OGGI VI DICO CHE… LA SEMPLIFICAZIONE É IMPORTANTE

“Il facile è difficilissimo. Il semplice è complicatissimo”. (Leo Longanesi, “Miscellanea”, su L’Italiano, 1927)

“Un intellettuale è un individuo che dice una cosa semplice in modo difficile; un artista è un individuo che dice una cosa difficile in modo semplice”. (Charles Bukowski, “Taccuino di un vecchio sporcaccione”, 1969)

“Un po’ di semplificazione è il primo passo verso una vita razionale”. (Eleanor Roosevelt)

 ATTUALIZZANDO… CI PROVO SEMPRE, OGGI UN PO’ DI PIÙ

semplificareCombatto ogni giorno contro la prolissità, mia e degli altri. Ogni giorno provo a semplificare: pagelle, giudizi, voti, sintesi estreme. Qualche volta ci riesco, spesso assolutamente no. Oggi mi sono svegliato di malumore, ovviamente soprattutto contro me stesso, ma su questo vi risparmierò; e poi su tante sciocchezze che si dicono a proposito di argomenti importanti, sui giornali e in televisione. Quindi, abbiate un po’ di pazienza per il mio temerario desiderio di semplificare.

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SEMPLIFICHIAMO / 1. LE MIGRAZIONI

migranti-Siamo frastornati dal chiasso di interventi faziosi e confusi. Ecco la mia opinione: il problema non è solo etico, religioso, attinente alla solidarietà umana o, al contrario, alle nostre paure e ai nostri egoismi. Il problema è capire. Siamo di fronte a migrazioni, diciamo così, di dimensioni bibliche? Non si potranno arrestare. Nei millenni è sempre stato così. La terra non è mia o tua o di chiunque altro. La terra è di chi ha la forza per occuparla. Le migrazioni sono, invece, gestibili? Ritengo che siano inutili tentativi di soffocarle e respingerle, il problema è capire cosa succederà e come si potranno trovare soluzioni, secondo criteri di intelligenza, razionalità e umanità. Tutto il resto, per me, sono sproloqui al vento.

 SEMPLIFICHIAMO / 2. LA SALUTE

Salute-Non tanto per me perché penso di aver vissuto abbastanza e sono sempre stato fatalista, ma la salute è il bene supremo per tutti (o quasi). Ci sono due modi per impegnarsi ad assicurare la salute in una società. La prima: la medicina da utilizzare per tutti, con rispetto della persona, senza fini di lucro. La seconda: la salute intesa come azienda e, in questo caso, la salute e i soccorsi della medicina potranno essere assicurati solo a chi ha denaro a sufficienza per procurarseli. Naturalmente, sono per una gestione della salute come accade in Svizzera e in altri Paesi, dove almeno il tentativo è di occuparsi in modo equo di qualsiasi malato. Perché ciò avvenga, e cioè perché uno Stato possa occuparsi della salute di tutti, bisognerebbe intervenire con rigore e severità impeccabili sulla corruzione, che oscenamente si è intricata anche in questo settore: a volte addirittura nei modi più orrendi e violenti. Se i soldi delle tasse dello Stato non fossero in gran parte sprecati o rubati da politici e amministratori truffaldini, le esigenze della società (in primo luogo la salute), potrebbero essere affrontate positivamente.

 SEMPLIFICHIAMO / 3. SU MARCO PANNELLA

pannellaPer me, Marco è stato un santo laico. Contro i partiti, le religioni, i pregiudizi, le ingiustizie. Sempre, coerentemente, dalla parte di chi soffre. E approvo pienamente ciò che ha detto Emma Bonino e, per una volta, almeno una volta, è stato rimbalzato dai mass media: le celebrazioni, le manifestazioni in morte di Pannella sono macchiate dall’ipocrisia. Migliaia di ipocriti hanno commentato questa morte con parole bugiarde, che non tenevano conto delle umiliazioni, mortificazioni e comunque ostilità inflitte a Pannella durante la sua lunga vita, a fronte delle sue battaglie. La lista dei nomi sarebbe lunghissima, mi limito – con dispiacere – a citare il necrologio di Giorgio Napolitano sull’”Unità”. Napolitano è stato per due volte Presidente della Repubblica: chi gli avrebbe vietato di nominare Pannella senatore a vita, al posto di uno dei tanti immeritevoli, che neanche vanno ad occupare il loro posto in Senato, a quel che se ne sa: designazioni uscite dai salotti del potere e da capricciose valutazioni? Forse Pannella avrebbe rifiutato. Per me, come ho già scritto, sarebbe stato un ideale Presidente della Repubblica, inteso come il primo cittadino garante dei diritti di tutti i cittadini italiani.

PAUSA / UN RICORDO PERSONALE DI MARCO PANNELLA

pannella - giovaneNel 1979 – avevo 37 anni – dirigevo, dopo altre esperienze, un settimanale che si chiamava “Contro”, che ebbe una breve vita nonostante una diffusione altissima. Un settimanale che si schierava contro tutto e contro tutti, in maniera aspra e scanzonata. Nell’imminenza di un turno elettorale Pannella – che conoscevo superficialmente – venne a trovarmi a Milano e mi disse, con quello sguardo che ti scavava nel profondo del cuore: “Tu non lo sai, certamente non lo sai, ma tu sei un radicale vero. Perciò ti propongo di inserirti nelle nostre liste elettorali”. Ne fui lusingato, ma rifiutai: all’epoca, forse anche più di oggi e comunque sempre (salvo una stagione di innamoramento, di cui sono fiero, per Bettino Craxi), ho considerato la politica come qualcosa di estraneo e per me di inavvicinabile. Ci salutammo con un abbraccio e quell’episodio resta stampato nella mia memoria. Tutto qui. “Contro”, per la cronaca, fu chiuso dopo una decina di mesi: l’editore, Saro Balsamo, era il re della stampa pornografica, che il Palazzo gli consentiva di stampare e diffondere. Qualcuno lo minacciò di rompergli le scatole, se non avesse chiuso quel settimanale ribelle.

 SEMPLIFICHIAMO / 4. DELL’UTRI

645038 foto di repertorio di marcello dell'utriUn tale mi ha scritto su twitter di non avvicinare, come ho fatto, Marco Pannella a Marcello Dell’Utri. Gli ho risposto che Pannella si vergognerebbe, se fosse vivo, del suo tweet. Anche alcuni amici mi hanno fatto notare l’audacia dell’accostamento. Ribadisco… Per prima cosa, Pannella – ponendosi sempre dalla parte di chi soffre -, sarebbe oggi schierato, in prima linea, a sostegno di Marcello. Perché il problema non è il processo, pur ricco di contraddizioni e lacune (da quel che mi dicono alcuni giuristi). Non è la condanna, considerata da molti severa, per di più legata a un reato che neanche figurava nel codice penale. È la detenzione: un uomo di 75 anni, malato, rinchiuso chissà perché in un carcere di massima sicurezza, senza i benefici degli arresti domiciliari che vengono concessi con abitudine generosa, infine – in questi giorni – ammalato gravemente, fino a rischio di morte, per un’infezione contratta durante la prigionia. Si tratta di umanità, non di legge. Sono orgoglioso di essermi battuto per Marcello da tanto tempo, comunque molto prima del coro di solidarietà esploso (come per Pannella) solo in questi ultimi giorni. E insisto a dire: c’è un legame preciso tra Pannella e Dell’Utri: la sofferenza. Pannella ha sofferto l’incomprensione, gli ostracismi, i pregiudizi, la mancanza di un pur minimo riconoscimento ufficiale. Dell’Utri soffre la disumanità, da parte di uno Stato che dovrebbe essere equo e civile, e da parte di tanti, troppi, italiani – come quel tale di twitter – che giudicano e sentenziano, solo perché schiavi di pregiudizi.

SEMPLIFICHIAMO / 5. LA COSTITUZIONE

CostituzioneIn questi giorni di caos totale, ancora una volta voglio scrivere la mia opinione: alla Costituzione, e in tal caso, scusate l’immodestia, sarebbe davvero la più bella e semplice del mondo, basterebbe un solo articolo, punto. Questo: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul rispetto della persona”. Nel rispetto della persona c’è tutto. E si può esercitare, o almeno tentare di farlo. È realizzabile. L’attuale articolo “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” è una bestialità. Nessuna società, civile e democratica, può garantire il lavoro a tutti. Il lavoro è frutto di condizioni economiche, spesso ingovernabili e imprevedibili, non dipendenti dalle possibilità umane.

cesare@lamescolanza.com

23.05.2016