OGGI VI DICO CHE…

“Nel passato le persone avevano un futuro,  la politica svolgeva la sua missione di indicare la strada,di mettere in scena l’avvenire. Oggi invece prevale un sentimento di incertezza: l’autonomia dell’economia e i vincoli che essa dovrebbe imporre alla politica riducono il campo della ‘sicurezza collettiva’, la quale rappresenta la democrazia” (Jean Paul Fitoussi, 2005).

RITRATTI D’AUTORE: SERGIO MARCHIONNE

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“E’ un personaggio balzacchiano, un lampo tra gli ‘impiegati’ del capitalismo, un miscuglio strano di economia, politica, irruenza, caratteraccio, malinconia, discorsoni, silenzi, numeri, filosofia… Marchionne ha il marchio di fabbrica di quello che divide: si ama o si odia. Niente vie di mezzo… Obama lo chiama per nome e lo ringrazia: “Thank you, Sergio”. In Italia il palazzo passa dall’insulto al timido supporto, mai troppo convinto perché Marchionne è per l’oggi e per il domani un carattere scomodo, spigoloso, uno che scartavetra la sua verità in faccia all’interlocutore, chiunque egli sia.” (Mario Sechi, “Tutte le volte che ce l’abbiamo fatta” Mondadori).

TRA QUINDICI GIORNI, COSA SUCCEDERA’?

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I Saggi di Napolitano

I cosiddetti saggi, più precisamente facilitatori secondo l’indicazione più gradita a Napolitano, sono al lavoro; saranno resi pubblici, ma non ci credo tanto, i loro risultati; solo il Presidente della Repubblica sa se ci saranno altre consultazioni. E’ certo, comunque, un solo riferimento nel calendario: il 18 aprile in Parlamento cominceranno le votazioni per il successore di Napolitano al Quirinale.

 

E’ evidente che la nomina dei saggi, o facilitatori, rappresenti un intelligente e spero anche utile pretesto per prendere tempo e consentire la nomina del nuovo Presidente della Repubblica prima della designazione del nuovo capo del governo. Nel frattempo tutti ci arrovelliamo sulle possibili vie di uscita: proviamo a formularle, in sintesi…

 

  1. In queste due settimane forse si raggiungerà un accordo tra Pd e Pdl sul nome del nuovo Presidente. Bersani e tutti i rappresentanti del suo partito, quando si esprimono ufficialmente, negano di poter e voler accettare un qualsiasi compromesso con i berlusconiani. Ma realisticamente questa è una soluzione più che possibile, anzi probabile. Per dare poi via, finalmente!, al nuovo governo: si vedrà se sarà Bersani a metterci la faccia, o un altro.

 

  1. Identica strada da seguire, sempre con il Pd protagonista, ma gli interlocutori potrebbero essere i grillini: nome del presidente, gradito all’ex comico; governo a guida di Bersani o di un altro rappresentante del Pd.

 

  1. Non è da escludere del tutto il miracolo inseguito da Napolitano: convergenza, con larghe intese, sul Quirinale; governo affidato a un uomo di grande prestigio, gradito a tutti.

 

Come si vede, il campo è vaghissimo: mancano i nomi nelle caselle e, per di più, si aggiunge a tutti la possibilità che Napolitano, oggi impossibilitato a sciogliere le Camere per il veto previsto dalla Costituzione (il semestre bianco…), possa essere rieletto. Sia se al Quirinale fosse rieletto Napolitano, sia se a salire al colle più alto fosse un’altra personalità, è assai improbabile che le Camere vengano sciolte. Questi quindici giorni di attesa, dovuti alla fantasia creativa di Napolitano, rappresentano dunque un periodo di tempo utile per consentire ai partiti, se finalmente ne avessero voglia, di mettere da parte i loro pregiudizi e tentare di trovare una via di uscita utile soprattutto per il Paese.

E ALLORA FACCIAMO NOI QUALCHE NOME…

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Giuliano Amato, Gianni Letta, sembrano bloccati per prevenzioni politiche, soprattutto da parte dei grillini. Stefano Rodotà sembra un nome accettabile da tutti per il Quirinale, qualcuno comincia ad indicarlo per il governo (improbabile). La Cancellieri, proveniente dal ministero degli interni, rappresenterebbe una garanzia. Dario Fo fu una provocazione di Grillo, Ilda Boccassini una provocazione da parte dei più accesi avversari di Berlusconi. Emma Bonino, puntualmente ad ogni elezione, risulta simpatica a tutti, ma poi non viene mai eletta. Massimo D’Alema, rieccolo, a nostro parere sarebbe un’indicazione eccellente, ma allo stato attuale delle cose rappresenta la vecchia politica, che tutti vogliono rottamare. Se però si andasse verso un accordo forte, fortissimo, vecchia maniera, tra Pd e Pdl, potrebbe esserci qualche chance per lui, per una spartizione che prevederebbe Letta, o altro berlusconiano caro al Cavaliere, a Palazzo Chigi. Infine, nelle ultime ore, si affaccia l’ipotesi Renzi, gradito al centro destra… ma è molto difficile che, in tale prospettiva, il Pd non si spacchi come due mezze mele. Parliamo ovviamente di Renzi a Palazzo Chigi e, se ciò avvenisse, certamente un uomo super partes al Quirinale.

 

Sarebbe un gioco di società, se non ci fosse di mezzo l’attesa per la soluzione di una crisi, che ci tormenta ormai da anni. La disoccupazione cresce, le imprese falliscono (un paio di suicidi a settimana…), tutto sembra senza speranze. Però, a costo di risultare impopolare, sostengo che è meglio fare le cose con calma, e bene, pur di evitare le elezioni e individuare un accordo di governo all’altezza dei nostri problemi. Infine, il nostro outsider: Corrado Passera, che ha fatto benissimo a non lasciarsi coinvolgere nell’avventura politica di Mario Monti.

CONCLUSIONE

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Scrive Franco M. Scadaferro: “Il politico non si interessa dei votanti, ma dei voti. Le sue promesse sono simili all’ipocrisia di certi amanti: parlano tanto di amore, ma cercano soltanto la scopata.”

 

 

04/04/2013

cesare@lamescolanza.com