NATI IL 2 SETTEMBRE

Jimmy Connors, Pippo Franco, Wanna Marchi, Keanu Reeves, Joseph Roth, Giovanni Verga
MORTI: Pierre de Coubertin, Pietro Giordani, Henry Rousseau, John Ronald Reuel Tolkien

 

 

 

ANIMALI DEPRESSI, SENZA PUBBLICO

Il Wall Street Journal scrive che gli animali ingabbiati negli zoo sono caduti in depressione a causa dell’improvvisa assenza di visitatori, causata dalla pandemia. «Jax, un mandrillo di quattro anni che ricorda il solenne Rafiki del cartoon Il Re Leone, da quando è rimasto senza fan – adora i bambini – passa le giornate disteso sotto un albero, quando era solito fare balzi di due metri alla vista di chiunque. La biologa Mary Yoder, preoccupata da questa sua improvvisa apatia, ha iniziato a trascorrere un po’ di tempo con Jax, parlandogli, pranzando con lui, leggendo ad alta voce le poesie di Walt Withman o semplicemente, in silenzio, facendogli compagnia. Dopo qualche giorno Jax è rinato. Ora ha ripreso a mangiare, a saltare, a comportarsi come una scimmia felice. Sorride pure, che poi semplicemente mostra i denti giallissimi, un gesto che per i mandrilli significa che gli sei simpatico» [Pellegrino, Il Giornale]

POESIE / CORRADO CALABRÒ

Nonsenso / Non m’angoscia la morte, l’ho già vista. E’ il non senso della nostra esistenza nell’universo senza scopo immenso che smisuratamente mi sgomenta.

 

 

 

 

OGGI VI DICO… ABELE E CAINO

“Per secoli si è punito l’omicidio con la pena capitale, eppure la razza di Caino non è scomparsa.”
(Albert Camus, Riflessioni sulla pena di morte, 1957)

“Spesso i buoni piangono nello stesso momento in cui i malvagi si rallegrano: il medesimo istante vede compiersi un’azione onesta e una colpevole. Il vizio e la virtù sono fratello e sorella; sono stati generati dall’uomo: Abele e Caino erano figli dello stesso padre.” (François-René de Chateaubriand)

“A partire da Caino e Abele, fino ad arrivare a John e Lapo Elkann, ce n’è sempre uno con la faccia
perbene e un altro che si caccia nei guai.” (Luciano De Crescenzo)

“Ama tuo fratello come la tua anima e vigila su di lui come sulla pupilla del tuo occhio.”
(Gesù di Nazareth)

“Si odia con eccesso quando si odia un fratello.”(Jean Racine)

IL LIBRO… CAINO DOVUNQUE, DI RECALCATI

“Il gesto di Caino” di Massimo Recalcati (Einaudi).
Così l’autore, su La Stampa: «L’uomo non è una creatura mansueta, bisognosa di amore, capace al massimo di difendersi quando è attaccata, altruista, fatta per vivere con il proprio simile nella pace e nella solidarietà, ma è originariamente un essere – per la tragedia greca l’essere più “stupendo” e più “tremendo” (deinon) – che porta con sé una crudeltà e una capacità criminogena che spaventerebbero anche gli animali più feroci, un’ostilità primaria verso i suoi simili che non ha paragoni. Queste parole che pesano come delle sentenze che non lasciano scampo non sono mie, ma si possono leggere direttamente dall’ebreo Freud, il padre della psicoanalisi. Si tratta di un ritratto dell’umano che appare senza speranza e che giustifica il fatto che la società civile si senta sempre minacciata da forze distruttrici. È l’eredità scabrosa di Caino che ciascuno di noi porta con sé perché, come ribadisce Freud, in perfetta sintonia con il racconto biblico, “l’odio è più antico dell’amore”.
Non è un caso che la narrazione biblica abbia origine da due gesti profondamente trasgressivi. Il primo compiuto da Adamo ed Eva, sobillati dal serpente, che violano il divieto di accesso all’Albero della conoscenza; il secondo compiuto dal loro primo figlio, Caino, che con crudeltà e ferocia (“umana troppo umana”) mette fine alla vita di suo fratello Abele. Nessuna pastorale, nessuna rappresentazione buonista e retoricamente altruista dell’uomo. Piuttosto: homo homini lupus. Le prime pagine della storia dell’uomo nel racconto biblico sono macchiate dal rifiuto della Legge e dal sangue fratricida. Ma anche Freud nella sua genesi dell’apparato psichico resta su questa stessa linea di pensiero: l’essere umano, gettato nel mare ingovernabile della vita, vive inizialmente il mondo come straniero e fonte inestinguibile di perturbazioni. L’estraneo e l’ostile coincidono e animano l’odio come risposta difensiva. Per questa ragione l’odio è più originario dell’amore. Ma il gesto di Caino rende questo primato – teorizzato apertamente da Freud – ancora più sconcertante perché in questo caso a essere vittima non è l’estraneo, ma il più prossimo, non lo sconosciuto, ma il fratello di sangue.

CARNE DI SQUALO? SENZA SAPERLO

Quante volte abbiamo mangiato carne di squalo, credendo che si trattasse di semplice pesce spada? Forse anche in questi giorni, forse anche ieri sera a cena. Ho letto che l’Italia è il primo paese europeo per il consumo di carne di squalo, spesso venduta come spada o di altri pesci: “Purtroppo attualmente vengono uccisi 100 milioni di squali l’anno per ragioni alimentari, che equivale al 7-8% del totale… Uccidiamo 3 squali al secondo! È uno dei tanti sfruttamenti insostenibili”. E ancora – secondo Shark Alleance Italia: “Molti italiani non lo sanno, ma quando comprano in pescheria oppure ordinano al ristorante verdesca, smeriglio, spinarolo, palombo, gattuccio, mako (ma anche, a seconda delle regioni, can bianco, cagneto, missola, pallouna, nizza, stera, cagnolo, penna, vitello di mare… ) in realtà scelgono sempre la stessa cosa: carne di squalo. E ne vanno letteralmente pazzi, se è vero che il nostro Paese è il quarto maggior importatore di prodotti di squalo al mondo, dopo Spagna, Corea e Hong Kong e siamo i maggiori consumatori europei.”
Ebbene, cari lettori, io non C’è tuttavia un ultimo aspetto di queste notizie, che mi ha avvilito.
Niente sapevamo, niente sappiamo e – presumo – anche in futuro poco o niente sapremo della (gustosa?) carne di squalo consumata come se fosse di pesce spada. Insomma, ci sono situazioni (ben più preoccupanti e gravi) non modificabili. Il mondo va avanti come vuole. E non sarà certamente la mia umile nota a cambiare le cose, né in questo caso né in altri. Resta perciò la sensazione avvilente, oggi, di avervi fatto perdere solo un po’ di tempo. Piacerebbe sapere almeno, da fonti attendibili, se lo squalo faccia male o no, al nostro stomaco. Mi chiedo anche (vedi paragrafo sugli animali depressi): allo squalo farebbe piacere, sapere di essere cucinato e mangiati da noi umani?

cesare@lamescolanza.com