OGGI VI DICO CHE…

“La vita è un dono di Dio? Grazie,  ma bastava il pensiero” “E poi, che regalo è? Se prima o poi se lo riprende…” (Da Facebook, 31 luglio 2013).

 

ATTUALIZZANDO…

Già ho scritto che leggo per primo, ogni giorno, l’editoriale di Marco Travaglio; e che però penso che Giuliano Ferrara sia il miglior giornalista italiano. Per di più mi piace Bonolis, ma anche Fiorello, il Genoa e anche la Roma. E ho fatto una pace meravigliosa con il mio vecchio amico Lucio Presta, riconoscendo alcuni torti che ci avevano diviso. Ma non basta. Mi piacciono le delizie del mitico ristorante “Le Soufflé” di Parigi, ma forse anche di più la pasta e fagioli che so prepararmi da solo. La pappa al pomodoro col Lambrusco e i vini prelibati che mi fanno scoprire i miei amici, quelli che si intendono di vino. Lascio perdere il capitolo donne perché prima o poi scriverò il mio catalogo personale. Insomma, mi piace tutto il meglio ma, nelle scelte definitive, sono indeciso in tutto, secondo la sarcastica definizione di Ennio Flaiano.

Da un po’ di tempo, non so più se definirmi ateo, agnostico, pecorella anzi pecorone smarrito alla ricerca di Dio, laico tormentato dai dubbi, mai pentito ma con la voglia quotidiana di un cardinale o di un pretino di campagna che mi soccorra (non oso pensare a Francesco, che pure sembra il più disponibile ad avvicinarsi, verso tutti). Conclusione: se sono Zelig, mi taccio all’istante. Se sono un poveraccio, che ha buttato la sua vita, preferisco rintanarmi nell’alternativa soufflé/pasta e fagioli, figuriamoci se mi faccio coinvolgere dalle battute su Facebook, in stile Woody Allen, su Dio e l’ignoto aldilà. Almeno per il momento. E questo è tutto.

 

A PROPOSITO DI GIULIANO FERRARA

giuliano ferrara

Mi rivolgo a Marco Travaglio, ovviamente ai berlusconiani, e soprattutto agli antiberlusconiani, di vocazione e di mestiere. Almeno a quelli che navigano nel mondo giornalistico. Oggi, in prima pagina suIl Foglio, c’è un gioiello, un diamante purissimo, di giornalismo. Tutti siamo immersi fino al collo, e anche fino agli occhi, che non ardiscon di guardare, nella faccendona della sentenza della Cassazione, sull’imputato Silvio Berlusconi. Ebbene, in due colonnacce due, Ferrara scrive e propone la sua analisi, scandendola in tre punti, rispetto a quello che potrebbe succedere: 1.Condanna confermata, ordalia in Parlamento, trame farlocche. 2.Assoluzione. Troppa grazia, Cav. baldanzoso, governo schiscio. 3.Nuovo processo o condanna parziale. Tutto come prima (con calma).

E’ un articolone chiaro, lucido e informato dei fatti. Da antologia. Oggettivo, sebbene con evidenza (e ci mancherebbe, questa è l’abituale preziosità ferraresca) sublimato da una evidente simpatia protettiva verso il nostro atipico dittatore. Da leggere e ricordare, intanto la sentenza sta per arrivare.

 

UN VOLGARE E MALIZIOSO SOSPETTO…

silvio berlusconi

Prima che la sentenza arrivi, vorrei dirvi che questa mattina, alla fine della tangenziale olimpica, ho visto un povero extracomunitario a torso nudo, che attaccava un enorme manifesto di protesta, da parte di non ricordo chi, contro le esagerazioni fiscali. Eravamo in coda e nessun automobilista osservava quella fatica… Mi sono chiesto: come sarà pagato quell’extracomunitario, se sarà pagato, con quale attenzione verso il fisco? E quanti raccoglieranno quel grido di protesta, in queste ore, in cui il caldo è opprimente, metà degli italiani sono in vacanza o ci pensano con desiderio non rinviabile? E a questo punto i pensieracci da roditore che ogni tanto mi vengono in mente per gli impulsi più stravaganti, mi sono rispuntati nell’oppresso e sudato cervelletto.

Quando si ha avuto notizie che la sentenza della Cassazione sarebbe stata anticipata a fine luglio, tutti abbiamo pensato all’ennesima persecuzione (oppure, secondo i punti di vista, ineccepibile severità della giustizia) verso Berlusconi. Al tentativo di eliminare il pericolo della prescrizione. E si sono accese, tra pro e anti, le consuete roventi polemiche. Poi qualcosa è cambiato… Berlusconi dice che se sarà condannato vuole andare in carcere, non agli arresti domiciliari e tantomeno ai servizi sociali. E l’asse Napolitano-Letta ha confermato una paradossale triangolazione sullo stesso Berlusconi, che ripetutamente tiene a bada i suoi falchi, affinché non commettano gesti impuri, verso la stabilità del governo.

Insomma, il pensieraccio è questo, provocato da quel povero attacchino distrutto dal sudore e ignorato da tutti… non sarà che la sentenza è stata anticipata all’inizio di agosto proprio perché possa passare (specialmente se assolutoria) senza creare problemi? Per urgenze e distrazioni vacanziere, di fronte alla nostra consueta Roma all’amatriciana – indimenticabile definizione di Mario Pannunzio e Arrigo Benedetti – e all’italietta strizzata da mille problemi e avida di qualche giorno di relax, di riposo e di frescura? Certo, in autunno, in piena attività politica, le abituali guerre dei partiti intorno alla magistratura, sarebbero esplose, o avrebbero rischiato di esplodere, in maniera chiassosa. Oggi, a livello popolare, prevedo birrette e sudati silenzi. A livello politico, al massimo, il ruggito di qualche topo.

 

 

 

31-07-2013

 

 

cesare@lamescolanza.com