OGGI VI DICO CHE…

.. “Felicità/ Vurria sapè ched’è chesta parola, / vurrià sapè che vvò significà./ Sarà gnuranza ‘a mia,  mancanza ‘e scola/, ma chi ll’ha ntiso maje annumenà.”  (Totò).

BERLUSCONI 1. ALL’INFERNO E RITORNO, PER L’ANALISI DI AGOSTINO SACCÀ STREPITOSO CONSENSO

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Pochi sanno che Saccà, gran bel manager alla Rai e oggi imprenditore nel settore televisivo, è un intellettuale attento alla letteratura, alla filosofia, alla storia della religione. Perciò ha impressionato molti quando, qualche giorno fa, ha spiegato la parabola di Berlusconi, dal successo all’inferno e ora di nuovo avviato verso il successo, in termini che fanno onore alla sua cultura e stuzzicano, mi sembra benevolmente, quella degli altri. Saccà descrive il nuovo passaggio di Berlusconi in questi termini: l’Eroe che vince, è esaltato, poi sbaglia, è abbandonato dal sostegno popolare di chi si sente tradito, precipita agli inferi; paga il suo debito, si riscatta, è accolto di nuovo dal consenso dei suoi fedeli, ma per ottenerlo ha dovuto pagare un prezzo personale…

Dico la verità: non ho letto la sua intervista al Foglio, ma mi piace questa estrosa interpretazione – accolta, mi sembra, con stima diffusa e simpatia anche da chi lo aveva in odio o in antipatia per certe intercettazioni che sembravano rivelare una totale schiavitù, quando era direttore generale della Rai, verso il Cavaliere. (In realtà non fu mai così: Saccà è stato un competente, scaltro, ambizioso manager che realisticamente cercava di conciliare gli obblighi del suo ruolo verso la politica e il Cavaliere con gli interessi preminenti dell’azienda. Insomma, spesso prometteva o lasciava intendere di promettere e poi non manteneva: non a caso fu estromesso, nonostante gli ottimi risultati). Ma torniamo alla parabola: sono d’accordo con la rappresentazione, persuasiva non solo sul piano psicologico e mitologico. Anche Cristo, absit injuria verbis, prima di risorgere fu condannato alla croce, pagò un prezzo. Risparmiatemi, amici, qualsiasi elementare ironia sull’accostamento temerario di Silvio a Gesù!

BERLUSCONI 2. COME NAPOLEONE ALL’ELBA:

CHE NE DITE DELLA MIA INTERPRETAZIONE?

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Come solo i lettori più attenti e affezionati a questo sito possono sapere, per conto mio mi sento legato alla metafora che ho già esposto nei giorni scorsi: Berlusconi come Napoleone. Waterloo (tocchi ferro il Cavaliere, se è superstizioso) mi sembra inevitabile, ma al momento il condottiero di Arcore ricorda il Bonaparte verso Austerlitz. Silvio ha trionfato e ha tradito le attese, gli elettori gli hanno dato tutto ciò che aveva chiesto, poi – a ragione – si sono sentiti traditi. Insediato per tanto tempo al governo, ha dato l’impressione di spendere il suo tempo, e, di fatto, lo ha speso, per dare la precedenza, rispetto al senso dello Stato e al bisogno dei cittadini, ai suoi affari personali, alle sue ambizioni, al culto della gloria già raggiunto; e di occupare il tempo libero con trastulli e svaghi privati che gli hanno portato non solo invidie e ammirazioni, ma anche una diffusa, sincera o ipocrita, riprovazione sul piano morale. Implacabilmente i media e la magistratura (e i poteri forti, se esistono, e quelli occulti, che esistono certamente) gli hanno fatto pagare un duro prezzo. Berlusconi ha perso consensi, sembrava finito: gli è bastato andare ad attaccare in casa altrui (Santoro, più o meno come quando il Milan di Sacchi batté in Spagna il Real Madrid per 5-0), proclamare il suo ritorno, negare il passato, schioccare le dita, esternare vecchie e nuove promesse, per riconquistare ciò che aveva perduto… (in parte o interamente si vedrà). Prima di risollevarsi, però, ha ragione Saccà, è dovuto scendere all’inferno. O riflettere in esilio, per ora all’Elba, come Napoleone.

COMUNICATORI 1. MODESTA OPINIONE SULLA LORO IMPORTANZA PER LE AZIENDE

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Attribuisco grande importanza al lavoro, se è di qualità, dei responsabili delle relazioni esterne, della comunicazione, degli uffici stampa, dei rapporti istituzionali nelle grandi aziende. Mi stupisco perciò quando, in grandi aziende, big di primissimo livello sembrano mal considerare gli apporti, a volte decisivi, di questi settori. L’esempio più eclatante arriva dalla Fiat, dove Marchionne è descritto, generalmente, come un leader che preferisce fare tutto da sè, a volte neanche informa tempestivamente i suoi collaboratori di ciò che fa e di ciò che dice, o scrive. Il risultato, così, è esclusivamente legato alle sue personali performance e/o a qualche suo rapporto personale. I mass media lo indicano come un protagonista eccelso, o come un terribile distruttore, secondo le occasioni. Eppure, alla Fiat, c’è un ottimo professionista, Simone Migliarino, che sa tutto dell’azienda e anche dei media con cui, oggi, chiunque deve far di conto, anche Marchionne. E la tradizione Fiat è eccezionale: Luca Montezemolo fu un grande comunicatore (forse è ciò che ha saputo far meglio, nonostante le decine di incarichi prestigiosi successivi); Marco Benedetto anche, e così Ernesto Auci, e Sandro Casazza e così gli altri successori.  In condizione intellettuale (a me pare) di simile snobismo, come Marchionne, mi sembra anche Mario Greco alle Generali e alcuni altri… certo è una riflessione da approfondire.

COMUNICATORI 2. I DIECI PIÙ BRAVI? VOTATE CON NOI, PER LA CLASSIFICA

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E così (ma già lo facciamo sui nostri siti, vedi www.lamescolanza.com e queste note cesarelanza.com alle 5 della sera) mi è venuta la curiosità di strutturare una classifica dei migliori comunicatori, e dei più promettenti, oggi. Ma vorrei farlo con la collaborazione degli addetti ai lavori: perciò scrivetemi e telefonatemi, datemi indicazioni. Sappiamo mantenerela riservatezza.

Pensando al passato, vorrei celebrare il ricordo di Gianpaolo Cresci, alla Rai, legato a Bernabei e a Fanfani. Leggeva i giornali di notte, quando uscivano freschi di stampa, e così anticipava al mattino di qualche ora la Roma sonnolenta dei potenti pigri, a svegliarsi… Più di recente, grandissimo è stato Mario Zamorani: quando fu implicato, tra i primi, in Tangentopoli, memorabile la sua intervista in cui – e fu il primissimo – a dire che stava per esplodere un diluvio universale; e poi scrisse per l’Espresso una pagina di diario, un vero capolavoro. Come lui, il fraterno amico di Franco Viezzoli, Roberto Caravaggi (uno che alzava il telefono e chiamava l’ambasciatore degli Stati Uniti, successe di fronte a me, come se fosse un amico di famiglia), poi maltrattato quando all’Enel arrivò Franco Tatò – e non ho mai capito perchè, Tatò è un altro personaggio che stimo molto, Roberto, vecchio gentiluomo, avrebbe potuto essergli molto utile.

E oggi? I primi nomi che mi vengono in mente sono… Ma no, non voglio influenzare nessuno. A voi la parola!

PAROLE, PAROLE/SPIEGHIAMO I NEOLOGISMI

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Chat
. Il termine chat (in inglese, letteralmente, “chiacchierata”), viene usato per riferirsi a un’ampia gamma di servizi sia telefonici sia via Internet; ovvero, complessivamente, quelli che i paesi di lingua inglese distinguono di solito con l’espressione online chat (“chat in linea”). Questi servizi, anche piuttosto diversi fra loro, hanno tutti in comune due elementi fondamentali: il fatto che il dialogo avvenga in tempo reale, e il fatto che il servizio possa mettere facilmente in contatto perfetti sconosciuti, generalmente in forma essenzialmente anonima. Il “luogo” (lo spazio virtuale) in cui la chat si svolge è chiamato solitamente chatroom (letteralmente “stanza delle chiacchierate”).

 

ASCOLTI TV/RAI LEADER IN PRIME TIME CON “DON MATTEO 8”, “INTER – BOLOGNA” E “BALLARÒ”. BERLUSCONI AD “OMNIBUS” AL 6,79%, INGROIA A “COFFEE BREAK” AL 6,92%. SCARSO INTERESSE PER LE TRIBUNE ELETTORALI SU RAITRE

Vince la serata il prete in bicicletta “Don Matteo 8” con 18,34% nel primo episodio e il 19,84% nel secondo. Ottima performance anche per Raidue con la partita “Inter – Bologna” (14,85%) e “Ballarò” con il botta e risposta tra Giulio Tremonti e Gianfranco Fini e l’intervista a Pierluigi Bersani (17,46%). A Canale Cinque resta un risicato 11,19% con il film “Vi presento i nostri”. La rete diretta da Giancarlo Scheri stasera proporrà la prima di “Italia domanda” a cura di Clemente Mimun e Andrea Pucci con ospite Pierluigi Bersani…riuscirà a superare l’11%? Grandi ascolti per il day time di La7 con “Omnibus”, che vedeva ospite Silvio Berlusconi, al 6,79% e per “Coffee break”, con ospite Antonio Ingroia, al 6,92%. Scarso interesse per le “Tribune politiche” su Raitre in seconda serata che raccolgono in media uno scarso 5,35%. Berlusconi ha fatto incursione anche al Tg4 ottenendo 4,42%, mentre il Tg1 realizza il 22,73%, il Tg5 il 20,94% e il TgLa7 il 7,60%.

 

 

UNA FOTO AL GIORNO

di Maria Antonietta Serra

IN.STABILE E QUILIBRIO

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16/01/13

 

cesare@lamescolanza.com