ogni momento della nostra vita, con gli altri e col mondo. È vero che connettività e sharing sono le parole d’ordine della nostra modernità, ma è bello cedere a questo racconto pubblicitario veri e propri ricordi personali.

MERCEDES CLASSE C Station wagon VOTO 7

Frontalmente, di lato e dall’alto, l’obiettivo indugia sull’elegante nuova Mercedes Classe C station wagon, stringe su di essa: l’immagine è quasi un frame, l’auto rallenta per poi sgusciare via, lungo strade e tornanti. Il ritmo di “Gold on the ceiling” in sottofondo enfatizza, con grande efficacia, questo movimento di concentrazione sulla linea, sul particolare. Essenzialità è la parola d’ordine di un messaggio originale nella sua autoreferenzialità e stringatezza, rivolto a chi sa cosa vuole, per chi sa cosa guardare e cosa cercare in auto. Qualcuno a cui non interessa altro che l’auto, una Mercedes. Un messaggio così chiaro e deciso da riuscire a conquistare, quanto meno,  interlocutori che comprendano e parlino questo stesso linguaggio. (A cura di Mary Lisa)

DINO VITOLA, VITTIMA NON SOLO DI UN TUMORE…

Dino Vitola

Dino Vitola, un personaggio popolarissimo nel mondo dello spettacolo e della televisione, da qualche mese si sta battendo, con il coraggio e la tenacia che lo distinguono, contro l’insidia del temutissimo “brutto male”. Mi auguro, come tutti i suoi amici, che non ne sarà vittima, Dino merita – come tutti coloro che si battono senza autocommiserazione – di vincere questa battaglia. Nel frattempo, tuttavia, rischia di essere vittima di un indegno provvedimento preso dal sindaco di Trebisacce, Franco Mundo, nei suoi confronti. A Trebisacce Vitola è assessore alla cultura. Il sindaco, informato della sua malattia, vorrebbe destituire Dino dal suo incarico, senza tante parole: senza umanità, senza delicatezza, senza sensibilità. Vitola si cura a Roma, e da Roma ha possibilità di curare il suo assessorato assai più di quanto non potrebbe fare a Trebisacce – dove comunque sporadicamente si reca, appena possibile. Sembra che il signor Mundo abbia già predisposto il decreto di revoca della delega, per fortuna il provvedimento non è stato ancora ufficializzato. (Il paradosso è che la giunta comunale di Trebisacce è afflitta da tante polemiche e traversie, e tuttavia Mundo va a cercarsene altre!).  Non faccio appelli. Mi risulta difficile avere come interlocutore questo sindaco, che nega disinvoltamente che il tumore di Vitola sia alla base della revoca della delega, e comunque non ha rivolto al suo assessore una pur minima parola di solidarietà, anzi! Dietro la vertenza, ci sono ragioni politiche: non a caso Vitola ha contestato pubblicamente il fallimento della giunta. Lascio ogni commento a chi mi legge.

COSTA CROCIERE, LA SFORTUNA CONTINUA… 

Costa Crociere

La Costa che sfiga, una tragedia dopo l’altra! A Tunisi, attacco ai turisti nel museo: oltre 20 morti. L’Is rivendica l’attentato.  Molti ostaggi. Due italiani feriti (per ora), cento in salvo: “Aiuto, sparano”. Coinvolti crocieristi della Costa. Uno telefona: “Ci sono due vittime tra noi”  In corso il blitz dell’esercito tunisino. Questa volta almeno non c’è l’ombra inquietante di un comandante Schettino. Però. A volte le escursioni previste dalle crociere sono sospese o sostituite a causa di semplici avversità meteorologiche. In questo caso, si sapeva che la sosta a Tunisi poteva essere a rischio… L’attacco dei terroristi, sembra, era organizzato contro il governo. Poi, i turisti, tra cui cento italiani, sono diventati il bersaglio primario, o di riserva. Ci si poteva pensare prima, o no?

GENOVA MIA, COME TI TRATTANO MALE

Genova

Un mio amico torinese, un manager colto e prestigioso, senza conoscere probabilmente il mio affetto per questa città, mi ha detto di Genova: “Ogni volta che con l’aereo, per andare a Torino, sorvoliamo Genova, mi viene da pensare: come sono ridotti male, i genovesi, una città con mezzo milioni di abitanti senza prospettive… finito il porto, scomparse o decadute tutte le grandi aziende… Che malinconico futuro!”. Il mio cuore si ribella: forse, è malinconico il presente. Ma grande è il passato ed è azzardato fare previsioni catastrofiche sul futuro. La grande città del triangolo industriale (con Torino e Milano), degli anni ’50 e ’60, la città illuminata e resa potente dal porto primo in Europa, identificabile in tre grandi personaggi – Siri, Costa e Taviani – forse, è vero o verosimile che sia malinconica nella sua progressiva decadenza. Non ci sono più i grandi sindacalisti, gli straordinari personaggi politici di una volta… Restano brandelli di una grande borghesia in caduta libera, resta la nostalgia per i fasti dello stile e delle ricchezze di alcune grandi famiglie. Ma come si può essere certi che, in futuro, Genova resterà una sorta di dormitorio – illuminato dal sole e attraente per il mare – con i cittadini migliori e più talentuosi, che vanno a lavorare in altre città e tornano la sera o, mal che vada, nel week end?

cesare@lamescolanza.com

 18.03.15