OGGI VI DICO CHE…

“La politica è il rifugio dove crimini che normalmente avrebbero come inevitabile conseguenza la prigione o la morte, diagnosis dove tradimenti che normalmente scatenerebbero lo sdegno più rovente, dove menzogne che normalmente verrebbero seppellite sotto una sghignazzata generale non solo sembrano essere esenti da queste ripercussioni altrimenti ovvie, ma dove i suddetti crimini, tradimenti e menzogne vengono considerati assolutamente normali se non addirittura gloriose conferme della natura umana. La cosa peggiore però è che non solo i politici della stessa corrente, ma tutta l’opinione pubblica, anzi persino gli avversari lascino prevalere in simili occasioni una comprensione così indulgente come mai saprebbero impiegare nei riguardi di persone che sono delle canaglie senza pretesti politici, a loro rischio e pericolo.” (Arthur Schnitzler, ‘I libri dei motti e delle riflessioni’, Rizzoli 2002)

ATTUALIZZANDO…

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Nulla è cambiato, rispetto al mitico Schnitzler (Vienna 1862-1931). L’orribile spettacolo della politica italiana è sotto gli occhi di tutti. Del resto, Schnitzler fu un anticipatore: medico, scrittore e psicologo, previde anche alcuni fondamenti di Freud.

 

 

DE BENEDETTI VERSO ‘LA STAMPA’?

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Corre voce che Carlo De Benedetti, patron del Gruppo L’Espresso-La Repubblica, e di moltissime altre pubblicazioni, sia interessato ad acquisire La Stampa. Ci sarebbe stato già un abboccamento tra le parti, ma le posizioni restano lontane. Si tratta di una indiscrezione sorprendente perché risulta difficile immaginare che la Fiat, i giornalisti e i sindacati torinesi possano essere favorevoli a un’operazione di questo tipo: CDB è uno degli antagonisti principali del glorioso quotidiano torinese, attualmente diretto da Mario Calabresi, nonché in passato amministratore delegato, per una stagione-lampo negli anni 70, del colosso torinese (poi uscì repentinamente, per idee contrastanti rispetto alla famiglia Agnelli e, soprattutto, all’altro amministratore delegato, Cesare Romiti). E quale potrebbe essere il fine editoriale o politico di De Benedetti? Una improbabile rivalsa sulla piazza torinese rispetto all’esperienza di quarant’anni fa? E converrebbe ad Elkann e a Marchionne mettersi in casa un potenziale, pericoloso, critico come l’ingegnere?

 

 

I QUOTIDIANI ITALIANI SONO IN DIFFICOLTA’

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Un presupposto rispetto alle voci che riguardano La Stampa consiste nelle difficoltà che stanno attraversando tutti i quotidiani italiani. Nell’ambiente si dice, pressoché  all’unanimità: si tratta di difficoltà insormontabili, siamo di fronte a una svolta epocale. Entro dieci anni, e forse anche prima, i quotidiani di carta stampata avranno costi sempre più insostenibili, entrate sempre più magre, tra copie vendute e pubblicità. Diventeranno, se riusciranno a resistere, fogli di opinione, approfondimento: per quanto riguarda le notizie e le innumerevoli pagine dedicate a sport, spettacolo, intrattenimenti e rubriche varie, la supremazia di Internet, che ci porta in casa tutto all’istante, è inarrestabile e vincente. Dunque? I quotidiani saranno dedicati a una nicchia di lettori/pensatori interessati al confronto e agli approfondimenti tra idee. I giornali sul web usufruiranno di investimenti editoriali e si contenderanno il mercato pubblicitario. Un dato di fatto è già evidente per tutti: i giovani non leggono più il giornale stampato, al massimo vanno sul web.

A proposito delle difficoltà, ecco qualche numero: il Messaggero, esclusi i ‘panini’ con un paio di quotidiani locali, vende 134 mila copie, a Roma meno di 50 mila (La Repubblica 27, il Corriere della Sera 20). Ricordo la stagione gloriosa di Pietro Calabrese: il giornalone di via del Tritone vendeva 160 mila copie! I giornalisti sono per lo più assolutamente incolpevoli, gli editori oberati dalle perdite sono determinati a tagliare e a licenziare. La crisi sembra irreversibile, ma se il futuro è in televisione e nel web potremo assistere a rivoluzioni interessanti.

 

FIRENZE, QUEL CENTRO DI SANITA’ CHE FU CARO A LIGRESTI.

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Si chiama Centro oncologico fiorentino, ma a Firenze molti lo conoscono come ‘villa Ragionieri’. Un vero gioiello, all’avanguardia in Europa per la qualità della struttura e il bouquet dei medici che vi lavorano. Ebbene, dopo il cambio di proprietà, dalla famiglia Ligresti alla Unipol, vicina al Pd e guidata da Carlo Cimbri, il gioiellino, in situazione di criticità economica seppur con grandi prospettive, è messo in vendita. Una trattativa sembra in corso con quella vecchia volpe di Giuseppe Ciarrapico. Imprenditori che non abbiano paura della crisi e sappiano guardare al futuro potrebbero rilanciare strutture di sanità fondamentali e raddrizzare gli equilibri tra costi e ricavi. Purtroppo, lo scenario è scoraggiante: a Roma si sta vivendo drammaticamente il crack dell’Idi, l’Istituto Dermopatico dell’Immacolata. Con centinaia di licenziamenti e indagini giudiziarie di una certa, così pare, gravità. Puntualizzato tutto ciò, appare però frettolosa la decisione di Unipol di disfarsi di un centro, che ci è invidiato in mezza Europa.

 

16/04/13
cesare@lamescolanza.com