OGGI VI DICO CHE… FINE DEL TELEVISORE?

“Se scompare il televisore così bello e così inutile. Calano le vendite, ormai il mondo della tv va in onda su internet.” (Stefano Bartezzaghi, Le Repubblica, pharm giovedì 11 dicembre 2014).

ATTUALIZZANDO… MA DAVVERO SONO UN UOMO ALL’ANTICA?

Stefano Bartezzaghi

Bartezzaghi ha scritto un meraviglioso pezzo, come quasi sempre fa, intriso di realtà. Debbo confidarvi che sono stato subito preso da un senso di amarezza, mi sono sentito irrimediabilmente vecchio. Poi, riflettendoci, mi sono tirato su, sia pure con un punto interrogativo: a voi, che mi leggete se mi leggete, l’ardua sentenza.  Insomma… Non  mi piace leggere i libri e-book, su internet. Neanche mi piace leggere i giornali, o una rassegna stampa, sul web o seguirla in televisione. Adoro la carta stampata, il suo profumo, e guai a chi mi stropiccia i giornali prima che io li abbia letti, o faccia cadere una goccia d’acqua o di caffè sui libri della mia biblioteca. Non mi piace, caro Bartezzaghi, seguire i (pochi) programmi televisivi gradevoli su internet… Con fatica, debbo confidare con crescente piacere, seguo i film che non ho visto, ma solo su Sky – dove non sono interrotti dalla pubblicità. Niente cassette, ma molti dvd: confesso rosso di vergogna, battendomi il petto. Perché indimenticabili sono le sale cinematografiche, anche se molestate dal gracchiare dei pop corn in bocca a spettatori cafoni (però, almeno, l’aria non è ammorbata più dal fumo). E infine diciamola tutta: al Mc Donald’s, ovvero il Mec o Mac come lo chiamano i ragazzi di oggi quasi fosse un luogo domestico e familiare, preferisco di gran lunga la cottura lenta che usava nelle cucine delle nonne, sempre più raramente in quelle delle nostre mogli. Debbo dunque sentirmi un uomo all’antica, tagliato fuori dai benefici, dalla rapidità degli strumenti tecnologici di oggi? (Gesummaria, dimenticavo: utilizzo compulsivamente la posta elettronica, ma poche cose mi piacciono di più che una bella carta da lettere su cui scrivere lentamente, riflettendo, assaporando il piacere del pennino di una preziosa Montegrappa. Sono un vecchio da rottamare? Se sì, non lo fate con uno di quei mostruosi tritatutto in voga nel giardinaggio di oggi, ma con eleganti coltelli dell’Ottocento. Accidenti! Insisto testardamente nelle mie predilezioni: grazie internet, ma ne faccio a meno… Di queste rudi crudeltà tecnologiche, intendo. Internet, per me, significa sopratutto libertà, che è un valore irrinunciabile; già ne ho parlato tante volte e presto ancora ne parlerò.

LA RELIGIONE/SUPERSTIZIONE NON BASTA PIU’

Dalai Lama

Ancora oggi, su La Repubblica, ho letto una disquisizione molto interessante. E il titolo dice tutto: “Il Dalai Lama: la religione non basta più, serve un’etica laica”. Lo bacerei e lo abbraccerei, il Dalai Lama. Questo sintetico pensiero si accoccola perfettamente sul mio amaro non-senso della vita. Per me, come i miei intimi sanno, la religione è solo, in qualunque forma, una superstizione a cui gli uomini si aggrappano per evitare il disperato, ma logico e ineccepibile, convincimento che qualcosa o qualcuno ci giudicherà, che qualcosa di noi continuerà ad esistere dopo la morte. Beato chi possiede una fede, che aiuta a vivere e a sopportare drammi, torture e tragedie. Dannati siano (in vita, spero, perché nell’aldilà non credo) coloro che speculano su questa esigenza debole e istintiva di noi umani, di voler credere che in qualche modo sfuggiremo alla fine di tutto. Ora, giustamente, il Dalai Lama viene a dire qualcosa che modestamente penso da sempre. Anche non credendo in un futuro affidato ai capricci degli dei, bisogna pur vivere. Ed è necessaria. anzi indispensabile, la correttezza: il rispetto della persona innanzitutto, e tanti altri valori. Se sparisce, finalmente, la superstizione religiosa, forse finalmente si capirà quanta importanza abbia l’etica laica, come cardine di una civile convivenza.

POLITICA CORROTTA, LA SINTESI DI UN VERO BOSS

Ernesto Diotallevi

“Credo che fossero i politici ad andare dai boss della malavita a Roma, non il contrario. Il vero cancro è la politica”. E’ esattamente quello che penso anch’io. Non so se inquietarmi perché ho letto questa frase sui giornali di oggi: l’autore è Ernesto Diotallavi, uno dei capi della banda della Magliana, considerato l’uomo di raccordo con Cosa nostra.

BIGLIETTI E REGALI NATALIZI, PREGO: UN MINIMO DI BON TON

sms

Siamo inondati (forse un po’ meno quest’anno, per l’acuirsi della crisi) da regali e biglietti augurali. A proposito di quanto ho scritto sopra, molti se la cavano con un sms standard, basta digitare in un secondo e il messaggio parte per decine o centinaia o migliaia di interlocutori, senza il minimo garbo, non dico sentimento. Vorrei dunque, senza sussiego, suggerire una pur minima buona educazione per i regali e gli auguri. Se proprio non riuscita ad evitare la tristezza degli sms, non scrivetemi: “tanti auguri, vecchio mio”, indirizzando a me e contemporaneamente ad altri vegliardi, miei coetanei. Metteteci almeno il nome, cribbio! E dunque: “Cesare caro, tanti auguri, gli anni passano ma tu sei giovane come un bocciolo di rosa”. Scherzo, ma non tanto. Che mi dite di quei regali, probabilmente riciclati e sicuramente riciclabili che vi arrivano a casa, con una frase convenzionale e con una firma illeggibile, probabilmente siglata da una segretaria: non sapete neanche chi ringraziare, o maledire. E i bigliettini da visita, senza lo sgorbio neanche di un telegrafico testo? E i libri, senza dedica? Potrei continuare a lungo, fatelo voi… Detesto le feste, durante le feste mi rifugio nel piacere del lavoro, aborro tutti i riti convenzionali, tradizionali, le frasi fatte, tutto ciò che appare doveroso comunicare, quando arriva il natale. Non è snobismo. E’ una prevenzione terapeutica, sono diabetico, ai cibi non rinuncio, ma la mielosità buffa e ipocrita di certi messaggi mi fa salire alle stelle la glicemia.

FRANCO TATO’ PRESIDENTE DI CONSULTINVEST

Franco Tatò

Più invecchia e più diventa buono e ricercato, come il vino. Rieccolo, Franco Tatò: arriva la notizia della sua nomina a presidente di Consultinvest Partecipazioni spa. E’ stato in prima fila o leader all’Olivetti, alla Mondadori, a Fininvest, all’Enel e per ultimo alla Treccani per undici anni, dal 2003 al 2014. Tra molti alti e pochissimi bassi, sempre sulla breccia. Auguri!

cesare@lamescolanza.com

 

11.12.14