UNA INDISCREZIONE AL GIORNO… BIANCHI CLERICI

Giovanna Bianchi Clerici, 60 anni, nata a Busto Arsizio, fino a ieri era considerata (leghista doc) la più probabile candidata alla presidenza della Rai. Poi è arrivato lo stop: Di Maio e anche Salvini (più che leghista Berlusconi considerava la Clerici una soldatessa di Bossi) si sono resi conto che il governo del cambiamento non avrebbe cambiato un bel niente. Giovannona è un’ex deputata, in Rai c’è già stata come componente del cda e in quanto tale condannata per danno erariale.  Premesso che Bianchi Clerici è una persona assolutamente rispettabile, ripropongo per l’ennesima volta: ma è davvero tanto difficile trovare, per le nomine, personaggi nuovi, indiscutibilmente meritevoli, indipendenti e senza legami con il passato? E, per la Rai, considerare seriamente le convenienze della privatizzazione?

OGGI VI DICO CHE… IL DESTINO

“Sono convinto che anche nell’ultimo istante della nostra vita abbiamo la possibilità di cambiare il nostro destino.” (Giacomo Leopardi)

“Ogni uomo ha un suo compito nella vita, e non è mai quello che egli avrebbe voluto scegliersi.” (Hermann Hesse)

“Il destino mescola le carte e noi giochiamo.” (Arthur Schopenhauer)

“Il destino è uno scrigno come altri non ne esistono, aperto e contemporaneamente chiuso, si guarda dentro e si può vedere quanto è successo, la vita passata, destino ormai compiuto, ma di quanto dovrà accadere non si ottiene niente, solo qualche presentimento, qualche intuizione.” (José Saramago)

“Non chiedetemi dove andremo a finire perché già ci siamo.” (Ennio Flaiano)

ATTUALIZZANDO… MARCHIONNE

Qualche riflessione (spero oggettiva) sul destino infelice di Sergio Marchionne. Oggi la sobrietà è d’obbligo, avendo come riferimento un uomo in pericolo di vita, Sergio Marchionne. Tuttavia vorrei esprimere qualche riflessione sulle notizie che lo riguardano. Non è mai semplice valutare con oggettività la personalità di un personaggio nel momento della sua decadenza o (spero che Marchionne possa riprendersi) nell’imminenza della sua fine.

 

PESSIMO GIORNALISMO

La prima opinione riguarda la scarsa qualità della categoria dei giornalisti. Almeno non in questa occasione. Le difficili condizioni di Marchionne erano note, ma nessun giornalista – fino all’ultimo – ha provato ad approfondire e a riferire: non certo per violare il suo diritto alla privacy, ma per le inevitabili conseguenze su Fca e Ferrari.

 

 

COMMENTI SQUILIBRATI

Peggio mi sento di fronte alla tempesta dei commenti, dopo l’improvvisa sostituzione. Sono indignato di fronte alla violenza di certi giudizi (auguri di morte sui social!) e poco meravigliato, ma critico, per la cortigianeria di tanti altri.

 

 

MARCHIONNE, IL PIÙ GRANDE

Ecco la mia valutazione: qualsiasi azienda sarebbe stata felice di avere alla sua guida un Marchionne, il più abile manager mai visto in Italia negli ultimi decenni. Ha salvato la Fiat dal fallimento.

 

 

 

NESSUNA TUTELA PER GLI ITALIANI

Marchionne però non ha tutelato l’Italia, anzi ha demolito l’occupazione dei lavoratori italiani. Era possibile salvare la Fiat senza questo drammatico sacrificio? Non credo, ma non ho la competenza per stabilirlo.

 

 

DA UN GIORNO ALL’ALTRO…

Infine: da un giorno all’altro Marchionne è passato da una straordinaria ricchezza e un immenso potere alla disperata gravità di una malattia inesorabile (con aspetti tuttora misteriosi). E su questo aspetto, sulla caducità della vita e del successo, sarebbe utile una riflessione, per noi tutti.

 

 

 

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