OGGI VI DICO CHE… OPINIONI SUL PROTAGONISMO

“La TV ha cambiato il modo di fare politica premiando il protagonismo”. (Jean Baudrillard)
“Il protagonismo è la forza che spinge gli imbecilli a manifestarsi”. (Gian Piero Lepore, “Stupidità”)
“Chi è malato di protagonismo non riuscirà mai a stabilire il momento di smettere per non cadere nel ridicolo”. (Giorgio De Luca)

ATTUALIZZANDO… AL TIRO AL VOLO, CON I CALABRESI

lucano domenicoPer me ieri, nonostante qualche delusione (che vi dirò), è stato un giorno importante. Ho avuto il privilegio di ascoltare e conoscere il sindaco di Riace, Domenico Lucano: certamente avete sentito parlare di lui perché è diventato di colpo famoso come uno dei cinquanta personaggi più influenti e meritevoli nel mondo, unico italiano, in un elenco pubblicato dal New York Times. La ragione di questo prestigioso riconoscimento? Lucano ha risolto nel suo paese il problema dell’accoglienza. Riace era ormai spopolato, restavano solo anziani e vecchi, i giovani fuggivano, non c’erano scuole, era rimasto solo un bambino, le case disabitate… Lucano ha accolto profughi di ogni nazionalità, siriani ed egiziani, libici e centro africani, dando loro un’abitazione, un lavoro, favorendo l’accoglienza (un istinto generoso, comunque, storicamente virtù dei calabresi), garantendo a tutti umanità e sicurezza, nessun episodio di criminalità… E tutto questo da almeno un decennio.
Ho collaborato con fiducia al convegno organizzato ieri al circolo dell’Antico Tiro a Volo. C’è stata la proiezione di un cortometraggio, bello, emozionante di Wim Wenders. Purtroppo, c’è stato anche un mal riuscito dibattito sul tema “Calabria, terra di accoglienza”. I presenti? Quasi tutti, calabresi: amici illustri, compaesani.

IL PROTAGONISMO DI LOIERO E DI OLIVERIO

loiero olivieroIl convegno era stato voluto e organizzato per incentrarlo sulla straordinaria figura di Lucano, nonché a sostegno di una candidatura al Comune di Roma di un altro eminente calabrese, che ho già ripetutamente sostenuto qui: l’insigne medico, cattedratico a Tor Vergata, Franco Romeo. Senza false modestie, posso dire che, se il progetto del convegno è andato in porto, questo è successo grazie anche alla mia insistenza e tenacia. Ho dovuto impegnarmi a fondo, verbalmente, per convincere Loiero – che aveva il privilegio di conoscere Lucano – e altri sostenitori di Romeo, che sarebbe stata un’iniziativa meritevole affiancare il sindaco e il medico, uniti da un legame, oltre alla calabresità, di altruismo, ideali umani e generosi.
Purtroppo, la politica e il protagonismo appena possono si delineano in modo fastidioso e inconfondibile. E il dibattito è stato molestato dalla partecipazione di Agazio Loiero, che non vi avrebbe mai rinunciato in quanto conoscente e portatore sano dell’ambito Lucano, e di Mario Oliverio, attuale presidente della Regione Calabria. Cosa è successo? Niente di nuovo. I politici, se possono prendersi la parola, non la mollano neanche di fronte alle atroci sofferenze del loro pubblico. Loiero è un brav’uomo, ex ministro, ex governatore calabrese, ex più ex che non fa mai ex. Ma le furbizie e le invadenze della politica lo declassano: già qualche lustro fa avemmo una forte litigata a proposito di un invito che lui ad ogni costo voleva – portare Benigni in Calabria – e ottenne, adescando la buona fede mia e, soprattutto, di Lucio Presta. Poi l’amicizia, vocazione infida per noi umani, prevale; ed eccoci qui. Oliverio, non lo conosco: sentirlo ieri non mi ha certo entusiasmato. È arrivato tranquillamente con un’ora di ritardo, e il dibattito è cominciato con questo grave handicap, ha definito “lungometraggio” il dignitoso corto di Wenders, ha sciorinato con voce stentorea una serie di imbarazzanti banalità… Loiero, certo più astuto e forse più colto, in un discorsetto ugualmente alluvionale, ha magnificato soprattutto se stesso. Risultato: i due protagonisti, Lucano e Romeo, sono stati soffocati, hanno parlato poco, non hanno avuto il tempo di rispondere alle domande dei loro ammirati e importanti concittadini. Il protagonismo è una brutta bestia: quante volte ho scritto che i politici, vecchi e nuovi, meno parlano e miglior figura fanno?

CILIEGINA FINALE / LA LITANIA DEI RINGRAZIAMENTI

bronzi di riaceTutti gli interventi sono stati caratterizzati dalla solita convenzionale litania di ringraziamenti. Mentirei a me stesso, e in questo diario con voi non sono mai bugiardo, se negassi che avrei avuto piacere di ascoltare una parolina anche per me. Figuriamoci. L’ego politico degli invadenti, in questo caso “Loiero&Oliverio”, non pensa a queste minuzie: la strozzatura del dibattito ha impedito di dare la parola alle domande dei convenuti. E questo sì, mi è dispiaciuto, molto. Per quanto mi riguarda, avrei voluto interrogare i relatori sull’indispensabilità, per la Calabria e per tutta l’Italia, ovviamente, di puntare per il futuro sulla valorizzazione del turismo e dell’immenso patrimonio artistico. Questa, la provocazione: quale maledetta burocrazia deve impedire che i bronzi di Riace possano essere esibiti, ad esempio ieri a Roma, o a Milano e dovunque in Italia, e all’estero, a Parigi o a Londra, dovunque, dovunque, dovunque? Se i vari amministratori, burocrati, autorità governative vi riuscissero, sarebbe una testimonianza e una divulgazione culturale infinitamente più convincente delle autopromozioni, ieri di Loiero e Oliverio, ogni giorno di migliaia e migliaia e migliaia di insopportabili uomini politici, che pensano di se stessi, parlano sempre di se stessi.
Chiedo scusa per lo sfogo, venato di un personalismo. Ma “Alle cinque della sera” è o non è un diario in cui ho giurato di dirvi schiettamente tutto ciò che penso e sento?

A CENA AL ROTARY, UNA PIACEVOLE CONSOLAZIONE

logo-rotaryPer fortuna, dopo il convegno al Tiro al Volo, ho avuto una simpatica cena al Rotary Club Roma Nord Est, al ristorante del Grand Hotel Flora, dove ero stato invitato per una breve conferenza incentrata sul mio libro su Kafka. Questa volta nessun personalismo. La soddisfazione è stata nel verificare la qualità dell’accoglienza dell’organizzazione a cura del presidente Gian Paolo Regensburger, e dall’intelligenza degli interventi: cito, tra gli altri, quello di Rosalba Trabalzini, psichiatra e giornalista, sull’identità della personalità di Kafka tormentatissimo scrittore e, nella vita, suo malgrado, assicuratore.

LETTERE / A PROPOSITO DI PANNELLA E LORENZETTO

pannella lorenzetto cancianiIeri su www.lamescolanza.com abbiamo pubblicato uno spietato articolo, controcorrente, di Stefano Lorenzetto, in morte di Marco Pannella. Un “unicum” nel coro di attestazioni di stima e di elogi, per lo più ipocriti. Non condivido la maggior parte delle opinioni di Lorenzetto, ma gli sono grato di aver dato informazioni spietate che non conoscevo. Ho ricevuto molti consensi a suo favore e una sola lettera, che pubblico qui sotto, molto critica verso Stefano. So che a Lorenzetto piacciono più i rilievi critici che i compiacenti elogi, e quindi l’esclusiva nel mio diario è la lettera a firma Renzo Canciani.
“Caro Cesare, non sono per niente d’accordo con Lorenzetto su quanto scritto in morte di Pannella su Italia Oggi. Non perché ha tentato una rilettura della vita del leader radicale,al quale non mi ha mai legato niente anzi molte volte ne ho combattuto le scelte, questo avrebbe potuto starci è marketing editoriale di fronte all’unanime consenso spesso ipocrita e conformistico. Solo che il risultato ottenuto è alquanto maldestro e inutilmente velenoso. Ovviamente non metto in discussione la professionalità di Lorenzetto di cui apprezzo la sua capacità di intervistatore brillante. In questo caso però il commento e’ poco approfondito e molto superficiale e pregno di luoghi comuni ed utilizza come fonte prevalente un livoroso e acrimonioso pamphlet dell’ex tesoriere radicale fuoriuscito con il seguito di qualche bega giudiziaria dal raggruppamento pannelliano. A mio modo di vedere un occasione persa con buona pace di Voltaire. Saluti. RC”.

cesare@lamescolanza.com
25.05.2016