OGGI VI DICO CHE…

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… “Mia moglie, case che è mia coetanea, ha ricevuto in dotazione dalla scuola in cui insegna l’iPad non appena il tablet di Apple è uscito sul mercato. Le è stato offerto un corso di formazione interno, per imparare a usarlo come strumento didattico. Da oltre due anni i suoi studenti usano l’iPad in classe. Un anno fa è stata iscritta a un corso di wellness (benessere fisico), sempre dalla scuola: attraverso yoga, pilates ed altre discipline, l’obiettivo è imparare tecniche di concentrazione, rilassamento, serenità da insegnare ai suoi studenti. In Italia, Stefania verrebbe considerata una “quasi pensionabile”, in California è una studentessa permanente, immersa in un flusso continuo di innovazioni, impegnata a reinventare il proprio mestiere”. (Federico Rampini, Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo, Mondadori, 2012).

DOMANDE SCOMODE1. PERCHÉ NON RENDERE PUBBLICA L’INCHIESTA SULLA CHIESA?

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Per l’ennesima volta: non mi sembra giusta la decisione di tenere il segreto sull’indagine ordinata da Ratzinger e affidata a tre anziani cardinali, di far luce sulle “sporcizie” della Chiesa, per quel che se ne sa dalla pedofilia a varie ruberie, e chissà a quanti altri reati punibili in qualsiasi Stato a termini di legge. Non solo non mi sembra giusto, a me come a tanti, ma ritengo anche che si tratti di un comportamento, con tutto il rispetto, ottuso e incongruo rispetto alle realtà di oggi. Il segreto, infatti, poteva avere un significato, o addirittura un valore, se fosse stato tale. Invece che senso ha lasciar diffondere, e anche confermare sia pure con le ambiguità clericali, che un’indagine di quella importanza è stata voluta, poi conclusa, infine secretata in una cassaforte? Si lascia spazio – spazio dannoso per la Chiesa assai più che la temuta verità – a illazioni, insinuazioni, volgarità da trivio. Uno sputtanamento, se mi è consentita questa brutta ma efficace definizione, senza limiti e senza ritegno: assai più pesante, rispetto alla coraggiosa iniziativa, che tutt’ora auspichiamo, di rendere pubblico ciò che nella Chiesa è successo, e tanto grave da indurre, secondo autorevoli interpretazioni, Benedetto XVI a dimettersi.

DOMANDE SCOMODE 2. PERCHÉ NON MODERNIZZARE IL CONCLAVE?

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Abbiamo un Papa che si dimette, abbiamo un’indagine devastante sulla Chiesa con mille vociferazioni conseguenti, abbiamo libri e reportage giornalistici e televisivi sui mali della Chiesa… Per altro abbiamo fogli cattolici anche istituzionali (dall’Osservatore Romano a Famiglia Cristiana e all’Avvenire) che svolgono benissimo tutto ciò che, nella comunicazione, è loro consentito; abbiamo un grande portavoce come Padre Lombardi… abbiamo, inoltre, grandi e minuziose ricostruzioni di ciò che è avvenuto nella segretezza dei conclavi, a proposito dell’elezione di tanti precedenti pontefici…

Mi chiedo: che senso ha mantenere il segreto delle votazioni, nel 2013? La Chiesa, come qualsiasi altra istituzione, per essere credibile, rispettata e amata ha anche bisogno di trasparenza, di fronte non solo a chi è munito di fede e non chiede altro, rinuncia a sapere altro, ma anche di fronte all’universo laico e non credente che la osserva, attraverso gli invasivi mass media. Si potrebbe, dunque, e sia pure con misura, cambiare qualche regola. Ad esempio: dopo ogni votazione, una stringata conferenza stampa che dia conto dell’esito, nonché del numero dei voti ai papabili. Si mantenga pure il rito suggestivo delle fumate, nere e infine bianca: sono anche utili perché gli appunti e gli atti vengono bruciati, e questo è comprensibile. Subito dopo, in particolare per rispetto verso la comunità cattolica, ma anche come freno per le mille incursioni e curiosità e deformazioni mediatiche volute e imposte nei territori laici, si potrebbero dare alcune informazioni fondamentali: la classifica dei voti, la durata della riunione, in poche parole, tutto ciò che sia riferibile. Meglio sempre la verità che oscuri segreti, sempre violati, anche con maliziose intenzioni.

DOMANDE SCOMODE 3. A PROPOSITO DEI COMPROMESSI…

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Ho già scritto ripetutamente che la politica è l’arte del possibile e quindi, di conseguenza, dei compromessi. Ho chiesto se anche il cosiddetto compromesso storico, voluto da Moro e Berlinguer, era tanto disprezzabile come oggi è disprezzato, al primo apparire, qualsiasi tentativo di stabilire un compromesso tra le forze politiche per uscire dalla drammatica crisi post elettorale. Nessuno, finora, ha risposto alla mia domanda. Il compromesso sembra un tabù: non se ne parla e non se ne discute; oppure lo si condanna e lo si teme come la peste, senza una sola parola, solo il terrore!

Insisto e mi spiego meglio. Il compromesso storico fu fortemente voluto e fortemente osteggiato – ma era, sostanzialmente, una prospettiva politica a lungo preparata, di assoluta valenza strategica. Non c’era alcuna necessità immediata per seguire quell’indirizzo. Oggi, è diverso: l’emergenza è sotto gli occhi di tutti, il risultato elettorale ci consegna 3 minoranze, nessuna delle 3 minoranze è in grado, senza alleanze, di formare un governo. E tuttavia un governo è assolutamente indispensabile, sia per la riforma della legge elettorale, sia per adottare i provvedimenti più urgenti, sul piano economico e dell’occupazione. Tutti dicono di non volere nuove elezioni immediate, tutti sostengono la necessità di un governo di emergenza, sia pure a termine.

Sono esattamente queste falsità che esasperano la gente. Perché, in realtà, il Pd si dice pronto ad allearsi con i grillini, mai di poterlo fare con Berlusconi. I berlusconiani lasciano intendere di essere pronti a ritirarsi sull’Aventino. I grillini, salvo esigere la presidenza della Camera, brutalmente dicono di non voler allearsi con nessuno. E allora? È chiaro che si sta perdendo tempo, ripeto con esasperazione dei cittadini, e che Napolitano dovrà imporsi alla fine, con la ricerca di un compromesso. Secondo fonti qualificatissime che ho consultato, al contrario dei comunicati ufficiali più di una volta stilati dall’ottimo Pasquale Cascella, in realtà Napolitano si starebbe adattando all’idea di una sua rielezione, cosa che faciliterebbe in concreto il mantenimento di una situazione analoga a quella pre elettorale. Se non sarà possibile l’affidamento dell’incarico a Monti, contestato da tutti, si cercherà un nuovo tecnico super partes e ci sarà un governo composto da pochi, eccellenti personaggi, con l’incarico di portare a termine un programma minuscolo ma fondamentale, e poi preparare una nuova consultazione elettorale. E a quel punto i partiti, a meno di non mettersi d’accordo in extremis, saranno obbligati: nessuno si prenderà la responsabilità di non partecipare, tutti accetteranno un compromesso, la “non sfiducia” o una fiducia vigilante e a termine. La fine è chiara. Perché non arrivarci subito, perché perdere tempo prezioso?

PAROLE, PAROLE/SPIEGHIAMO I NEOLOGISMI

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Microchip. Il circuito integrato anche chiamato familiarmente “microchip” (accorciamento diffuso nel linguaggio comune: “chip”), è una tipologia di componente elettronico che si contraddistingue per contenere uno o più circuiti elettronici miniaturizzati. Il circuito integrato è quindi una tipologia di componente elettronico complesso in quanto contiene più componenti elettronici elementari (transistor, resistori, diodi, ecc.).

ASCOLTI TV/ VINCE TRILUSSA CON IL 22%, RESISTE BALLARÒ AL 15,94%. CANALE CINQUE ALL’11,10% IN PRIME TIME. THE MONEY DROP CALA AL 16,68% E DI CONSEGUENZA ANCHE ILTG5.

Vince la serata la fiction di Raiuno Trilussa, storia d’amore e di poesia con 6.191.000 e il 21,98%. Continua il successo di Ballarò che ottiene 4.280.000 e il 15,94%. Il film di Canale Cinque Appuntamento con l’amore si ferma all’11,10%. La partita Barcellona-Milan è stata seguita dal 4,66% su Mediaset Premium. Nel day time grande interesse per l’Extra Omnes, che con Lo speciale del Tg1 ha ottenuto il 29,05% mentre Lo speciale Tg4 il 4,35%. Sempre buoni ascolti per la mattinata de La7 con Coffee Break al 7,73% e L’aria che tira con il 6,33%. Il Tg5 si ferma al 19,62%, dovuto anche al brusco calo del traino di The money drop sceso al 16,68%; il Tg1 va oltre i 7 milioni con il 25,38% e il TgLa7 registra il 7,99%.

 

 

13/03/13

 

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