OGGI VI DICO CHE… OLIMPIADI, LA MANNA DEI LADRI

“A Roma giochi pericolosi. Le Olimpiadi sono la manna dei ladri. La nostra disastrata e indebitata capitale non sa nemmeno garantire i servizi essenziali. È folle chiederle di organizzare l’evento: tra investimenti e appalti chissà quante ruberie…” (Vittorio Feltri in prima pagina, “Libero”, 10 giugno 2016).

ATTUALIZZANDO… OLIMPIADI NEL 2024, CI SONO ALTRE PRIORITÀ

olimpiadiHo scelto di citare Vittorio Feltri sia perché è uno che non le manda a dire, sia – ovviamente – perché concordo pienamente con quanto scrive. Come lui ha fatto, preciso anche io, sempre citandolo: “Viva lo sport. Nulla contro la manifestazione in sé, della quale non ci perderemo una gara. Seguiremo in tv perfino il lancio del giavellotto e il tiro al piattello. Ma qui i conti non tornano. Diciamolo: l’Italia non è all’altezza”. È infinito l’elenco degli sprechi e del malaffare legato all’organizzazione di grandi eventi, Feltri pubblica come documento la fotografia di un impianto sportivo che doveva essere pronto per i mondiali di nuoto nel 2009 a Roma ed oggi è ancora così, incompiuto.

Aggiungo che, come ha fatto notare la candidata a sindaco di Roma Virginia Raggi, nella capitale ci sono ben altre, gravi e drammatiche, priorità. A parte il deficit devastante da non appesantire con costi inutili, dico le prime due che mi vengono in mente: vorremmo accogliere i campioni, gli sportivi e i turisti di tutto il mondo con le buche in ogni strada e la città invasa dall’immondizia?

TRAVAGLIO E MALAGÒ, BEL CONFRONTO IN TV

lilli gruberPrima ancora che a Marco Travaglio e a Giovanni Malagò, a confronto ieri sul tema delle Olimpiadi, bisogna riconoscere il merito a Lilli Gruber di saper proporre un programma, “Otto e mezzo”, in cui si discute senza urlare, le opinioni sono al confronto e vengono rispettate, e la conduttrice incalza gli ospiti con competenza, educazione, senza aggressività e senza sentirsi e voler essere protagonista e opinionista. Un’oasi felice nel deserto della ragione dei talk show televisivi.

Prima di entrare nel merito, debbo dire che sia con Travaglio sia con Malagò ho avuto (e mantengo tuttora, molto sporadicamente) rapporti amichevoli e cordiali. I due mi sono simpatici. Di Travaglio ho seguito i primi passi, da subito si vedeva che aveva la stoffa del leader e del fuoriclasse. Ricordo che, giovanissimo com’era, andava in tipografia per controllare, per i suoi articoli, che non ci fossero refusi, ma anche e soprattutto che nessun capo redattore o direttore si fosse azzardato a tagliuzzare qualcuna delle sue già apprezzabili e furenti invettive. Per Malagò, i ricordi sono diversi: era un bon vivant, all’alba Gianni Agnelli lo chiamava al telefono per sapere gli ultimi pettegolezzi romani e per informarsi sulle partite a poker che Giovanni giocava con illustri amici (si diceva che l’avvocato fosse deliziato dalla notizia di qualche sconfitta di suo cognato, Carlo Caracciolo). Intervistai per Panorama Malagò, considerato ieri, oggi e presumo che così sia anche domani, un irresistibile seduttore: la mia simpatia maschilista per lui si consolidò quando mi confidò che sloggiava a una certa ora dal suo letto le sue conquiste perché non sopportava che fossero loro, e non i suoi adorati cani, a tenergli compagnia.

Riuscirò ad essere oggettivo nel recensire la disfida tra i due davanti all’impeccabile Lilli?

PAREGGIO TRA TRAVAGLIO E MALAGÒ, MA RIBADISCO IL MIO NO

travaglio_malagòForse Travaglio ha stupito i suoi fan e gli avversari: nessun attacco pesante, implacabile eleganza (con documentazione di cifre e documenti) sull’insensatezza di mandare avanti il progetto olimpico. Ha ribadito più volte che nessuno può accusare Montezemolo e Malagò di aver commesso atti contrari alla legge (coinvolgimento in episodi di corruzione), ma ha ricordato lo scempio di Italia 90 per il mondiale di calcio, gli stadi brutti, lo sforamento assurdo dei budget. E tante altre cose. Malagò si è difeso con l’affabilità con cui conquista non solo le interlocutrici, ma anche i molti amici maschi: sorridente, con passione moderata, rispetto delle opinioni degli altri, qualche sorriso. Mi è piaciuto, ma non mi ha convinto.

SCUDETTO ALLA ROMA? INTANTO SI VENDE, SI VENDE…

calciatoriOgni estate, la stessa storia. Grandi progetti, ogni giorno indiscrezioni su formidabili acquisti che mai vanno in porto; e intanto se ne vanno i migliori. Hai voglia a dire che la Roma sarà competitiva con la Juventus, se ogni anno riparte in svantaggio con una squadra da ricostruire. Pjanić, guarda guarda, è già della Juventus, ovvero dell’avversario principale. Ma Nainggolan, bontà sua, ci ha fatto sapere che vorrebbe raggiungere Conte, futuro allenatore del Chelsea… E quindi? Passi per Pjanić, un campione di classe infinita che però gioca sul serio una decina di partite al massimo. Ma Nainggolan? È il centrocampista più forte del mondo, un uomo squadra: lotta, combatte, difende, attacca e segna anche inaspettati gol. Tutta la Roma ruota intorno a lui.

BERLUSCONI E GLI SCIACALLI

bisignaniSolo due parole per esprimere l’indignazione su ambigui, velenosi, iettatori, sleali, ingrati commenti di fronte alla notizia che Berlusconi ha rischiato di morire e sarà obbligato a sottoporsi a un intervento delicatissimo al cuore. Meglio di me ha scritto Luigi Bisignani su “Il Tempo”: riproduciamo l’intero articolo, val la pena – vi prego – di digitare www.lamescolanza.com e di leggerlo. Non si tratta di essere berlusconiani o antiberlusconiani, ma di mantenere un pur minimo livello di stile e dignità, di correttezza e sensibilità, di fronte alla sofferenza di un uomo per un male insidioso che potrebbe colpire chiunque di noi.

AGAZIO LOIERO, “LOR SIGNORI DI IERI E DI OGGI”

WCENTER 0XHKCFNCKI 20061130 - ROMA - CLJ - PM CATANZARO: LOIERO, NO A GIUSTIZIA GIOCATA SUI MEDIA. Agazio Loiero in una foto d'archivio. "Una giustizia giocata sui media in un clima esasperatamente emotivo non e' giustizia ma il suo contrario. Purtroppo in tale clima passa l'idea che l'interesse pubblico alla giustizia debba essere soddisfatto dall'accusa. Non e' cosi. Quel tipo d'interesse deve essere soddisfatto solo dal giudizio''- ha dichiarato Loiero. ETTORE FERRARI ANSA/DC

È il titolo dell’ultimo libro di Agazio Loiero, edito da Rubbettino, editore calabrese di qualità. Sono ritratti – da Amato a Berlusconi, da Bersani e Bindi, da Crozza a D’Alema, da De Magistris a Di Pietro, da Ferrara a Grillo, da Prodi a Renzi, da Scalfari a Travaglio e a Veltroni. Su Agazio, sapete come la penso: ho scritto cose pungenti sui suoi sentimenti di amicizia e sulla sua identità politica. Sono convinto che avrebbe avuto maggior successo (molto ne ha comunque avuto, due volte ministro e poi presidente della regione Calabria), se avesse seguito linee più coerenti e determinate, senza strizzate d’occhio e virate durante la navigazione. Ma, come giornalista e scrittore, è eccellente. Questo libro, come altri suoi in precedenza, mi allieterà il week end. Acquistatelo e divertitevi. La competenza è grande, l’ironia finissima, l’imparzialità apprezzabile. Intanto su www.lamescolanza.com potete leggere una recensione della nostra collaboratrice Giorgia Salvatori.

VENENEUM IN CAUDA / I FISCHI A RENZI

RenziDel premier e segretario pd ci siamo occupati a lungo nei giorni scorsi. Che il vento cominci a soffiare per altre direzioni, a Renzi non più favorevoli, è ormai evidente, ogni giorno. I fischi di ieri, anche qualche insulto, per il discorso del capo del governo di fronte all’assemblea di Confcommercio sono significativi, un’autentica novità. Renzi è stato già contestato, anche con qualche pesantezza, ma sempre a livello popolare, in piazza, in occasioni di strada. È la prima volta che la contestazione si delinea in una sede istituzionale, di fronte a un’associazione di rilievo come la Confcommercio. Apprezzo il coraggio con cui Renzi insiste sulle sue posizioni, come gli ottanta euro e la presunta ripresa economica italiana: mostra carattere, forse anche la schiena dritta del leader. Ma resto convinto che nella comunicazione non abbia i sostegni, i consigli, gli amici di cui avrebbe bisogno, per moderarsi un po’ e cambiare, almeno in parte, il linguaggio e gli atteggiamenti.

cesare@lamescolanza.com
10.06.2016