OGGI VI DICO CHE… BUROCRAZIA, LA VERA CASTA

“La vera casta è rappresentata dagli alti burocrati di Stato, che sopravvivono ai ministri e ai governi mantenendo intatto il loro potere per anni”. (Gabriella Giammanco,  deputata di Forza Italia, “Il Giornale”, 23 marzo 2015)

ATTUALIZZANDO… UN MIO VECCHIO RITAGLIO!

burocraziaVi ho già detto che sono un collezionista compulsivo di ritagli di giornali. E sapete come la pessima burocrazia mi indisponga, mi faccia venire l’orticaria (quella buona, ma ormai dovunque perduta, sarebbe preziosa per l’amministrazione di ogni Paese). Smanettando tra le carte è riemerso questo vecchio articolo del “Giornale”. Apprendo, e vi trasmetto, che la parola burocrate deriva etimologicamente dal francese “bureaucrate”: impiegati, funzionari della pubblica amministrazione, che esercitano le mansioni con eccessivo scrupolo. Per estensione, chi è formalista, gretto e rigido. (Dal momento che non solo sono un povero collezionista, ma anche un implacabile rompiscatole, rilevo che la parola “amministrazione” viene stampata in questo articolo come “ammistrazione”. Un brutto infortunio). Preziose alcune riflessioni di illustri personaggi. Ne cito un paio. Herbert Marcuse: “Marx ha confuso una dittatura della giustizia con la dittatura dei burocrati”. Carlo Dossi: “Scopo della burocrazia è di condurre gli affari dello Stato nella peggior possibile maniera e nel più lungo tempo possibile”.

DOMANDE SFIZIOSE. SALINI ASSENTE DA RENZI / ROHANI

Salini GavioNon mi occupo volentieri di gossip, tranne quando ci sia un possibile retroscena negli indecifrabili piani del Palazzo. Mi dicono che alla cena organizzata da Renzi per il presidente dell’Iran, Rohani, con decine di imprenditori e finanzieri tra i più importanti in Italia, si è notata l’assenza di Pietro Salini. Tra le varie interpretazioni, un presunto disappunto di Salini che non ha concluso con l’Iran un business di rilevante importanza (mentre, al contrario, il suo rivale Beniamino Gavio, ha portato a dama un importante agreement di quattro miliardi di euro). Non sono mancati, lateralmente, gli sfottimenti: forse Salini e il suo entourage erano patriotticamente dispiaciuti per la gaffe della copertura delle statue. Ma forse (con giustificazione?) – ci permettiamo di chiederlo ai suoi vari uffici stampa – il motivo era più semplice: un’indisposizione, un impegno preso “successivamente”, come si dice negli ambienti di potere, chissà.

È QUESTA L’ITALIA DEI NOSTRI SOGNI?

giornaliPremesso che gli amici mi rimproverano perché, non solo sono depresso, ma lo dichiaro anche pubblicamente, dite voi se si può essere felici di fronte a queste notizie di giornata … Dalle prime pagine di oggi. “Il Corriere della Sera”: 1. “Il professore copia ma non perde il concorso” (un docente di letteratura italiana a Messina), di Gian Antonio Stella. 2. “Truffe degli statali tra sanità e appalti: buco da 4 miliardi”, di Virginia Piccolillo e Fiorenza Sarzanini. Risulta dalla redazione della Guardia di finanza sugli illeciti commessi nel 2015. 3. “Senato, spunta la regola per mantenere le indennità”, di Sergio Rizzo. I costi della politica, sotto qualsiasi governo, non si riducono mai! “La Repubblica”: 4. “La beffa di Parma”, l’aeroporto resta aperto per un volo al giorno, di Jenner Meletti. Per la precisione, il volo Ryanair da Trapani, andata e ritorno. 5. “6000 i baby migranti entrati in Italia e spariti nel nulla”, di Fabio Tonacci. È l’aspetto più atroce nella tragedia delle migrazioni. “Il Fatto Quotidiano”: 6. “Il Paese dei ladri impuniti a piede libero. Nelle città aumentano furti e rapine, arresti più difficili per legge”, di Alessandro Mantovani.

LETTERE / IL MIO DIRETTORE PREFERITO? PIERLUIGI MAGNASCHI

MagnaschiMi scrivono e mi chiedono quale sia il mio direttore di giornale preferito, credo che la curiosità nasca dalle tante (troppe?) osservazioni sul cambio di direzione a “La Repubblica”, da Ezio Mauro a Mario Calabresi. Francamente, sono in imbarazzo.
Si fa presto a dire direttore! Le categorie sono tante. In primis, sono affezionato a due straordinari giornalisti che mi hanno svezzato, e valorizzato, temerariamente: Antonio Ghirelli e Piero Ottone. Poi non posso ignorare Indro Montanelli, che però fu più grande come giornalista e polemista che come direttore. E ancora: Vittorio Feltri, quello che ha avuto più fiuto sul mercato e ha sempre moltiplicato le copie dei giornali che gli sono stati affidati. E Giuliano Ferrara, il più colto e il più fine scrittore, che ha inventato lo spazio elitario de “Il Foglio”. E oggi Marco Travaglio, sulla cui energia polemica si fonda la forza de “Il Fatto”. E poi c’è la straordinaria categoria illuminata da Ferruccio De Bortoli, quelli nati dirigenti (glielo dissi quando lo assunsi ed era giovanissimo), che ha diretto “Il Corriere della Sera”, ma avrebbe fatto ugualmente bene al vertice di una banca o di una diversa grande azienda. Oggi lo vedrei bene come sindaco di Milano! E Paolo Mieli, che riunisce in sé tre qualità raramente conciliabili, non solo nel giornalismo: è colto, è intelligente, è astuto.
Però, vi confesso, la mia preferenza va a chi è giornalista / giornalista nel sangue, senza limiti e senza aggiunte, quello capace di distinguere al volo quale sia la notizia e quale la fuffa. In passato, adoravo – anche per la simpatia – Gaetanino Afeltra, che però oggettivamente era troppo ossequioso verso il potere. Oggi il direttore giornalista /giornalista è Pierluigi Magnaschi, senza mezzi termini. Sono stati ottimi direttori Stefano Lorenzetto e Massimo Donelli, avrebbero potuto fare di più, però erano eclettici: Lorenzetto il miglior intervistatore, Donelli un curioso di natura, sempre con la valigia in mano. Per vanità, non posso negarmi due parole su me stesso: la mia qualità fu quella di capire e valorizzare il talento di alcuni giovanissimi, disperdendo il mio, che forse era modesto.

LETTERE / CALABRÒ SULL’ECLETTISMO

corrado calabròA proposito di eclettismo, mi scrive Corrado Calabrò: “Caro Cesare, sono d’accordo con te sull’eclettismo: è una forma d’intelligenza (non di stupidità) applicata a settori diversi. L’eclettico non è un genio (può esserlo in un solo campo, e non è escluso che lo sia), ma non è, solo per questo, un superficiale. C’è molta prevenzione, spesso preclusione, nei confronti degli eclettici, forse alimentata dall’invidia. E a causa di ciò essi pagano un alto prezzo. Saluti cari, Corrado Calabrò”. Rispondo: ho ricevuto altri consensi, ma pubblico questa lettera perché la condivido parola per parola, purtroppo anche nella convenzione che gli eclettici sono destinati a pagare un prezzo.

BISIGNANI A LA7 VS IL PREMIER RENZI

LUIGI BISIGNANIAlle 8 del mattino, in gran forma, Bisi intervistato da una bionda e brava conduttrice, che non gli ha lesinato domande incisive: “Perché ce l’ha tanto con Renzi e scrive un giorno si e un giorno no contro di lui? Lei è stato radiato dal giornalismo, adesso riscopre il mestiere? Davvero pensa che Renzi abbia troppi nemici?”. Bisignani ha replicato punto per punto, disinvoltamente. Ritiene che Renzi sia alla vigilia di momenti delicati, dovrebbe riflettere sull’assedio che gli sta intorno, troppi sono i nemici. / Mi permetto di obiettare: battersi, spesso solo a parole, contro tutto e contro tutti, è anche la sua forza, quella specifica, la sua identità, azzarderei a dire la qualità che gli ha consentito di raccogliere un grande successo presso una fascia di pubblico a torto o a ragione scontenta della politica politicante e dei troppi tabù mai aggrediti, prima dell’avvento del premier toscano.

PUNTUALIZZAZIONI. SU PIER LUIGI CELLI E DANIELE GARBO

Celli GarboErrata corrige. Ho recensito entusiasticamente l’ottimo romanzo di Pier Luigi Celli “E senza piangere”. Una lettrice mi fa notare che, al contrario di quanto abbia lasciato intendere, non è il primo romanzo. Chiedo scusa: credevo di aver letto tutti i libri di Pier, mi aggiornerò (in particolare mi dicono che sia straordinario, per la spontaneità, “Lettera ad una figlia in clausura”). / Altra puntualizzazione: pubblicando un articolo di Daniele Garbo ho scritto che fu un grande esperto di tennis in Rai. Grande esperto si, ma in Mediaset. Probabilmente, ho scritto Rai perché mi sto massacrando a completare un dizionario di personaggi della Rai e sono concentrato, notte e giorno, sul Cavallo.

UN SORRISO, PREGO / LA FORZA DI ALTAN

AltanL’ho già scritto per altri maestri virtuosi della satira disegnata: le vignette, a volte, sono più efficaci di un articolo di fondo. Oggi, con queste due immagini tratte da “L’Espresso”, vorrei rendere omaggio al formidabile Altan.

 

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01.02.2016