OGGI VI DICO CHE… LA DECADENZA

“Lo spettacolo della decadenza prevale su quello della morte: tutti gli esseri muoiono; soltanto l’uomo è chiamato a decadere”. (Emil Cioran)

“La perdita di un certo pudore e la perdita della purezza sono le cause profonde della decadenza del mondo”. (Madre Teresa)

“La parola decadenza è difficile da usare, perché è diventata poco più che un termine ingiurioso assegnato dai critici a tutto ciò che non capiscono o che sembra differire dai loro concetti morali”. (Ernest Hemingway)

ATTUALIZZANDO… LA CADUTA DI TAVECCHIO

Oserei azzardare che difficilmente il calcio italiano riuscirà a darsi una guida affidabile, dopo le dimissioni di Carlo Tavecchio. Dopo la nota di oggi – aggiungo – spero di non dover occuparmi più, per un bel po’ di tempo, di questo argomento – tanto mi indigna.

 

 

 


LA MANCANZA DI STILE

Non si tratta solo dell’invereconda mancanza di stile con cui Tavecchio si è deciso a gettare la spugna. In politica (vedi, tra tanti, i casi Renzi e Boschi), e dovunque, le dimissioni non sono contemplate, nelle brutte abitudini della classe dirigente (Casta, elite, fetentoni attaccati alla poltrona: chiamateli come volete, non tutti sono così, ma troppi sono così).

 

 

 


VENTURA E TAVECCHIO, ANZI TUTTI! DIMETTERSI SUBITO…

Penso che Giampiero Ventura, Tavecchio e l’intero consiglio federale avrebbero dovuto dimettersi un minuto dopo la disfatta della Nazionale. Avrebbero fatto una miglior figura! Invece Ventura ha voluto difendere il suo stipendio (chi glielo avrebbe negato?), Tavecchio addirittura ha cercato di resistere gettando tutte le colpe su Ventura e attribuendo – subito smentito – a Marcello Lippi la responsabilità di aver scelto il cittì. Poi, se l’è presa col mondo intero: uno spettacolo mai visto, indecoroso.

 


MALAGO’ E LOTTI, INTERVENTI DECISIVI

Avevo scritto che Giovanni Malagò, presidente del Coni, e il ministro dello sport Luca Lotti avrebbero, quanto meno, dovuto avvertire la necessità di intervenire con chiarezza. Lo hanno fatto: bene! Ma ora?

 

 

 


I DUBBI SUL FUTURO

I consiglieri federali non si sono dimessi, difendono le poltrone. E oggi al Coni se ne discute. Nessuno ha chiarito se Malagò (o anche il ministro) abbia facoltà di procedere di autorità, imponendo un commissario. E c’é anche chi ha ipotizzato che Malagò potrebbe autonominarsi: il presidente ha smentito. Il problema di fondo è questo: meglio tempi lunghi per nuove elezioni o commissariamento, subito? Auspico una svolta immediata, drastica. I tempi lunghi portano ambiguità, manovre, inciuci. Ma temo che cosi sarà.

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