OGGI VI DICO CHE… LA SECONDA VOLTA

“Il sapore del primo bacio mi aveva deluso come un frutto che si assaggia la prima volta. Non è nella novità, ma è nell’abitudine che si provano i piaceri più grandi. Qualche minuto dopo, non solo ero abituato alla bocca di Marthe, ma non potevo neanche più farne a meno. E proprio allora lei parlava di privarmene per sempre”. (Victor Hugo)
“La prima volta che ti sposi è per amore, la seconda per denaro, e la terza per la compagnia.” (Jackie Kennedy)
“Tutto è ripetizione, ripercorso, ritorno. Infatti anche la prima è una ‘seconda volta’.” (Cesare Pavese)

ATTUALIZZANDO… LE SECONDE MOGLI

seconde mogliDa un tempo mi frulla in mente un’idea forse bizzarra, giudicate voi: raccolgo appunti e informazioni per un progetto, un librino sulle seconde mogli. Non si tratta di gossip, anche se alcune storie sono avvincenti, e divertono, per alcuni episodi, trasgressivi, comunque non convenzionali, vissuti dalle protagoniste. Sono in realtà convinto che il ruolo – ormai diffuso – delle seconde mogli sia una testimonianza, narrativamente interessante, di profondi cambiamenti della società in cui viviamo: non solo, ovviamente, della famiglia, ma anche in generale del costume e soprattutto dei sentimenti, a cominciare dall’amore.

NOMI E COGNOMI, PERCHÉ NO?

Opened book on a table.Questo è il classico argomento in cui chi legge probabilmente mi chiederebbe: fuori nomi e cognomi. Se scriverò il libro, ce ne saranno tanti. Ma anche qui, nel mio diario, perché no? Ho scelto cinque nomi di donne importanti, che stimo anche molto, sia pure con motivazioni diverse: spero che non si dispiacciano!
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MARTA BRIVIO SFORZA

marta-minozzi-brivio-139564Prima ha vissuto a Roma una spavalda, libera e anche sfrenata giovinezza. Poi, su consiglio di importanti protagonisti del Palazzo (termine all’epoca appena coniato da Pier Paolo Pasolini), ha fatto irruzione alla grande sulla scena di Milano, sposando Annibale, l’erede di una nobile, secolare famiglia. Si è adattata a vivere in un castello, il palazzo Trivulzio Brivio Sforza, la casa più bella di Milano, forse anche di più di quella di Giulia Maria Crespi. La conoscenza è recente, me la presentò una delle donne più importanti del Novecento, Marta Marzotto, che l’aveva presa a ben volere, come piacevole dama di compagnia. La signora Brivio Sforza ha avuto la sfacciataggine di annullare all’ultimo momento un mio invito a pranzo, che aveva festosamente accettato. Non ho risentimenti per questo: si sa che i nobili, specie quelli acquisiti, non rispettano – spesso – le regole del comune galateo. Mi farò col tempo una opinione più approfondita. Marta mi ha sostenuto nella mia campagna a favore delle polizze contro le calamità naturali, non lo dimentico. È bella, affabile, ironica, di mente libera: con uno sguardo un po’ spento, non dev’essere facile vivere da castellana, senza cani da riporto. Anche lei, come molte seconde mogli, preferisce portare il cognome del marito, anche se con lui non può condividere il presunto sangue blu. SCALATRICE

MARISELA FEDERICI

marisela federiciDa poco vedova di un grande imprenditore, si sposta di continuo da Roma, residenza teoricamente stabile, a Londra e in Venezuela, il suo Paese di origine. Alta, elegante, deduttiva – la più seduttiva, anzi. E con una fortissima personalità: non si è minimamente curata dei mormorii dei benpensanti, quando ha rivelato senza problemi il suo legame con Susanna (Suni) Agnelli. Non ha altezzosità né spigoli nel suo carattere. È felice di accogliere e mettere a loro agio decine di invitati nella villa sull’ Appia Antica, che ha arredato metro per metro, oggetto per oggetto, fiore per fiore. Un piccolo problema: arrivarci in auto significa affrontare coraggiosamente un tragitto impervio, sobbalzare su pietre intoccabili per volere (sacrosanto) delle Belle Arti. Allora ho proposto a Marisela di accompagnarmi in una osteria che conosco, per deliziarci con una amatricianella ben fatta. Lei promette e promette, ma non esce dal suo regno. Lo farà?

ELIDE MELLI

Elide-Melli-Ecco un’adorabile seconda moglie, che si propone con il suo cognome e non con quello del marito. È vedova di Massimo Pini, che fu amico fraterno di Bettino Craxi e manager di prima fila (tra gli altri incarichi, vicepresidente della Rai e poi dell’Iri). Di Elide colpiscono tre aspetti. Il primo: un carattere spigoloso, poco indulgente a compromessi, con convinzione piena nelle sue idee e determinazioni. Il secondo: è avvinta al ricordo, all’amore per Massimo, con forme di romanticismo molto rare, nel terzo millennio. Per ultimo, last but not least, è una donna che lavora con successo, con qualità particolare, imprenditrice nel cinema e in fiction televisive. È anche una brava cuoca, e questo non può non piacere a un buongustaio come me. Ma soprattutto mi colpisce la sua capacità di indipendenza, nel lavoro che ha scelto. Vuole ora valorizzare la figura del marito (che in prime nozze fu legato a Margherita Bonivet), testimone per trent’anni e spesso anche protagonista di una stagione politica italiana, ancora in gran parte da capire e valutare. Non sono molte le mogli, prime o seconde che siano, a dimostrare una simile, concreta devozione.

LETIZIA MORATTI

letizia-moratti-serata-283029La definii, in epoca non remota, la Thatcher italiana. L’espressione piacque e si diffuse. Letizia Brichetto Moratti è la seconda moglie di Gianmarco Moratti, il primo figlio del leggendario Angelo (il petroliere principe e proprietario di una formidabile Inter, allenata dal “mago” Helenio Herrera, in cui giocavano Facchetti Suarez Maccola). Letizia poteva ambire a qualsiasi incarico, anche a capo del governo, se gli astri le avessero concesso opportunità giuste. In Rai, nella scassata Rai di oggi, ancora si ricorda la sua autorevolezza. É stata anche sindaca di Milano e non fu rieletta, dopo notevoli successi (sua la firma sull’Expò), in conseguenza di due errori. Il primo, si affidò con eccessiva fiducia a collaboratori che pensavano soprattutto alle loro ambizioni, non agli interessi di Milano e alla sua rielezione. Il secondo, per lealtà non si svincolò da Silvio Berlusconi, perdendo così la sua immagine, risolutiva, d’indipendenza. Diventammo amici dopo che le scrissi una lettera per spiegarle la mia stima. Mi chiese di accompagnarla in un suo viaggio di lavoro, e conservo bei ricordi. Non è generosa, è fredda, non sa conquistare la simpatia popolare con sorrisi e parole. Ma anche Margaret Thatcher era così.

SONIA RAULE

Sonia-RauleSeconda moglie di Franco Tatò, manager tra i più apprezzati in Italia. Quando Tatò guidava la Mondadori, Berlusconi disse di lui: “Mi guarda con occhi penetranti come se si chiedesse quale sia il mio costo, il peso per l’azienda”. Sonia lo sedusse con il suo non resistibile charme e la relazione, impreziosita da un figlio, contro le previsioni generali, dura tuttora. Il segreto? La Raule ha una capacità (invidiata dalle seconde mogli), prepotente, travolgente, di non annoiare Franco. Fascino fisico, di comportamento e di linguaggio. Una volta la intervistai per Panorama e mi incantò con una lunga analisi erotica di quanto potessero piacere un tacco alto è una gamba da mannequin. Ed ero solo un intervistatore! Mi resta un dubbio: come mai Sonia non sia riuscita, nonostante ogni valido presupposto, a raccogliere un clamoroso successo. Non escludo che, paradossalmente, sia stata proprio la vicinanza di un uomo imponente come Tatò a frenarla, anziché sostenerla. Quanto al futuro di Sonia, così come ai suoi lontani inizi, la curiosità resta alta, e io non ne sono immune.

cesare@lamescolanza.com

14.02.2017