UN’INDISCREZIONE AL GIORNO… GUIDO ALPA AL CSM

Guido Alpa, 71 anni, insigne giurista genovese, è candidato alla vicepresidenza del Consiglio Superiore della Magistratura. Sarebbe un ottimo evento, almeno per chi – come noi – apprezzi il merito, la competenza, la cultura. Ad Alpa qualcuno vorrebbe affibbiare l’etichetta di filo grillino e/o di una sponsorizzazione da parte del primo ministro Giuseppe Conte. Posso assicurare che Alpa è un uomo di assoluta indipendenza mentale e per questo, forse, gode della stima del M5S. Quanto a Conte, è vero che il premier si è fatto le ossa (legali) nel suo studio. Alpa però ha numerose lauree honoris causa, è cattedratico di diritto civile alla Sapienza a Roma, con un curriculum chilometrico, ricco di successi e riconoscimenti: non deve dire grazie a nessuno, salvo che alla sua determinazione negli studi. Tanto furente e complessa è la lotta per le nomine che la nomina di Alpa, libero da qualsiasi appartenenza, non è affatto sicura. Ce l’auguriamo, nel quadro di speranze e utopie per un’Italia migliore.

OGGI VI DICO CHE… IL BANCOMAT

“La civiltà sta producendo macchine che si comportano come uomini e uomini che si comportano come macchine”(Erich Fromm)

“L’opportunismo può produrre una gratificazione immediata, mentre l’altruismo conduce alla felicità eterna” (Ma Changshan, scrittore cinese)

“Puoi facilmente giudicare il carattere di una persona da come tratta coloro che non possono far niente per lui” (Malcolm Forbes, editore statunitense)

“Gli uomini sono diventati strumenti dei loro stessi strumenti”
(Henry David Thoreau, filosofo statunitense)

ATTUALIZZANDO… ANCHE IL BANCOMAT HA DIRITTO ALL’AFFETTO

Diciamolo schiettamente: anche il bancomat ha diritto a un po’ di affetto. Non stupitevi, spero anzi che vi divertirete un po’! Vi spiego… Mi è successo di prendere un caffè con un amico, anziano come me, che… Alt! Questo amico potrei essere io e anche – spero di no – molti di voi, in età senile.

 

 

NOI ANZIANI SIAMO SOLO UN BANCOMAT?

Dunque, il mio amico voleva sfogarsi per i suoi problemi familiari, non insoliti. E mi racconta vari episodi, banali e struggenti, poi mi fissa negli occhi e imperiosamente mi dice: “Sai gli unici momenti in cui i miei familiari si ricordano di me?” Rispondo al volo: “Quando hanno bisogno di soldi?” E lui, disperato: “Esatto! Mi trattano proprio come se fossi un bancomat…Non si ricordano neanche del mio compleanno, per farmi gli auguri!”

MA UN BANCOMAT RICEVE MAI GLI AUGURI?

Qualche attimo di silenzio e gli dico: “Sono le aspettative, sempre, a infliggerci delusioni. Tu, lucidamente, hai capito di essere un bancomat. Prendine atto, allora! Dimmi, hai mai visto un bancomat ricevere abbracci, baci, coccole, auguri?” E lui mi ha guardato con evidente malinconia. In silenzio.

 

 

LO GUARDAVAMO COME SE FOSSE PAZZO…

Però é tornato dopo qualche giorno: “Sai, mi hai dato una buona idea… Non ci crederai, ma ci sono andato veramente dal mio bancomat preferito. L’ho abbracciato: baci, coccole e auguri!” E io: “Sei impazzito?” E lui: “C’era gente, infatti, e quelli in attesa mi guardavano come se fossi un pazzo. Però non puoi immaginare la soddisfazione!” E io, stranito: “E perché?”

 

L’INSEGNAMENTO DEL BANCOMAT…

A questo punto il mio amico ha risposto con un sogghigno perfido: “Perché il bancomat è stato più intelligente di te e di me e mi ha dato l’idea giusta…” Ero ammutolito. E lui: “Mica si è fatto impressionare dai miei abbracci e dall’affetto. Ho cercato di prelevare un po’ di soldi e in fondo erano soldi miei. Ma sai qual è stata la sua risposta, che mi sarà utile in futuro?” Un altro sogghigno, con una pausa. Eccola, la risposta: “operazione non consentita, siamo fuori servizio!”

 

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